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Usa 2024: dopo 3 giorni, si completa la conta dei voti, Trump fa nomine, Putin apre

08
Novembre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Gli sviluppi dopo il voto di martedì si articolano su tre fronti: i primi passi di Donald Trump, ormai divenuto il 47° presidente eletto degli Stati Uniti, il primo “criminale condannato” eletto presidente nella storia dell’Unione; la ricerca di un ‘colpevole’ fra i democratici, col cerino che passa di mano tra Kamala Harris, la candidata sconfitta, Joe Biden, il presidente fattosi da parte tardi, e i ‘saggi’ del partito riluttanti a intervenire; e i riflessi internazionali del ‘come back’ di Trump, con le prove di dialogo del presidente russo Vladimir Putin.

Intanto, la conta dei voti prosegue: il computo dei Grandi Elettori è definitivo, 312 a 226; invece, quello dei senatori e dei deputati deve essere ancora completato – restano due seggi al Senato e 15 alla Camera da assegnare -. Al Senato, i repubblicani sono già sicuri della maggioranza: hanno 52 seggi su 100, i democratici 46. Alla Camera, i seggi già assegnati sono 216 ai repubblicani, ne mancano due per la maggioranza, e 204 ai democratici.

Trump ha preso la prima decisione presidenziale del secondo mandato e ha nominato Susie Wiles capo dello staff alla Casa Bianca: un ruolo molto delicato, che, nel primo mandato, vide alternarsi ben quattro persone, fra cui due generali, senza mai toccare a una donna. Negli ultimi quattro anni, Wiles ha gestito gli affari politici di Trump ed è stata la manager della sua campagna: la sua nomina non stupisce nessuno. In una dichiarazione, Trump elogia Wiles per averlo aiutato a conseguire “una delle più grandi vittorie politiche nella storia americana” e per il contributo dato alle campagne 2016 e 2020.

Biden per transizione “pacifica e ordinata”; Powell resta; il gioco della colpa
Parlando alla Casa Bianca, il presidente Biden ha assicurato che la transizione sarà “pacifica e ordinata”, nel rispetto della volontà espressa dal popolo americano, e ha fatto un bilancio positivo della sua presidenza.

Il presidente della Federal reserve, Jerome Powell, che ha ieri annunciato un ulteriore riduzione d’un quarto di punto del tasso di sconto, ha escluso sue dimissioni, in caso di pressioni in tal senso del presidente Trump, che non ha il potere di destituirlo prima della fine del suo mandato, nel 2026. 

La Cnn dà il suo contributo al gioco democratico della ricerca del colpevole, in un’analisi dal titolo “di chi è la colpa”, mentre il New York Times parla di una campagna troppo corta della Harris e delle responsabilità di Biden: “Devastati, i democratici giocano a ‘di chi è la colpa’ e hanno davanti a sé un futuro tetro, mentre i trumpiani guardano a quella che vedono come una presidenza con dio dalla loro parte”.

La Cnn nota che la vittoria di Trump ha reso enormi vantaggi finanziari, ai paperoni del mondo: l’euforia delle borse per il ritorno al potere di un ricco che ha un occhio di riguardo per i ricchi ha immediatamente rimpinguato le casse di chi non ne aveva bisogno, a prescindere dalla posizione assunta nella competizione elettorale negli Stati Uniti, che siano il folletto pro-Trump Elon Musk o l’agnostico Jeff Bezos o il sostenitore di Harris Bill Gates. 

WP: la vittoria di Trump “cementa il trionfo dell’Occidente illiberale”
In un’analisi sul Washington Post, Ishaan Tharorr scrive che la vittoria di Trump “cementa il trionfo dell’Occidente illiberale”: se durante il primo mandato del magnate alla Casa Bianca la leadership dell’Occidente era, in un certo senso, passata alla cancelliera tedesca Angela Merkel, ora che ci sono  leadership deboli in Francia e in Germania, non c’è un’alternativa”.

Da allora, “l’estrema destra in Europa ha fatto notevoli progressi ed ha le compagini parlamentari più numerose in Olanda, Francia, Austria e Italia, è in crescita in Germania e Portogallo, è imprescindibile per una maggioranza di governo in Svezia e in Finlandia . E in Slovacchia e Ungheria, nazionalismi di destra alimentano i governi al potere … Un’amministrazione Trump galvanizzata può, inoltre, vedersi in sintonia con – e fornire ispirazione a – alleati di estrema destra in Italia, dove il governo prende misure per impedire a coppie omosessuali di allevare famiglie, ed in Olanda, dove il Parlamento vaglia misure anti-immigrazione che potrebbero rispedire in Siria richiedenti asilo”.

Le congratulazioni di Putin con apertura di credito a Trump sull’Ucraina
Il presidente russo Vladimir Putin ha approfittato della sessione plenaria del Forum del think tank Valdai Club per congratularsi con Trump della sua vittoria. Putin ha detto che “non sa che cosa accadrà” quando Trump sarà di ritorno alla Casa Bianca, ma ha osservato che il suo “desiderio di ripristinare le relazioni con la Russia, per contribuire a porre fine alla crisi ucraina, merita attenzione”.

Non sarà, però, lui a chiamarlo. “Non lo faccio, perché i leader occidentali a un certo punto mi chiamavano quasi ogni settimana, e poi all’improvviso hanno smesso”.

Trump, dal canto suo, parlando con Nbc, ha detto: “Penso che Putin ed io ci parleremo”. Del resto, già in campagna elettorale, aveva detto che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata chiamare Putin, senza aspettare l’insediamento.

Membri del team di transizione hanno rivelato al Wall Street Journal che Trump sta già preparando un piano per porre fine al conflitto in Ucraina: prevederebbe il congelamento dela linea del fronte, la creazione di una zona demilitarizzata; e la sospensione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato almeno per vent’anni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha già fatto sapere che un piano del genere sarebbe “molto pericoloso”: “Ci abbiamo provato nel 2014 e abbiamo perso la Crimea e avuto, nel 2022, un’invasione su vasta scala”.