Walking in the Bubble
Festa per Claudia Cardinale, Nordio ricorda Livatino, Leone d’Oro a Punzo
Di Gianfranco Ferroni
Una festa per Claudia Cardinale. Venerdì di celebrazioni, a Roma, nel cinema Barberini: un film come “La ragazza di Bube” di Luigi Comencini, restaurato da Cinecittà, e il libro “Claudia Cardinale. L’indomabile”, edito da Cinecittà ed Electa, sono stati presentati in anteprima dalla figlia dell’attrice, Claudia Squitieri, curatrice del libro, e da Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà. Grazie al restauro del laboratorio di Cinecittà, il film prodotto da Cristaldi nel 1963 è restituito al pubblico in una versione tornata a splendere nel bellissimo bianco e nero di Gianni Di Venanzo, con una Cardinale dalla voce graffiante, in un ruolo che le valse il primo importante riconoscimento, il Nastro d’Argento come migliore attrice, e confermò la sua singolare capacità di trasferire a ogni personaggio i tratti forti di una personalità “indomabile”, filo conduttore delle sue scelte artistiche e personali. La proiezione del film è stata preceduta dall’anteprima dell’ultimo lavoro che vede l’attrice protagonista: “Un Cardinale Donna” di Manuel Perrone, girato nella sua residenza nei pressi di Parigi. La stessa Cardinale ha dichiarato: “Sono felice di tornare a Roma. Cinecittà e il Moma di New York mi hanno dedicato uno splendido omaggio: sentire che sono ancora nei pensieri degli spettatori di tutto il mondo, mi emoziona e mi dona gioia e energia. Non c’è un film preferito, tra i tantissimi che ho girato, sarebbe come scegliere tra i propri figli, ma di certo ‘La ragazza di Bube’ rappresenta in maniera evidente quel lato “indomabile” del mio carattere a cui ho sempre voluto dare ascolto e che mi ha permesso di vivere emozioni grandissime. Il mio prossimo progetto, condiviso con i miei figli Claudia e Patrick, è realizzare una fondazione a mio nome e aprire la nostra casa ad artisti provenienti da tutto il mondo”.
“Tahar Ben Jelloun e Pizzi Cannella omaggiano con 4 grandi opere Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990, primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica: venerdì 20 gennaio nella Basilica di Stato di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma”. Sarà presente alla cerimonia il ministro della Giustizia Carlo Nordio e Ben Jelloun. Le opere resteranno nella basilica fino al 20 marzo. Le tele verranno svelate nella navata della basilica in occasione della prima “Peregrinatio Beati Rosarii Livatino – Fidei et Justitiae Martyris”, programmata dalla “Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma” e organizzata dal “Comitato Peregrinatio Beati Rosarii Livatino”. “La Chiesa ha nell’arte uno strumento per diffondere il suo messaggio”, dichiara Lorenzo Zichichi, presidente Il Cigno GG Edizioni che realizza il catalogo, “e individuare artisti contemporanei che si facciano portatori di questo è tanto mai importante quanto più sono di chiara fama i pittori coinvolti. Con Livatino, un martire della giustizia e della Chiesa, un uomo che credeva fermamente in ciò che faceva e che aveva un rigore esemplare, invitare Pizzi Cannella e Tahar Ben Jelloun a interpretare il suo martirio è stato un atto che rientra perfettamente nel solco della migliore tradizione iconografica cattolica. Nuovamente il messaggio è affidato alla sensibilità di due artisti che, leggendo i testi del vescovo Libanori e di monsignor Giuliano hanno reso monumentali il manto della Madonna, indossato per la passione di Cristo ma pieno di speranza nella Resurrezione. E ancora la lista dei magistrati, tutti quei magistrati che hanno sacrificato la vita nella lotta alla mafia, è un elenco intriso di sgomento laico e cristiano, come una lapide a perenne memoria”. E “la camicia insanguinata del giudice Rosario Livatino”, scrive monsignor Daniele Libanori vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per il settore Centro, “riporta a un giorno preciso e fa sentire presenti alla gloriosa tragedia che lo ha visto vittima dell’odio mafioso. A vederla è semplicemente una camicia sporca di sangue, un oggetto ormai inservibile, ma divenuta una reliquia preziosa, la memoria viva di una vita donata al servizio della giustizia dovuta alle vittime e simbolo della parte buona dello Stato. Questo aiuta a capire come i vestiti con i quali si ornavano e si ornano le statue della Madonna e dei santi acquisiscono una sorta di sacralità, rimandano al tempo in cui la giovane di Nazareth è divenuta la Madre del Salvatore e alla stagione stupenda e terribile della passione del Signore che essa accompagnò fino al calvario e dal quale ricevette in eredità la maternità universale. Le opere di Tahar Ben Jelloun e Piero Pizzi Cannella che qui si possono ammirare appaiono come degli splendidi bozzetti in attesa di essere realizzati. Sono paragonabili a degli ex voto, oggetti mediante i quali si intende esprimere affetto e devozione. Quei bozzetti sono l’espressione della devozione e dell’affetto che l’animo cerca di esprimere senza riuscirci compiutamente, e per questo si affida al simbolo: un vestito come dire il desiderio di rivestire la Madonna del proprio amore e dell’affetto spontaneo di un bambino per sua madre. Dicono ancora il desiderio di celebrare la Madonna, esprimono l’affetto e la devozione filiale di un popolo che la riconosce come colei che sa dare ad ognuno l’accoglienza, la sicurezza e il conforto. Compaiono assieme alla reliquia del giudice Livatino come degli ex voto: offerta e auspicio di grazia”. Monsignor Renzo Giuliano Primicerio, della Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma, sottolinea che “le vesti di Pizzi Cannella sono un ‘rivestirsi’ di un profondo linguaggio umano che fa apparire l’adesione a una cultura che forma e fa crescere la persona e, ancor più quindi, la rende relazione con il circostante mondo di cui è condotto a sentirsi parte e responsabile. Addirittura nel contesto cristiano ci si ‘riveste’ di Cristo e si fa proprio il mondo dei suoi sentimenti e del suo agire, della sua volontà e della sua donazione ‘per’ gli altri. Maria, la Vergine Madre, come si riveste del ‘manto’ che le permetterà di seguire il suo Figlio divino in tutte le fasi del suo esistere terreno, sia con il manto regale e della gioia, sia con il manto della passione e del dolore; sia con la sua fede esaltata, sia con la sua fede duramente provata, così si manifesta pertanto autentica discepola del suo Signore. Anche Maria, e soprattutto Lei, la donna perfetta, è saldamente ‘rivestita’ di Cristo, suo Figlio. Quella speranza, quei fiori, quel tappeto di preghiera o quella luce sul mondo che irradiano dall’opera chiarissima di Ben Jelloun vengono a simboleggiare fortemente il profondo travaglio interiore di chi crede nel futuro e di come questo futuro stesso sia la luminescenza che irraggia da una vita donata e donata nel solco dell’apertura a Dio. La luce e i suoi colori candidissimi vengono mirabilmente tratteggiati, a segno di una vita dolce e nuova, al di là delle aspettative solo umane”.
È stato assegnato al regista Armando Punzo, fondatore della storica Compagnia della Fortezza, la prima nata in un carcere e diventata una delle realtà più importanti della scena di ricerca, il Leone d’oro alla carriera della Biennale Teatro 2023. La premiazione si svolgerà a Venezia il 17 giugno nella sala delle Colonne, nella sede della Biennale, nel corso Festival Internazionale del Teatro.
Andrà “tutto esaurito” l’eccezionale concerto solidale del 28 gennaio, all’Auditorium Conciliazione di Roma, realizzato dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus con il patrocinio del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e la partnership di Webuild. L’evento, che sarà presentato da Eleonora Daniele, vedrà le esibizioni di Giorgia, la partecipazione straordinaria di Fiorello e per la prima volta ospite della Fondazione la special guest Laura Pausini. Moltissimi i campioni che hanno accettato l’invito a intervenire alla serata benefica: per il nuoto l’olimpionica e plurimedagliata Federica Pellegrini detentrice del record mondiale dei 200 Stile Libero, Simona Quadarella bronzo olimpico Tokyo 2020, e Margherita Panziera campionessa europea 100 e 200 dorso. Per l’atletica Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100 ai Giochi di Tokyo, Bebe Vio, oro a Rio 2016 e a Tokyo 2020 nel fioretto individuale paralimpico, campionessa mondiale ed europea in carica. E poi le veliste Caterina Banti, oro a Tokyo 2020 e Alessandra Sensini olimpionica ed ex vicepresidente Coni. Il campione olimpico di karate Luigi Busà, oro a Tokyo 2020. Gli schermidori Daniele Garozzo, campione olimpico nel fioretto, oro a Rio 2016, argento a Tokyo 2020, Alice Volpi bronzo olimpico a Tokyo nel fioretto a squadre e nel 2022, oro mondiale ed europeo a squadre e bronzo continentale individuale, ed Elisa Di Francisca campionessa olimpica individuale e a squadre nel fioretto a Londra 2012, argento Rio 2016. L’intero ricavato sarà devoluto a sostegno della Campagna “Mi prendo cura di te” per l’ampliamento del Centro Cure Palliative Pediatriche dell’Ospedale Bambino Gesù. Il centro è un luogo di accoglienza, ricovero e cura, finalizzato a offrire le migliori cure a neonati, bambini e ragazzi affetti da patologia cronica grave senza possibilità di guarigione e ai loro familiari, assicurando l’accompagnamento del paziente, durante tutte le fasi della malattia sia durante la residenzialità nel centro che al proprio domicilio, nel proprio quartiere, nella propria scuola, con un adeguato sostegno medico, psicologico e spirituale. Inaugurato il 22 marzo dello scorso anno, il centro è il primo nella Regione Lazio e il più grande in Italia per posti a disposizione.