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Usa 2024: – 42, Harris-Trump sull’altalena dei sondaggi, ‘shutdown’ sventato
Di Giampiero Gramaglia
A sei settimane dall’Election Day, il 5 novembre, Kamala Harris, la candidata democratica, fa meglio di Donald Trump, il candidato repubblicano, nei sondaggi nazionali e nella raccolta fondi, ma la partita resta incerta negli Stati in bilico da cui – per il sistema elettorale negli Stati Uniti – dipende l’esito della corsa alla Casa Bianca.
In un’intervista a Full Measure, Trump, 78 anni, ha escluso di ricandidarsi nel 2028, se sconfitto: «No, basta, non ci penserei proprio». In caso di vittoria, Trump non potrebbe più ricandidarsi, avendo già esercitato due mandati.
Due rilevamenti diffusi domenica danno risultati analoghi: in quello per conto della Cnn, Harris è al 50% delle intenzioni di voto e Trump al 47%; in quello per conto della Abc Harris è al 49% e Trump al 44%. Ma il conteggio dei Grandi Elettori fatto dal sito 270towin continua ad assegnarne 226 sicuri o quasi a Harris e 219 a Trump, con i 93 dei sette Stati incerti ballerini.
Lì, Harris e Trump devono pescare i Grandi Elettori che mancano per arrivare a 270, la soglia della vittoria: più che ai sondaggi nazionali, bisogna quindi guardare alle intenzioni di voto espresse in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, Arizona e Nevada, Georgia e North Carolina – tutti Stati vinti da Biden nel 2020 tranne la North Carolina.
E proprio in North Carolina la campagna repubblicana sta subendo i contraccolpi dello scandalo politico-sessuale che coinvolge il candidato governatore Mark Robinson, un ‘trumpiano’ da cui Trump cerca ora di smarcarsi, dopo che la Cnn ha scovato suoi post su un sito porno in cui, anni fa, si definiva «nazista nero» e «pervertito». Quattro pilastri della campagna di Robinson si sono dimessi, ma il candidato non vuole fare un passo indietro, nonostante che sabato il magnate non lo abbia voluto accanto a sé sul palco di un comizio a Charleston, la maggiore città dello Stato.
Harris, che ha i suoi punti deboli su immigrazione ed economia, farà un discorso sull’economia in settimana. Ieri, a New York, ha raccolto 27 milioni di dollari, la somma maggiore fin qui ricavata dalla sua campagna da un singolo evento. «C’è molto sostegno per ciò che vogliamo fare per evitare le divisioni nel nostro Paese», ha commentato la candidata democratica.
Oltre 700 funzionari della sicurezza nazionale ed ex alti ufficiali delle forze armate hanno pubblicamente dato il loro endorsement a Harris, con una lettera aperta pubblicata domenica, definendola una candidata che «difende gli ideali democratici dell’America» e dichiarando che Trump «non è adatto» al ruolo – gli contestano, in particolare, l’affermazione di voler essere, se rieletto, «dittatore per un giorno» –.
Usa 2024: accordo bipartisan sventa rischio ‘shutdown’ prima di elezioni
La campagna elettorale potrà, di qui in avanti, svolgersi senza la spada di Damocle di una serrata, sia pure parziale, dei servizi pubblici federali: leader democratici e repubblicani del Congresso hanno infatti raggiunto domenica un accordo che finanzia la spesa pubblica per i prossimi tre mesi, almeno fino alla vigilia di Natale, e che sventa il rischio di uno ‘shutdown’.
Negli Stati Uniti, l’anno fiscale inizia il 1º ottobre: a quella data, l’Amministrazione Biden, senza un’intesa nel Congresso, si sarebbe trovata nell’impossibilità di spendere.
Dopo che una prima proposta era stata respinta, lo speaker della Camera Mike Johnson, repubblicano, ha presentato un piano alternativo che non fa più menzione, come i ‘trumpiani’ volevano, di una prova di cittadinanza per votare, una misura voluta dal candidato repubblicano.
La bozza d’intesa sarà esaminata dalla Camera in settimana e dal Senato entro il 30 settembre. Johnson ha messo in guardia i suoi deputati: «Anche se questa non è la soluzione che preferiamo, è la strada più prudente da seguire… Come la storia ci insegna, e come dicono i sondaggi, una serrata a meno di 40 giorni dalle elezioni sarebbe un atto di negligenza politica».
Altre cose da sapere
- Usa 2024: ‘the second gentleman’ contro leader autotrasportatori – Doug Emhoff attacca Sean O’Brien, il leader dei Teamsters, il sindacato degli autotrasportatori, perché non ha appoggiato sua moglie Kamala. O’Brien sarebbe stato ‘bullizzato’ da Trump e “non ha avuto il coraggio di opporsi”. Il sindacato dei camionisti, di solito vicino ai democratici, come fu per Joe Biden a Usa 2020, non ha attribuito endorsement per Usa 2024, nonostante un sondaggio interno avesse indicato una preferenza degli iscritti per Trump, mentre sezioni locali, tra cui quelle di California e Pennsylvania, appoggiano Harris.
- Usa 2024: Melania fa pubblicità alla sua autobiografia – L’ex first lady Melania Trump prosegue l’azione pubblicitaria per la sua autobiografia e pubblica un nuovo video in cui legge un passaggio del libro in uscita l’8 ottobre, sulle “proteste violente in tutto il Paese” durante la presidenza di suo marito. “Un giorno arrivarono a Pennsylvania Avenue… L’agente del Secret Service mi disse che dovevo spostarmi”, racconta Melania senza specificare di che evento si trattasse. Nel 2020, l’allora presidente, Melania e il figlio Barron furono portati nel bunker sotterraneo della Casa Bianca, quando un gruppo di manifestanti si radunò fuori dall’edificio nei giorni delle proteste dopo l’omicidio di George Floyd.