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USA 2024: – 84, immigranti e famiglie, l’offensiva dei repubblicani

12
Agosto 2024
Di Giampiero Gramaglia

Gli immigranti, con la promessa – o la minaccia – di un programma di deportazioni di massa “senza precedenti”, e le famiglie, con il ritorno a una cultura dei figli dai contenuti indeterminati: sono le priorità del ticket repubblicano in questa fase della loro campagna per USA 2024, che hanno come ‘portavoce’ rispettivamente il candidato alla presidenza Donald Trump e il suo vice JD Vance.

Non tutto il partito è convinto, soprattutto del programma di deportazione di massa, che dovrebbe interessare “milioni di persone” e che potrebbe alienare il voto degli ispanici. Ma il tema può mettere in difficoltà Kamala Harris, la prima linea dell’Amministrazione Biden su questo fronte, dove non ha ottenuto grossi risultati.

Anche per questo, Harris, nelle sue sortite, è stata aggressiva sul tema dell’immigrazione, proprio nel tentativo di tagliare l’erba sotto i piedi a Trump, più attento, finora, a quanta gente la va a sentire che a quello che dice. L’ex presidente, che era abituato a scherzare sul carattere “intimo” degli eventi democratici ai tempi di Biden candidato, deve ora cambiare registro.

Sulle famiglie, è ieri andato all’attacco Vance, che deve ancora tamponare l’ ‘effetto boomerang’ della sua battuta sulle donne che amano i gatti e non fanno figli rivolta a Harris, ma in realtà percepita come un’offesa da milioni di donne americane. In un’intervista alla Cnn, il senatore dell’Ohio ha sostenuto che “gli Stati Uniti sono diventati un Paese che ostacola le famiglie”:  “Non ho criticato Harris perché non ha figli, l’ho attaccata per le sue politiche contro i bambini”, ha detto, senza spiegare quali siano le politiche anti-bambini di Harris né quali saranno le sue pro-bambini.

Nell’intervista, Vance si è anche detto pronto a dibattere con il suo rivale Tim Walz, in candidato vice democratico. E, in una mail al suoi elettori è stato ancora più esplicito: “I’ll wipe the floor with Tim Walz”, letteralmente “lo userò come uno straccio  per i pavimenti”.

La risposta di giornata alle sortite di Trump e Vance è venuta, per parte democratica, dal segretario ai Trasporti ed ex candidato alla nomination Pete Buttigieg, che ha proclamata il ticket repubblicano “medaglie d’oro nelle Olimpiadi delle menzogne” – Trump ne avrebbe raccontate 162 solo nella sua ultima conferenza stampa, la settimana scorsa -.

Buttigieg ha anche criticato Vance per i suoi attacchi sulla carriera militare di Walz. “Un veterano che denigra un altro veterano va contro tutto ciò che ho imparato quando ero nei Marines”.

Nell’intervista alla Cbs, finalmente trasmessa ieri sera, dopo che molti suoi contenuti erano già stati anticipati, il presidente Joe Biden ha ribadito che Trump rappresenta “un pericolo, un vero pericolo per la sicurezza americana … Siamo a un punto di svolta nella storia del Mondo e la democrazia è la chiave di tutto…”.

USA 2024: mance, Harris fa la stessa promessa di Trump, detassarle

Su un punto, Trump e Harris appaiono d’accordo, almeno quando parlano a Las Vegas, in uno Stato, il Nevada, che vive di turismo: detassare le mance. Facendo lì un comizio, Harris s’è detta favorevole a eliminare le tasse sulle mance, come vuole fare Trump, pur di conquistare l’appoggio dei lavoratori dei servizi, un importante bacino elettorale nello Stato. Harris ha aggiunto i mantra delle sue politiche sociali: in sintesi, “Quando sarò presidente, continueremo a lottare per le famiglie che lavorano, per aumentare il salario minimo, per abbassare i prezzi al consumo e costringere le grandi aziende farmaceutiche ad abbassare i prezzi delle medicine”.

USA 2024: Walz in Cina nel giorno di Tiananmen, critiche dei repubblicani

Lo stato di servizio, militare e civile, di Walz continua ad attirare critiche dei repubblicani. Le ultime riguardano il fatto che il candidato democratico alla vice-presidenza abbia insegnato e fatto diversi viaggi in Cina, dove ha anche trascorso la luna di miele. Il New York Times rivela che il governatore arrivò la prima volta a Pechino proprio nei giorni del massacro di piazza Tienanmen.

Era l’estate del 1989 e l’allora insegnante aveva appena lasciato un lavoro sicuro per trasferirsi dall’altra parte del mondo, quando, atterrato ad Hong Kong, arrivarono le notizie della repressione delle proteste.

Molti stranieri lasciarono la Cina nei giorni seguenti, ma Walz decise di andarvi. “L’opportunità di frequentare una scuola superiore cinese in quel momento cruciale mi sembrava davvero importante”, raccontò il candidato in un’audizione al Congresso in occasione del 25esimo anniversario del massacro nel 2014.

L’anno che Walz trascorse a insegnare inglese nel Sud della Cina fu l’inizio di quello che sarebbe diventato un rapporto decennale con il Paese, una caratteristica del governatore che i repubblicani hanno già iniziato a prendere di mira accusandolo di essere un alleato del Dragone e di volere “portare il comunismo negli USA”.

Un portavoce della campagna Harris per USA 2024, James Singer, ha replicato a questi attacchi sottolineando che, “nella sua carriera, Walz s’è opposto al Partito comunista cinese, ha difeso diritti umani e democrazia e ha sempre messo al primo posto l’occupazione e l’industria manifatturiera americana”: “La vice-presidente Harris ed il governatore Walz faranno sì che gli Usa vincano la competizione con la Cina e difenderanno sempre i nostri valori e i nostri interessi di fronte alle minacce cinesi”.

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