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USA 2024: – 87, Harris e Trump, dibattito 10 settembre
Di Giampiero Gramaglia
Kamala Harris e Donald Trump hanno concordato un dibattito presidenziale in diretta televisiva sulla Abc il 10 settembre: l’annuncio, dato dalla stessa rete, mette fine a due settimane di ripicche fra le due campagne sulla data del confronto. Il 10 settembre e la Abc erano la data e la rete già concordate da Trump con Joe Biden per un loro secondo dibattito televisivo, dopo quello, disastroso per il presidente, del 27 gugno sulla Cnn.
Nel balletto di rifiuti e proposte alternative tra Harris e Trump, s’era inserita la Fox, proponendo un’alternativa il 17 settembre, mentre Trump aveva rilanciato il 4 settembre, sempre su Fox. L’accordo ora confermato sul 10 settembre e sulla Abc non esclude che vi siano altri dibattiti e almeno un dibattito fra i candidati vice-presidenti, Tim Walz e JD Vance.
In conferenza stampa, ieri, Trump ha affermato di volere dibattere con Harris “almeno tre volte”. Nelle ultime campagna elettorali Usa, i dibattiti fra i candidati presidenti erano sempre stati tre, situati tra settembre e ottobre, con un dibattito fra i vice. Solo sabato scorso, trump aveva detto che il dibattito si sarebbe fatto sulla Fox o non si sarebbe fatto.
Accantonata, almeno per ora, la ‘querelle’ sui dibattiti, i democratici possono anche tirare un sospiro di sollievo constatando che la fiammata negativa delle borse, tra venerdì e lunedì scorsi, è stata davvero di breve durata, al punto che ieri Wall Street ha vissuto il suo giorno migliore dal 2022. C’era, in effetti, l’impressione che gli scossoni finanziari dei giorni scorsi fossero essenzialmente manovre speculative, non giustificate dall’andamento dell’economia.
Proprio sull’economia e sull’immigrazione, i repubblicani della Camera, dove sono maggioranza, stanno cercando di puntare la loro attenzione, spostando il tiro, come scrive il New York Times, dall’operato del presidente Biden a quello della sua vice Harris, la cui attività aveva fin qui godutoi scarsa considerazione.
E, naturalmente, i repubblicani scandagliano passato e presente del candidato vice democratico, Tim Walz, di cui viene in particolare vagliato lo stato di servizio nella Guardia Nazionale.
Nel racconto dei media liberal, Trump appare nervoso perché l’inerzia della campagna appare ora favorevole ai democratici e per l’andamento dei sondaggi. E, come sempre avviene quando non è soddisfatto, il magnate se la prende con i suoi collaboratori, che non avrebbero trovato una parata alla Harris, che mercoledì era a fare campagna in Wisconsin, non lontano da dove il vice di Trump Vance faceva un comizio. Con il suo vice Walz, Harris è anche stata nel Michigan, dopo averlo presentato martedì il Pennsylvania: calendari e itinerari che testimoniano l’attenzione democratica per gli Stati in bilico della Rust Belt.
Il messaggio che il duo Harris – Walz porta lì e nal MidWest è di volersi battere per le famiglie della ‘middle class’, della classe lavoratrice, e di portare avanti una “poklitica del opossibile”, contrapposta alla politica delle sparate del duo Trump – Vance.
USA 2024: effetto Israele, non solo Palestina, su primarie democratiche
Su Usa 2024, c’è un effetto Palestina, con l’azione di gruppi di giovani e di sinistra filo-palestinesi, ma c’è anche un effetto Israele. Nelle primarie in Missouri, la deputata democratica Cori Bush ha appena subito una pungente sconfitta: gruppi filo-israeliani hanno investito otto milioni di dollari per estrometterla dalla Camera a favore di Wesley Bell, un procuratore della Contea di St. Louis, che si presenta come un progressista pragmatico.
Bush fa parte della cosiddetta ‘Squad’, un piccolo gruppo di deputati democratici filo-palestinesi e ultra-progressisti organizzato intorno alla deputata di New Yorl Alexandria Ocasio-Cortez. La sua sconfitta non è un ineditoi: è la seconda volta quest’anno che un deputato democratico in carica viene battuto nelle primarie in un voto che riflette le divisioni nel partito sulla Guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas.
USA 2024: un nipote di Trump contro lo zio “razzista”
Un nipote di Donald Trump ha messo in piazza commenti imbarazzanti a sfondo razzista dello zio, alcuni dei quali proferiti dopo che ignoti avevano danneggiato un’auto decapottabile cui il magnate teneva molto. “Negri! Ecco cosa hanno fatto i negri!”, avrebbe esclamato l’ex presidente, secondo il nipote Fred Trump Terzo, che ricostruisce la scena in ‘All In The Family’, un memoir sulla vita all’ombra di The Donald.
L’episodio non è il solo a effetto shock raccontato da Fred, fratello di Mary Trump, la psicologa che a sua volta, durante la prima corsa del magnate alla Casa Bianca, nel 2016, con un libro di memorie aveva intaccato l’immagine del candidato. Imprenditore immobiliare di successo, Fred Terzo riferisce che durante l’epidemia di Covid l’allora presidente argomentò a voce alta che sarebbe stato opportuno lasciare morire i disabili per non causare ulteriori spese a chi doveva prendersene cura. Era maggio 2020, dopo una riunione alla Casa Bianca con responsabili dell’Amministrazione e membri di organizzazioni per i diritti dei disabili.