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Usa 2024 – 44: Harris, “Se qualcuno fa irruzione in casa mia, gli spariamo”
Di Giampiero Gramaglia
“Se qualcuno fa irruzione in casa mia, gli spariamo”. Parole e video di Kamala Harris, intervistata da Oprah Winfrey sul palco di un evento elettorale a Farmington Hills, in Michigan, diventano virali sui media e sui social negli Stati Uniti.
La candidata democratica ripete quello che aveva già detto alla convention, che lei e il suo vice Tim Walz possiedono un’arma per sicurezza personale, e poi risponde in modo apparentemente spontaneo, seppure in tono scherzoso, alla domanda “Che succede se qualcuno entra in casa tua?”.
Subito dopo, Harris scoppia in una risata: dice “Forse non avrei dovuto dirlo”; e aggiunge, sempre ridendo, “Ci penserà il mio staff a sistemare le cose”.
L’evento di Farmington Hill era iniziato su toni ben diversi: testimonianze di vittime di sparatorie nelle scuole e l’invito a fare qualcosa per il controllo delle armi. Harris vuole vietare – o limitare fortemente – la vendita delle armi d’assalto. “Un’arma da fuoco che è stata letteralmente concepita per essere uno strumento di guerra non può circolare in una società civile”.
La lettura dell’episodio fatta dal Washington Post è che la vice-presidente vuole fare sapere di essere favorevole a rispettare il Secondo Emendamento della Costituzione statunitense, che garantisce il diritto di possedere e portare un’arma, dicendo ai suoi potenziali elettori armati, che sono decine di milioni, “non vi porteremo via la vostra pistola”.
Usa 2024: le folle ai comizi, un’analisi comparata del New York Times
Con foto di qualità e d’impatto e dovizia di mezzi, il New York Times fa un’inchiesta sul pubblico ai comizi di Harris e di Donald Trump, per verificare le affermazioni dell’ex presidente che c’è più gente ai suoi che a quelli della rivale, che truccherebbe le foto dei suoi eventi.
Il giornale ha confrontato tutti i comizi dei due candidati di un determinato periodo: le dimensioni del pubblico sono confrontabili, ma c’è più gente che va a sentire Harris di quella che va a sentire Trump.
Il che, in termini di voti, non significa però nulla: magari, è solo un effetto della curiosità per un personaggio ‘da scoprire’, mentre l’ex presidente lo conoscono tutti ed è sempre lo stesso.
Usa 2024: leggi elettorali, grandi manovre ‘last minute’
Corsa contro il tempo, negli Stati in bilico, per cambiare le leggi elettorali: amministratori e giudici impartiscono disposizioni sulle modalità di voto diverse e talora contraddittorie, in genere guidati dal presunto interesse del loro candidato di riferimento.
Così in Georgia, dove l’Amministrazione è repubblicana, e dove nel 2020 l’esito fu serrato, si torna allo spoglio delle schede manuale, il che, a giudizio di molti, renderà più lento e ancora più contestabile il risultato: i democratici faranno ricorso. E, in Arizona, i giudici ammettono al voto 98 mila elettori la cui cittadinanza non è ancora confermata: i conservatori vanno in appello.
Ma la novità più grossa è quanto sta avvenendo in Nebraska: l’Assemblea statale, repubblicana, istigata da Trump e da suoi sodali, come il senatore Lindsay Graham, vuole cambiare le regole sull’attribuzione dei Grandi Elettori. Il Nebraska, con il Maine, è uno dei due Stati che li divide proporzionalmente ed è quindi probabile che – rebus sic stantibus – almeno uno dei suoi cinque vada a Harris.
Invece, se anche il Nebraska adotta la regola che chi vince prende tutto, tutti i suoi cinque Grandi Elettori andranno a Trump.
In un’elezione incerta, come s’annuncia questa, anche un Grande Elettore può essere determinante.