Walking in the Bubble
Lincei e Pirelli per il conte Primoli, nuovo museo ebraico di Venezia, Fiévet per Pasolini, atelier a Palazzo Barberini
Di Gianfranco Ferroni
Pronti a ripartire con nuove mostre? Grazie all’Accademia Nazionale dei Lincei e alla Fondazione Primoli, in partenariato con École française de Rome, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Pirelli & C. S.p.A. e la Fondazione Pirelli, dal 12 gennaio nella Villa Farnesina di Roma, in via della Lungara, sarà visibile l’esposizione intitolata “L’Ottocento a Villa Farnesina. Il Duca di Ripalda, il Conte Giuseppe Primoli e Roma nuova Capitale d’Italia”. In occasione dell’uscita degli atti del convegno dei Lincei tenutosi il 9 novembre 2021 dal titolo “Villa Farnesina: un esempio di resilienza e valorizzazione da Roma Capitale a oggi”, la mostra a cura di Virginia Lapenta e Valeria Petitto vuole mettere in evidenza gli aspetti comuni di due personaggi, il duca di Ripalda e il conte Primoli, entrambi “stranieri” in una città che non conoscevano. Si conobbero e si frequentarono, come si evince dai diari di Giuseppe Primoli di quegli anni, e vivevano entrambi in palazzi affacciati sul Tevere, Villa Farnesina e Palazzo Primoli, che dovettero subire profonde modifiche legate alla costruzione degli argini di contenimento del fiume. Il percorso espositivo accompagnerà il visitatore nella scoperta di queste due figure a partire dal loro incontro: raccontandone la storia si metterà in luce il loro rapporto con la città in cambiamento e le fotografie scattate dal conte Primoli negli ultimi anni dell’Ottocento diventeranno il fil rouge che guiderà nelle varie tappe del percorso. Ogni tappa evidenzierà, inoltre, con pannelli identificabili graficamente e cromaticamente, l’aspetto ottocentesco della sala di Villa Farnesina in cui il visitatore si trova. L’ultima sezione della mostra posta al primo piano racconterà la città “intorno a Villa Farnesina”, con un focus su Palazzo Farnese, su Palazzo Corsini e, grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sulle vicende delle Mura Aureliane nell’Ottocento, in particolare sul tratto cosiddetto “della Farnesina”, oggi visibile all’interno del giardino della Villa che costituisce uno dei pochi resti della cinta muraria ancora conservati sulla riva destra del Tevere. Alcuni disegni contenuti in una raccolta per la prima volta esposta a cura dell’École française de Rome presenteranno il lavoro dell’architetto Virginio Vespignani, uno dei protagonisti di quel processo artistico e architettonico di “renovatio urbis” che voleva avvicinare Roma ai modelli delle capitali europee moderne.
Il 2023 di Opera Laboratori parte dalla laguna veneta con un progetto di sviluppo del ghetto ebraico di Venezia messo a punto insieme alla Comunità ebraica. Un antico quartiere nel centro della città, primo “ghetto” d’Europa, noto nel mondo per le sue particolari origini e le vicende storiche che nel tempo gli hanno conferito un aspetto di grande fascino per le sue caratteristiche urbanistiche espresse da alti edifici dai colori caldi e accoglienti che si affacciano su ampi spazi, circondati dai canali. Interamente nuovo il progetto di promozione e valorizzazione che vede Opera Laboratori, tra le più importanti realtà imprenditoriali nazionali attive nel settore culturale, al fianco della Comunità ebraica di Venezia nella gestione delle cinque Sinagoghe, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità, e del museo ebraico attualmente in corso di restauro, uno dei più importanti in Italia per la ricchezza e la qualità delle collezioni. Per Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica di Venezia, la nuova gestione “sta già mostrando tutta la capacità di collaborazione e di iniziativa che la società è capace di produrre. Il nuovo museo ebraico di Venezia, non appena saranno ultimati gli importanti lavori di restauro in cui siamo impegnati, richiede che si sviluppino sin d’ora attività e iniziative nuove, che siano in grado di risvegliare nuovo interesse attorno al ghetto di Venezia e alla sua storia. Per la grande esperienza che ha acquisito a livello nazionale, Opera è in grado di aprire nuovi percorsi gestionali e nuovi progetti culturali che consentiranno una fruizione moderna dei tesori della Venezia ebraica. Con Opera, anche la nostra Comunità si apre a nuove forme di dialogo con la città e con i suoi visitatori”. A circa due anni di distanza dall’intesa con la Comunità ebraica di Firenze per la promozione e valorizzazione della Sinagoga e del museo ebraico del capoluogo toscano e della Sinagoga di Siena, arriva l’accordo, appena firmato, che rinnova l’impegno di Opera Laboratori nella sua missione di promozione di arte e cultura delle importanti istituzioni museali, di cui nel corso degli ultimi venti anni è riuscita ad aggiudicarsi la gestione nel territorio nazionale. Dagli Uffizi alla Galleria dell’Accademia di Firenze, dal Duomo di Siena alla Reggia di Caserta, dal Parco archeologico di Pompei alla Pinacoteca di Brera, Opera Laboratori accoglie, negli oltre sessanta musei gestiti, milioni di visitatori sul territorio nazionale, realizzando “dietro le quinte” tantissime mostre e iniziative culturali oltre a prendersi cura di opere e manufatti artistici tessili anche ebraici nei suoi laboratori specializzati.
Da visitare, nel Parco archeologico del Colosseo, “Frammenti: il Teorema di Pasolini nelle immagini di Laurent Fiévet”, una mostra di videoarte che rende omaggio a Pier Paolo Pasolini nell’ambito delle celebrazioni del centenario della sua nascita. L’esposizione, a cura di Maria Laura Cavaliere, è ospitata presso le Uccelliere Farnesiane sul Palatino, luogo simbolo della storia di Roma: uno scenario d’eccezione, riscoperto alla fine del Settecento dai viaggiatori del Grand Tour ed in cui, per la prima volta, viene ospitata una mostra d’arte contemporanea. Il percorso espositivo, articolato nei due ambienti delle Uccelliere Farnesiane, presenta una videoinstallazione dell’artista visivo Laurent Fiévet, acclamato in Francia per la pratica di riappropriazione delle immagini filmiche a cui associa frammenti di capolavori della pittura, che rivisita il film “Teorema” scritto e diretto da Pasolini nel 1968, divenuto in seguito un omonimo romanzo, ed interpretato da Massimo Girotti, Terence Stamp, Silvana Mangano e da Laura Betti, vincitrice della coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Provocatorio e profetico, Teorema segna una svolta nell’opera di Pasolini, con l’approdo a una visione sacrale, vivacemente simbolica della realtà, in una società alienata dal consumismo capitalistico. A ciascuno dei protagonisti del film, Fiévet dedica un video-frammento, seguendo la struttura filmica pasoliniana, delineando dei ritratti per ciascun personaggio: un corpus di 12 video a cui l’artista francese sovrappone le immagini di famosi dipinti del Caravaggio il cui percorso esistenziale ed artistico presenta numerose corrispondenze con quello di Pasolini. Il risultato è una serie di interazioni inedite capaci di interrogare i meccanismi di percezione dello spettatore invitandolo ad un’esperienza immersiva e caleidoscopica. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Maison Fendi, il patrocinio della Ambassade de France en Italie e con il supporto di Institut français Italia e Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.
Nel romano Palazzo Barberini, domenica 8 gennaio, alle ore visita laboratorio “L’atelier dell’artista”, per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni, a cura di Si pArte! Aps. Fino al 5 febbraio, ogni domenica (escluse le prime domeniche del mese a ingresso gratuito), per la durata di 75 minuti, i partecipanti avranno l’occasione di conoscere da vicino il mestiere dell’artista e in particolare la figura di Annibale Carracci e di alcuni suoi collaboratori con i quali il maestro ha lavorato alla decorazione della Cappella Herrera. L’esperienza fatta al museo permetterà ai bambini di creare un fumetto personalizzato con i protagonisti conosciuti durante la visita. Partecipazione gratuita per i bambini con prenotazione obbligatoria all’indirizzo [email protected].
La rivista Big 7 Travel lancia il consueto appuntamento con le migliori pizzerie del mondo, con la classifica “50 Best Pizzas In The World”. E sul gradino più alto c’è l’Italia, con la pizzeria 10 Diego Vitagliano di Napoli che si aggiudica il titolo di migliore pizzeria del globo, dopo aver trionfato anche nella classifica europea di qualche mese fa. “Sono emozionato ed onorato per questo importante riconoscimento, che non solo considera il giudizio di esperti del settore, ma anche il parere dei clienti provenienti da tutto il mondo. Sapere che la mia pizza è così tanto amata a livello internazionale mi riempie di gioia e rappresenta un segnale importante, soprattutto ora che si ricomincia a viaggiare dopo un lungo periodo di stop causato dalla pandemia”, racconta Vitagliano.