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Usa 2024: – 48, per il fallito tentato attentato, Trump accusa Biden e Harris
Di Giampiero Gramaglia
Il giorno dopo il secondo fallito tentato attentato a Donald Trump, notizie, dubbi e valutazioni s’intrecciano sui media Usa, mentre l’ex presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca, dopo un primo momento di cautela e riserbo, parte all’attacco, mettendo esplicitamente sotto accusa il presidente Joe Biden e la sua rivale Kamala Harris. “La loro retorica infiammatoria – dice alla Fox – fa sì che io sono quello cui sparano, mentre sto cercando di rendere sicuro questo Paese”.
La Cnn prende sul serio l’allarme che deriva dall’episodio di domenica e lancia un’esortazione: “Non di nuovo”. Altri s’interrogano sui molti aspetti non chiari di quanto avvenuto a West Palm Beach e sulla personalità del presunto attentatore: il New York Time usa come formula “apparente tentativo di attentato”; il Washington Post preferisce parlare di “potenziale attentato”.
Colpisce il fatto che Trump, che ne è uno specialista, come il suo vice J.D. Vance, scarichi la colpa sulla retorica dell’odio di Biden e Harris: “Dio vuole che sia io il presidente degli Stati Uniti”, dice.
Nell’intervista alla Fox, il magnate afferma che l’attentatore “ha agito sull’onda di un linguaggio altamente incendiario da parte dei democratici”.
Biden e Harris hanno entrambi condannato l’atto di violenza ed espresso sollievo perché Trump è rimasto illeso. Biden ha anche chiamato Trump, che s’è inizialmente negato al telefono; poi, i due hanno avuto una conversazione definita “cordiale”.
Harris insiste che la violenza non ha posto in America. Purtroppo, non è vero: la violenza è parte dell’America, che ha avuto quattro presidenti su 46 morti ammazzati e uno ridotto in fin di vita – nessun mestiere politico è statisticamente più pericoloso –. E la Cnn ricorda che nel 1975, nel clima del ‘post Watergate’, l’allora presidente Gerald Ford sfuggì a due tentativi d’assassinio in 17 giorni, “in una fase di violenza politica notevole persino per gli standard degli Stati Uniti”
E suscitano un’eco di scalpore anche le dichiarazioni, poi ritrattate, sia pure in modo un po’ elusivo, di Elon Musk, che ha commentato l’accaduto incitando all’emulazione gli aspiranti assassini, “Nessuno prova mai a uccidere Biden o Harris”.
Su Appunti di Stefano Feltri, il professor Giovanni Boccia Artieri scrive: “In una società sempre più frammentata, la rabbia ha assunto un ruolo cruciale come forza aggregante. E’ un collante sociale”.
Mancano ancora indicazioni su come l’episodio di domenica possa impattare su Usa 2024 e se sposti voti o almeno simpatie sul candidato repubblicano.
La ricostruzione dell’accaduto, le indagini, gli sviluppi
Ma restiamo ai fatti riportati dai media Usa. Emerge con chiarezza che l’uomo intercettato e arrestato, non ha mai sparato né a Trump né agli uomini della sicurezza, che gli hanno esploso contro 4 o 5 colpi. Tant’è vero che Ryan Wesley Routh, 58 anni, ieri brevemente comparso in un’aula del tribunale di West Palm Beach, non è stato accusato per ora di tentato omicidio, ma solo di due reati connessi al fatto di avere un’arma: non aveva diritto di possederla in quanto pregiudicato e la matricola del suo fucile era abrasa.
L’Fbi ritiene che Routh abbia agito da solo e che non stesse lavorando per altri. Quanto al movente, in un libro auto-pubblicato su Amazon, Routh sosteneva che si è “liberi di uccidere” il magnate, definito “folle”, “idiota” e “buffone”. A corredo di un testo di 291 pagine sconclusionato e delirante intitolato “La guerra dell’Ucraina impossibile da vincere dall’Ucraina”, ci sono immagini cruente e tragiche di soldati e civili tratte da conflitti in tutto il mondo.
Routh, numerosi piccoli precedenti giudiziari, titolare di una modesta impresa edile alle Hawaii, ha pure criticato spesso Trump sui social, specie a proposito dell’Ucraina.
Euronews riferisce che, dall’Ucraina, fonti della Legione Straniera ucraina e della Brigata Azov, legata a gruppi di estrema destra, escludono che Routh sia o sia stato un loro membro e abbia o abbia avuto rapporti con loro.
Le informazioni pubblicate dai media Usa provengono da dichiarazioni ufficiali degli inquirenti o da fonti loro vicine e spesso coincidono. Routh si sarebbe aggirato nella macchia intorno al campo da golf di proprietà di Trump per almeno 12 ore prima di essere intercettato, ma non avrebbe mai avuto il presidente “in linea di tiro”. E c’è chi contesta l’idoneità dell’arma in possesso di Routh, che non era un AK47 originale, a colpire con precisione dalla distanza cui l’uomo si trovava dall’ex presidente, circa 500 metri.
Secondo i responsabili del Secret Service, quanto avvenuto dimostra che le misure di sicurezza supplementari adottate dopo gli errori compiuti due mesi or sono a Butler in Pennsylvania funzionano. Anche se il presidente Biden s’è affrettato a disporre che le misure di sicurezza intorno a Trump siano ulteriormente rafforzate.
I media conservatori, come il Daily Signal della Heritage Foundation, colgono l’occasione per tirare fuori nuove indiscrezioni sugli errori fatti a luglio dal Secret Service. E Dan Bongino, un ex addetto alla sicurezza del presidente, si chiede se ci sia stata una talpa a dare indicazioni a Routh su quando e dove Trump sarebbe stato domenica sui campi di golf.