Walking in the Bubble

Amato e Valditara, Enrico Letta e la pace, AssoDistil, Chianti, Bisanti

23
Febbraio 2023
Di Gianfranco Ferroni

Arriva “L’ora di Costituzione in Senato”, promossa dal presidente della commissione Affari costituzionali, il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni. Il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato, illustra a Palazzo Madama, nella sala Koch, a 150 studenti delle scuole superiori, i principi fondamentali della Costituzione italiana. E’ previsto l’intervento del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.

A Roma al ministero della Salute giornata conclusiva della prima Conferenza Nazionale sulla Nutrizione promossa dal Ministero della Salute. Partecipano, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e il ministro della Salute Orazio Schillaci.

Oggi su Zoom, “Un anno dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina quali prospettive di pace? Quali cambiamenti per la politica estera e di sicurezza europea?”, organizzato da Agenzia di Ricerche e Legislazione. Introduce il segretario del Pd Enrico Letta. Relazione di Filippo Andreatta.

Nella sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, a Roma, AssoDistil presenta il suo “Report sulla sostenibilità 2022”. Lo studio vuole porre l’accento sul ruolo dell’industria distillatoria nei confronti della sostenibilità ambientale. Dal rapporto emerge come questo settore incarni in sé l’essenza della sostenibilità e della circolarità offrendo un contributo concreto e significativo al miglioramento della qualità dell’ambiente. L’obiettivo dello studio, raccontato per l’occasione dalle voci di Antonio Emaldi presidente di AssoDistil, e Sandro Cobror direttore di AssoDistil, è illustrare l’evoluzione nel biennio dei principali indicatori della sostenibilità ambientale, economica e sociale del comparto. Nel report si è poi voluto dare particolare rilievo all’analisi della sostenibilità ambientale con approfondimenti su consumi energetici, emissioni in atmosfera e gestione dei residui di processo e dei rifiuti.

Una scelta intelligente, quella dell’Associazione viticoltori di Castellina in Chianti  per i suoi primi 20 anni: farsi raccontare grazie a un bel libro di Armando Castagno,  che ha raccolto le interviste di 37 produttori. Il volume si intitola “Castellina in Chianti – territorio, vino, persone” ed è stato presentato al Beef Baazar di Roma. La prima parte, “Identità”, è dedicata al territorio di Castellina, e cerca di far luce sui complessi intrecci culturali e ambientali sedimentati nel luogo in varie forme. Si trattano in questa sezione temi quali la vicenda storica, il patrimonio artistico e le specificità geologiche, ma anche argomenti collaterali quali la toponomastica, l’economia produttiva, la flora e la fauna. Sempre nel quadro della prima sezione, segue poi una dettagliata analisi del territorio, in cui viene proposta, e dettagliatamente illustrata, una inedita divisione della superficie comunale in 15 “unità vocazionali”. Di ciascuna si forniscono tutti gli elementi che possano contribuire a spiegare, almeno in parte, il carattere distintivo dei vini che vi vengono prodotti. La seconda sezione del volume, “Persone”, è la più ampia; tratta il tema decisivo per l’interpretazione dei dati storici, tradizionali, estetici e ambientali esposti in precedenza, ossia l’elemento umano, nella sua accezione comunitaria. Essa comprende una scheda, in forma di lunga intervista corredata da foto dei luoghi e delle persone, per ciascuna delle 37 aziende associate. Il racconto che ne viene fuori, spesso assai intimo, non è focalizzato tanto sulla produzione e sullo stile, sul posizionamento di mercato o le dimensioni aziendali, ma sul lato personale degli intervistati, sui loro ricordi, le loro radici, i progetti, le motivazioni, gli obiettivi raggiunti, quelli da raggiungere. La terza sezione, “Orientamento”, intende coadiuvare chi si metta in prima persona alla ricerca del contatto con la realtà fattuale di Castellina in Chianti: include nomi, recapiti, coordinate e 16 tavole geografiche dettagliate con le posizioni di tutte le cantine; chiude il capitolo una bibliografia essenziale cui attingere per ulteriori ricerche. “I produttori di Castellina in Chianti da tempo sentivano la necessità di iniziare un percorso comune nel tentativo di promuovere il territorio e valorizzare i vini straordinari e l’immagine di Castellina” ha affermato il presidente dell’associazione, Enrico Pozzesi, sottolineando che “da qui è nata l’idea di affidare a Castagno il compito di raccontarci”. Castellina in Chianti occupa una superficie di poco meno di 10mila ettari, a cavallo tra la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia. Grazie ai suoi 1.682 ettari coltivati a vigneto, è il comune con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico. Circa il 70% dei vigneti è a conduzione biologica o in conversione, una percentuale in progressiva crescita: delle 39 aziende che fanno parte dell’associazione, infatti, ben 36 sono già certificate bio o in regime di conversione.

C’era il Consorzio Grana Padano tra i protagonisti dell’area espositiva “Agorà” di “Italia Next Dop”, il primo simposio scientifico filiere Dop Igp, organizzato dalla Fondazione Qualivita. Il consorzio è il più grande player nazionale del latte che conta su 4mila stalle, 142 caseifici, 200 stagionatori e confezionatori, che ha prodotto nel 2022 oltre 5,2 milioni forme Dop. Nello spazio dedicato il consorzio ha condiviso con altre filiere Ig presenti e con gli interlocutori istituzionali i risultati del progetto comunitario Life Ttgg – The Tough Get Going, nato da una sinergia tra Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, la start up Enersem, OriGin, Fondazione Qualivita, aziende produttrici ed enti di formazione e di ricerca italiani e francesi. Il progetto di ricerca applicata ha permesso la creazione di un software user friendly, in grado di valutare l’impronta ambientale e di incentivare la sua riduzione in tutta la filiera, dalla produzione del latte fino alla trasformazione in formaggio e al suo confezionamento. Il software Ssda (Strumento di supporto alle decisioni ambientali) pone il consorzio all’avanguardia nella ricerca di sistemi e di metodologie volte al target della neutralità climatica. L’introduzione dell’applicazione nella filiera avrà un significativo riscontro ambientale ed economico, considerando che, ogni anno, i caseifici che producono Grana Padano trasformano 3,4 milioni di tonnellate di materia prima, pari al 30% della produzione nazionale di latte. Prendendo in considerazione solo l’aspetto energetico, l’applicazione delle misure di efficientamento individuate da Enersem porterebbero ad un risparmio di almeno 5 euro a forma con un evidente impatto positivo sull’ambiente. E su una produzione di oltre 5 milioni di forme l’anno il conto economico ed ecologico è presto fatto. “Essere il consorzio del formaggio Dop più consumato al mondo”, ha detto il direttore generale Stefano Berni, “ci consente e ci obbliga al tempo stesso ad essere i pionieri dei percorsi di transizione verso economie sostenibili e circolari, percorsi che hanno come riferimento la qualità della materia prima e l’eccellenza del prodotto trasformato e che coniugano in modo armonico la tradizione al futuro”. A partire da marzo il consorzio attiverà con il supporto di Politecnico, Cattolica ed Enersem i corsi di formazione necessari affinché l’applicazione del software Ssda possa essere introdotta nel ciclo di produzione delle aziende che partecipano alla filiera del Grana Padano. L’obiettivo strategico che si intende raggiungere è perfettamente in linea con gli indirizzi comunitari del Farm to Fork e Biodiversità 2030, linee guida fondamentali per le nazioni della Comunità europea che forniscono una nuova visione sul mondo dell’agricoltura, che dovrà garantire, con una produzione più sostenibile, cibo sufficiente a prezzi accessibili.

Sculture in marmo, terracotta, gesso e legno, dipinti ad olio, collage e acrilici: fino al 25 febbraio la Caserma Pietro Lungaro di Roma ospita il ventennale percorso artistico dello scultore, pittore e incisore romano Giorgio Bisanti, grazie a un’ottantina di opere. Influenzato sin da giovane dall’incontro con artisti quali Emilio Greco e Venanzo Crocetti, frequenta in gioventù lo studio di Renato Guttuso e proprio quest’ultimo lo invita a iscriversi al liceo artistico. Negli anni accademici la frequentazione dello studio di Pericle Fazzini condiziona e costruisce la sua personalità artistica. L’arte di Bisanti si è fatta spazio all’interno di luoghi ufficiali della Polizia di Stato, portando bellezza e visione, offrendo spunti di riflessione attraverso l’arte nei reparti di diverse città italiane come Roma, Asti, Lucca, Palermo, Foggia, Catania e Moena. E sono tantissime le opere che Bisanti lascia in eredità alla Polizia di Stato, come segno indelebile e duraturo della dedizione e dello spirito di servizio, ma anche come messaggio di apertura e dialogo.