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-103 Usa 2024: effetto Harris su campagna democratica, avanti in sondaggio

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Luglio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Effetto Harris su Usa 2024: la vice di Joe Biden, che è ormai la candidata democratica ‘in pectore’ alla Casa Bianca, in attesa della nomination formale alla convention d’agosto a Chicago, è in testa in un sondaggio Reuters / Ipsos realizzato dopo il ritiro del presidente dalla corsa.

Il rilevamento è nazionale e riguarda gli elettori registrati, con un margine d’errore del 3%: Harris è al 44% e Donald Trump, candidato repubblicano, al 42%. In una corsa a tre con il candidato indipendente Robert F. Kennedy jr, il vantaggio di Harris è più netto; ha il 42%, contro il 38% di Trump e l’8% di RFK jr.

I sondaggi nazionali sono scarsamente indicativi, perché, per il sistema elettorale statunitense, l’esito della votazione dipende da quel che accade negli Stati in bilico.

Ma appare comunque significativo che Harris, finora dietro, balzi davanti a Trump, dopo il fallito attentato del 13 luglio e la convention repubblicana della scorsa settimana, due eventi che dovevano normalmente proiettare Trump in alto nei rilevamenti.

Questa sera, il presidente Biden farà un discorso alla Nazione, alle 20.00 ora di Washington, le due del mattino in Italia, per spiegare le ragioni del suo ritiro e indicare agli americani “che cosa gli resta da fare” e come intende “concludere il proprio lavoro”.

Usa 2024: Harris, vice cercasi
Che Harris sia percepita come potenzialmente pericolosa dalla campagna repubblicana, lo si capisce dall’intensità degli attacchi che Trump e il suo vice JD Vance le rovesciano addosso. La vice Biden è soprattutto criticata per la gestione dell’immigrazione, uno dei dossier che le era stato affidato. “La sua incompetenza ci ha regalato il confine peggiore e più pericoloso al mondo”, afferma Trump citando un sondaggio di Nbc secondo cui Harris è il vice-presidente più impopolare di tutti i tempi.

I democratici sono però compatti sul suo nome: ultimi endorsement eccellenti, quelli dei capigruppo alla Camera e al senato Hakeem Jeffries e Chuck Schumer.

Assicuratasi in meno di 48 ore i delegati necessari per garantirsi la nomination democratica, Harris è ora alle prese con la scelta del vice, che sarà – le previsioni sono unanimi – un uomo bianco (lei è una donna e ha ascendenze afro-americane e indiane). Nella lista dei papabili tre governatori, quelli della Pennsylvania, Josh Shapiro, del Kentucky, Andy Beshear, della North Carolina, Roy Cooper; e il senatore dell’Arizona Mark Kelly. La governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, sulla carta un’alternativa ad Harris, s’è già messa al suo servizio.

La selezione del vice di solito prende mesi; Harris deve farla in pochi giorni, massimo tre settimane.

Usa 2024: il tributo di Hillary a Kamala
Dopo l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, un’altra donna del gotha democratico rende omaggio a Harris: in un ‘op ed’ su New York Times, Hillary Clinton, ex first lady, ex senatrice, ex segretaria di Stato, ex candidata democratica alla Casa Bianca, scrive che Harris “rappresenta un nuovo inizio per la politica americana. Può offrire una visione di speranza e unità. Ha il talento, l’esperienza ed è pronta per essere presidente. So che può battere Donald Trump…”.

Per Hillary, “la scelta non potrebbe essere più chiara in questa elezioni: Da una parte, un criminale condannato a cui interessa solo sé stesso e che sta cercando di portare indietro i diritti e il Paese. Dall’altra parte, una saggia procuratrice e una vicepresidente di successo”. Clinton invita a non avere paura del fatto che sia la prima donna e la prima asiatica alla guida di un ticket presidenziale: “Credere che il progresso sia impossibile è una trappola”, afferma, elogiando Biden per avere fatto la cosa giusta nel fare un passo indietro.

Usa 2024: per Harris, il test Netanyahu
La presenza a Washington del premier israeliano Benjamin Netanyahu offre a Harris anche un test di politica internazionale. In visita a Washington, mentre le trattative per una tregua nella Striscia e la liberazione degli ostaggi tuttora trattenuti sono in stallo, Netanyahu ha un’agenda fitta di eventi e incontri: oggi, il discorso al Congresso in sessione plenaria; domani i colloqui con Biden, rientrato martedì alla Casa Bianca dopo una settimana di isolamento nella casa al mare in Delaware causa Covid, con Harris e con il candidato repubblicano ed ex presidente Trump.

Nei tre incontri, climi diversi. L’atmosfera per Netanyahu a Washington è pesante. A dirla lunga, basta un titolo del New York Times: “Mentre il premier parla al Congresso, l’agonia di Gaza continua”. Sit-in di protesta sul Campidoglio si concludono con un’ondata di arresti (nella Rotunda del Congresso, dominata dall’apoteosi di Washington del Brumidi, è vietato manifestare); e decine di deputati e senatori lasceranno vuoti i loro scranni, durante il discorso – furono 58 nel 2015, quand’era presidente Barack Obama -. Fra le assenze dichiarate, quelle della deputata Alexandria Ocasio-Cortez che considera Netanyahu un criminale di guerra, e dei senatori Bernie Sanders, ebreo, e Dick Durbin. Sanders spiega: “Sono d’accordo sul fatto che Netanyahu e Yahya Sinwar sono dei criminali di guerra”.

A testimoniare la precarietà delle relazioni tra Usa e Israele in questo periodo, neppure Harris, che è la presidente del Senato, sarà presente al discorso di Netanyahu, invitato a parlare dai repubblicani. Le tensioni tra l’Amministrazione Biden e il governo israeliano sono andate crescendo in parallelo alla frustrazione a Washington per il modo in cui Israele conduce la guerra nella Striscia di Gaza, senza adeguato rispetto per la vita dei civili palestinesi.

Usa 2024: attentato a Trump, direttrice Secret Service si dimette
Come prevedibile, la direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle, ieri si è dimessa, dopo essersi assunta, nell’audizione di lunedì alla Camera, la responsabilità degli errori compiuti in occasione del fallito attentato a Trump sabato 13 luglio in Pennsylvania. Intanto, le indagini sull’episodio proseguono, ma il movente dello sparatore Thomas Matthew Crooks, poi ucciso, non è ancora emerso. Cheatle era una veterana del Secret Service, che dirigeva dal 2022.

Il corpo che cura la sicurezza dei presidenti e degli ex presidenti, e dei candidati alla presidenza, ha intanto chiesto a Trump di rinunciare agli eventi all’aperto: un grosso cambiamento, per il magnate, abituato a grandi eventi con grandi folle.

In tutt’altra vicenda, il senatore democratico del New Jersey Bob Menendez ha ieri annunciato che si dimetterà il 20 agosto, dopo essere stato condannato per corruzione e per avere agito come agente al servizio dell’Egitto. Menendez aveva fin qui resistito alle pressioni del partito a dimettersi.

Le dimissioni sono state annunciate in una lettera al governatore del New Jersey Phil Murphy, che deve ora designare un sostituto che resterà in carica fino a gennaio, quando il seggio sarà occupato dal vincitore delle elezioni già previste il 5 novembre (e cui Menendez non è candidato).