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Usa 2024: – 97, Biden vuole cambiare Corte Suprema, Harris pensa a vice

30
Luglio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Con un op-ed sul Washington Post, il presidente Usa Joe Biden lancia quelle che definisce “tre coraggiose riforme” per restituire ai cittadini fiducia nella Corte Suprema e nella democrazia, erosa da recenti sentenze e comportamenti dei giudici supremi.

Le riforme mirano a introdurre un termine al mandato dei giudici, attualmente a vita, e un codice di condotta etico rigoroso e vincolante, oltre che un emendamento costituzionale che sancisca che non c’è immunità per un presidente se commette dei reati durante il suo mandato.

Biden ha poi illustrato i suoi progetti per la Corte Suprema, in Texas, a Austin, celebrando, presso la Biblioteca intitolata al presidente Lyndon B. Johnson, il 60esimo anniversario del Civil Right Act.

Il presidente, che, da quando ha rinunciato a brigare un secondo mandato, appare più attivo e reattivo, ha denunciato l’agenda “estrema e inesplorata” della Corte Suprema nella sua attuale composizione: alcune sentenze “hanno eroso i diritti civili” – con il venir meno della tutela federale sul diritto di aborto, ad esempio -; la recente decisione sull’immunità presidenziale di Donald Trump ha creato un “precedente pericoloso”, perché in America “non ci sono re e nessuno è al di sopra della legge” e “non siamo un paese di dittatori”.

L’iniziativa di riforma, cui il presidente s’è convertito dopo essere stato a lungo contrario, risponde a una serie di sentenze della Corte Suprema molto controverse e apparentemente ispirate più dall’orientamento politico dei giudici che da considerazioni giuridiche.

La composizione e l’orientamento della Corte sono stati fortemente condizionati dal fatto che Trump ha potuto designare tre giudici nel suo mandato: la Corte ora conta sei conservatori e tre progressisti e ha costantemente deciso, nell’arco di Usa 2024, in favore dell’ex presidente, permettendogli, di fatto, di sottrarsi ai processi.

E’ il caso, negli ultimi mesi, delle decisioni sul riconoscimento a Trump di una parziale immunità sui reati commessi alla Casa Bianca, sugli ostacoli frapposti alle condanne dei sovversivi dell’assalto al Congresso il 6 gennaio 2021, sull’erosione del potere dell’Amministrazione in linea con la destra che contesta il ‘big Government’.

L’iniziativa di Biden è condivisa da Kamala Harris, che dice che le riforme “aiuteranno a restituire fiducia, a rafforzare la democrazia e ad assicurare che nessuno è sopra la legge”.

Ma, in realtà, essa non ha alcuna possibilità di andare in porto in questa legislatura, con la Camera controllata, sia pure di misura, dai repubblicani.

La proposta è “morta all’arrivo alla Camera”, non va da nessuna parte: dice lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson.

Dal punto di vista politico, però, la mossa punta a motivare i democratici in vista delle elezioni, perché fra i liberal l’ostilità verso la Corte Suprema a maggioranza conservatrice è molto elevata fin dall’abolizione nel 2022 della tutela sul diritto all’aborto riconosciuta dalla stessa Corte nel 1973.

Usa 2024: Harris alle prese con la scelta del vice
Kamala Harris, candidata democratica ‘in pectore’ alla Casa Bianca, sceglierà il suo vice “a giorni”, secondo Gretchen Whitmer, la governatrice del Michigan co-presidente della campagna di Harris.

Whitimer s’è già chiamata fuori dal lotto di candidati: “Ho detto a tutti, ai cittadini del Michigan, che resterò come governatrice fino alla fine del mio mandato nel 2026″.

Del resto, è opinione diffusa che la scelta di Harris cadrà su un uomo bianco.

E uno dei candidati che risponde all’identikit, il governatore della North Carolina Roy Cooper, ha ieri fatto sapere di non essere in lizza, forse per evitare ci cedere il potere al suo vice, che è un repubblicano.

Cooper era citato fra i possibili vice, insieme ai governatori di Pennsylvania, Illinois, Georgia e al senatore dell’Arizona ed ex astronauta Mark Kelly.

Usa 2024: Vance e Musk nel mirino dei democratici
Il candidato repubblicano alla vice-presidenza JD Vance e il sostenitore di Trump Elon Musk sono bersaglio di critiche democratiche in questa fase della campagna per Usa 2024.

Vance – sostiene Whitmer – “non vede le donne alla pari”; Musk posta un video di Harris artefatto con l’IA, nel quale Kamala dice “sono stata scelta perché rappresento il massimo della diversità” e “chiunque mi critica è sessista e razzista”.

A sua volta, Musk accusa Google di “interferenza elettorale”: boicotterebbe le ricerche su Trump.

Su X, il magnate ha pubblicato lo screenshot di quella che sembra essere una ricerca su Google, dove, scrivendo le parole ‘President Donald’, il completamento automatico in prima istanza suggerirebbe ‘President Donald Duck’ (Presidente Paperino) e ‘President Donald Regan’.

Musk si chiede se ciò non prefiguri una “interferenza elettorale”; Google nega ogni intento discriminatorio nell’algoritmo che governa il completamento automatico.

Da segnalare, infine, che, secondo il Wall Street Journal, che cita fonti dell’intelligence anonime, l’Iran sta cercando di danneggiare la campagna di Trump con operazioni di interferenza: Teheran teme che un ritorno al potere dell’ex presidente possa peggiorare i rapporti con Washington.

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