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Usa 2024: + 42, il mistero dei droni allarma Trump e i media, Casa Bianca minimizza

17
Dicembre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Gli avvistamenti nei cieli del New Jersey a sud di New York e lungo la Costa Est degli Stati Uniti di stormi di misteriosi droni continuano a destare preoccupazioni e interrogativi che i media Usa riportano. Sono sei e forse sette gli Stati dell’Unione interessati al fenomeno, la cui origine resta misteriosa. Se ne occupa anche la politica, specie ora che il presidente eletto Donald Trump dice e ripete che il governo deve saperne qualcosa e deve dirlo, suggerendo di abbattere gli ordigni non identificati.

La Cnn osserva che parlamentari sia repubblicani che democratici criticano l’atteggiamento dell’Amministrazione, che tende a sminuire i fenomeni e l’allarme, ma fa notare che l’abbattimento dei droni è pericoloso e illegale e potrebbe avere serie conseguenze come danni a persone e cose, nella caduta al suolo di parti degli oggetti.

Usa 2024: fermenti democratici
In attesa che il mistero dei droni sia svelato, i media indagano su quel che avviene fra i democratici, dove – secondo il Washington PostKamala Harris, la candidata battuta il 5 novembre, valuta se riprovarci nel 2028 e che cosa fare nel frattempo, mentre il presidente Joe Biden vivrebbe giorni d’amarezza e di frustrazione. Secondo il New York Times, la vecchia guardia del partito, guidata nel Congresso dalla ex speaker della Camera Nancy Pelosi, frena il cambio generazionale, facendo la guerra all’ascesa della giovane Alexandria Ocasio.Cortez.

Pelosi sta riprendendosi, dopo essere stata sottoposta a un intervento chirurgico in Lussemburgo, per una caduta.

Il New York Times avverte, fra i democratici “nostalgia di Obama”, mentre Victor Davis Hanson sul Daily Signal, organo della Heritage Foundation, parla “del fetore di Obama” che emana dall’opposizione a Trump e scrive: “La mistica di Obama è una delle vittime delle elezioni”, il cui risultato “è una sonora bocciatura dell’eredità politica dell’ex presidente”.

Usa 2024: tentazioni adulatorie
Commentando l’atteggiamento di Trump nella sua prima conferenza stampa da presidente eletto, fatta ieri ad ampio spettro, dalla politica internazionale, con le guerre in Medio Oriente e Ucraina, alle vicende interne, Shane Goldmacher, sul New York Times, analizza un passaggio del magnate: “Nel 2016, li avevo tutti contro. Adesso, tutti vogliono essermi amici”.

Goldmacher scrive che, rispetto al 2016, la personalità di Trump non è cambiata, ma molti leader mondiali, uomini politici e capitani d’industria hanno capito che il modo più semplice e più diretto di conquistarne la benevolenza “è adularlo, preferibilmente in pubblico”.

Usa 2024: sviluppi giudiziari
Non l’ha però capita, o non vuole capirla, il giudice di New York Juan M. Merchan, che ha ieri stabilito che Trump non gode di immunità dalle accuse nel processo in cui una giuria lo ha già dichiarato colpevole in primavera di tutti e 34 i capi d’accisa ascrittigli per avere comprato in nero nel 2016 il silenzio di una pornostar su una loro presunta relazione sessuale nel 2006.

Per il giudice, il processo riguarda “solo una condotta non ufficiale, che non dà titolo a immunità”. Merchan deve ancora fare sapere se intende o meno decidere la pena di Trump prima dell’insediamento del presidente eletto il 20 gennaio.

La decisione di Merchan segue una vittoria in giudizio del magnate in una causa per diffamazione: l’Abc ha convenuto di versargli 15 milioni di dollari di indennizzo, perché, durante un’intervista, l’anchor George Stephanopoulos aveva erroneamente riferito che Trump era stato riconosciuto “colpevole di stupro” in due processi civili nei suoi confronti.

Il presidente eletto ne ha parlato in conferenza stampa, dicendo che c’è bisogno d’una stampa equa e impegnandosi a continuare a querelare i media: “Lo faccio non perché lo voglio. Lo faccio perché sento di avere l’obbligo di farlo”.

Tra i casi di disinformazione, Trump ha citato il sondaggio di Ann Selzer che dava la sua rivale Kamala Harris in vantaggio su di lui nello Iowa (rivelatosi totalmente infondato). Trump ha anche fatto riferimento alle cause in corso contro l’editore Simon & Schuster per i diritti sulle interviste alla leggenda del Watergate Bob Woodward ed al board del Premio Pulitzer, per avere riconfermato i premi assegnati al New York Times e al Washington Post per i reportage sui rapporti tra la Russia e la sua campagna per Usa 2016. La minaccia di querele da parte del presidente eletto mira a creare un clima intimidatorio verso la stampa critica nei suoi confronti. 

Usa 2024: lobbying in Congresso
La Cnn segue l’opera di lobbying in Congresso dei designati da Trump nell’Amministrazione, la cui approvazione è più incerta. Fra questi, c’è Robert F. Kennedy jr, destinato alla Sanità, che fa marcia indietro sul vaccino anti-polio, dopo che il presidente eletto l’ha avallato, e se ne dice “totalmente a favore”. RFK jr cerca di rassicurare i senatori sulle sue posizioni ‘no vax’, che gli sono valse critiche e scetticismo.

Kennedy jr ha dovuto trangugiare un altro rospo, in questi ultimi giorni. Secondo il WP, Trump non sta più prendendo in considerazione sua nuora, Amaryllis Fox Kennedy, come vice-direttore Cia. L’opposizione alla nuora di RFK jr è guidata dall’influente senatore Tom Cotton, che fa pressioni sulla futura chief of staff della Casa Bianca Susie Wiles e su altre persone vicine al magnate.