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Usa 2024: -57, nostradamus elezioni, uno dice Trump, l’altro Harris
Di Giampiero Gramaglia
Adesso è scontro fra i guru della politica negli Stati Uniti, i nostradamus delle elezioni: uno, che ha in tasca le 13 chiavi che aprono la Casa Bianca, dice che vincerà Kamala Harris; l’altro, che gioca sulla sua mappa con i Grandi Elettori – ce ne vogliono 270 su 538 – dice che vincerà Donald Trump, dopo avere inclinato verso la candidata democratica pochi giorni or sono. Attenzione!, però: i guru non sono infallibili, entrambi ci hanno azzeccato molte volte, ma hanno anche sbagliato.
Allan Lichtman, lo storico soprannominato ‘il Nostradamus delle previsioni’, pensa che Harris sia vicina alla vittoria. In un video pubblicato dal New York Times, Lichtman, 77 anni, uno dei pochi a prevedere la vittoria di Trump nel 2016, capace di azzeccare il vincitore di quasi tutte le presidenziali dal 1984, basa la sue sentenza pro – Harris sulle sue famose 13 domande ‘vero o falso’ di politica interna ed estera.
Invece, il burattinaio dei Grandi Elettori Nate Silver sostiene che sia Trump ad avere la percentuale più alta di possibilità. Secondo il suo modello infatti, il repubblicano ha il 60,1%, la più alta dallo scorso 30 luglio, mentre la democratica solo il 39,7%. Secondo il sondaggista, il vantaggio delle prime settimane di Harris si sta sgretolando a causa di diversi fattori tra i quali un aumento inferiore alle aspettative nei sondaggi dopo la convention democratica di Chicago; l’endorsement di Trump da parte di Robert Kennedy jr e i numeri in Pennsylvania.
Secondo Lichtman, la politica estera è il fattore più coplicato di Usa 2024: “E’ complicata – scrive il professore dell’American University di Washington -… L’amministrazione Biden è profondamente coinvolta nella guerra a Gaza, che è un disastro umanitario di cui non si vede la fine. Ma se anche la risposta sulla politica estera fosse favorevole a Trump, non gli basterebbe per tornare alla Casa Bianca”. Fermo restando che “questa è la mia previsione”, ma che il risultato è nelle mani degli elettori.
Fra tante previsioni azzeccate, Silver sbagliò quekka del 2016, quando diede vincente Hillary Cliton con più del 70% delle possibilità su Trump. Lichtman, invece, dal 1984 si ha sempore azzeccato, tranne che nel 2000, quando diede vincente Al Gore su George W. Bush. Quest’anno, parte con l’handicap: lui non avrebbe cambiato cavallo fra i democratici, nonostante l’esito disastroso del dibattito televisivo del 27 giugno tra Trump e Joe Biden.
Usa 2024: Trump ‘difende’ la Russia e prepara trappole per Harris
Nonostante l’accumularsi di indizi su ingerenze russe in Usa 2024 – l’Fbi e l’intelligence indagano -, Trump critica la decisione del Dipartimento della Giustizia di sanzionare dirigenti di Russia Today e di sequestrare 32 piattaforme che la Russia ha utilizzato per interferire nel voto di novembre.
Parlando a un comizio in Wisconsin, il magante ha sostenuto che “se la prendono sempre con la povera Russia e tutto il mondo li prende in giro”. “La Russia, sempre la Russia. E poi non si preoccupano della Cina o dell’Iran”, ha attaccato l’ex presidente.
Trump ha anche dichiarato che, se eletto, cercherà di modificare il 25o emendamento della Costituzione americana per consentire esplicitamente al Congresso di mettere sotto accusa un vicepresidente per aver nascosto la mancanza di idoneità di un presidente: un’evidente frecciata controBiden e Harris, che avrebbe coperto le carenze del suo boss.
“Sosterrò la modifica del 25mo emendamento così che se un vicepresidente mente o partecipa a una cospirazione per nascondere l’incapacità del presidente degli Stati Uniti può essere subito messo sotto impeachment”, ha detto Trump sempre parlando in Wisconsin.
Il 25o emendamento è quello che stabilisce che un vice succeda a un presidente se quest’ultimo non è in grado di assolvere al suo compito. Dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio molti, dentro e fuori l’Amministrazione Trump, pensarono di utilizzarlo per silurare l’allora presidente.
Intanto Robert F Kennedy Jr continua la sua azione di fiancheggiamento della candidatura Trump: dopo essersi ritirato da Usa 2024 e avere datio il suo endorsement al candidato repubblicano, è riuscito a far rimuovere il suo nome dalle schede elettorali in altri due Stati chiave, Michigan e North Carolina, dopo esserci riuscito in Arizona, Nevada e Pennsylvania, ma non in Wisconsin, dove un giudice ha stabilito che “in base alla legge dello Stato chiunque presenti la candidatura e si qualifichi per comparire sulle schede non può eliminare il suo nome”.
Un’altra udienza è comunque stata fissata per l’11 settembre, una settimana prima dell’invio delle schede elettorali. La presenza del nome di RFK jr sulle liste è importante, perché potrebbe sottrarre voti essenziali in uno Stato dove c’è equilibrio fra Harris e Trump.
Usa 2024: ancora storie di ‘parenti serpenti’, dopo cugini Walz fratellastro Obama
Trump digerisce male i ‘tradimenti’ e replica alla decisione dell’ex vice di George W. Bush Dick Cheney di sostenere Harris bollandolo come un “irrilevante Rino (republican in name only, ndr), repubblicano solo di nome”: “Dick Cheney – scrive su Truth è un Rino irrilevante, insieme a sua figlia, che ha perso con il margine più ampio nella storia del Congresso!”.
Liz Cheney, deputata del Wyoming, nel 2022 perse le primarie del partito contro un candidato di Trump.
E, dopo avere schierato dalla sua i lontani cugini del Nebraska del governatore del Minnesota Tim Walz, dà il benvenuto al fratellastro maggiore dell’ex presidente Barack Obama, che gli esprime sostegno in un post cui il magnate risponde ringraziandolo.
Abon’go Malik Obama è un uomo d’affari e politico keniano-americano, da tempo sostenitore dei repubblicani. “Sono Malik Obama. Sono un repubblicano e voterò per il presidente Trump”, scrive Malik. “Grazie Malik, un grande onore, insieme renderemo l’America di nuovo grande”.
Cresciuto a Nairobi, Malik ha incontrato per la prima volta il fratellastro futuro presidente nel 1985, durante una visita a Washington. In un’intervista del 2004 aveva dichiarato di essere stato testimone al suo matrimonio e Barack al suo. Nel 2008 celebrò la vittoria di Obama dicendo che suo fratello “stava scrivendo la storia”. Ma dopo alcuni tentativi di fare carriera politica in Kenya, Malik si è allontanato dal fratellastro diventando un sostenitore di Trump.