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Usa 2024: + 36, i processi di Trump non finiscono mai
Di Giampiero Gramaglia
I processi di Donald Trump non finiscono mai, che sia privato cittadino, candidato alla presidenza o presidente eletto degli Stati Uniti. In fondo, a lui va bene così: non paga mai i conti con la giustizia. Ora, restano in sospeso due procedimenti, uno penale e uno civile, entrambi a New York. Nel penale, c’è già stato in primavera il verdetto della giuria – colpevole di tutti e 34 i capi di imputazione ascrittigli -, ma non c’è ancora stata la sentenza del giudice – che, di sicuro, non ci sarà, prima dell’insediamento alla Casa Bianca il 20 gennaio -. Nel civile, ci sono già stati verdetto della giuria e sentenza del giudice, con la condanna a versare una multa di quasi mezzo miliardo di dollari.
Ieri, i pubblici ministeri del processo penale, intentato a Trump per avere comprato in nero nel 2016 il silenzio di una pornostar su una loro presunta relazione sessuale, hanno chiesto al giudice di non annullare il verdetto di colpevolezza, pur senza pronunciare la condanna – in pratica, sarebbe fare come se Trump fosse morto – . La soluzione proposta è giudicata “patetica” dai legali del magnate.
In questa ipotesi, la condanna rimarrebbe, ma tutto resterebbe congelato, incluso qualsiasi appello. Non è però chiaro se tale opzione sia praticabile in base alla legge di New York. Un’alternativa, contenuta in una memoria di 82 pagine, è che la corte ponga fine al processoo “mettendo a verbale che il verdetto della giuria ha rimosso la presunzione di innocenza; che l’imputato non è mai stato condannato; e che la sua condanna non è stata né confermata né annullata in appello a causa dell’immunità presidenziale”. Una terza alternativa è che il giudice ritardi la condanna fino a quando Trump non sarà più presidente nel 2029. In tutti i casi, i giudici sono fermi sul fatto che il verdetto di colpevolezza resti, sostenendo che l’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca non dovrebbe ribaltare la decisione di una giuria.
Sempre ieri, la procura generale di New York ha respinto la richiesta d’archiviare il processo in cui il magnate è stato condannato a sanzioni per quasi mezzo miliardo. John Sauer, un legale di Trump, sosteneva che il caso, attualmente in appello, impedirà al presidente di adempiere ai suoi doveri; l’accusa ha replicato che “i presidenti non hanno immunità nelle cause civili derivanti da condotte non ufficiali” e che “tali cause possono procedere mentre il presidente è in carica”.
Usa 2024: economia e nomine, progetti e richieste
Fronte economia, Trump su Truth fa sapere che “chiunque investa un miliardo di dollari o di più negli Stati Uniti riceverà le approvazioni e i permessi, inclusi quelli ambientali, in via accelerata”. La mossa è un ulteriore tassello nella politica protezionistica del presidente eletto, che vuole proteggere il ‘made in Usa’ e riportare il lavoro negli Stati Uniti.
Fronte nomine, nel clima di familismo che Trump alimenta con le sue scelte, s’inseriscono, secondo Axios, le pressioni che Amaryllis Fox Kennedy, responsabile della campagna e nuora di Robert F. Kennedy Jr., sta facendo per diventare vice-direttrice della Cia, con l’appoggio del suocero, che sarà ministro della Salute.
Fox Kennedy ha lavorato dieci anni nell’Agenzia e su quell’esperienza ha scritto un libro nel 2019. descrivendo in modo molto dettagliato i riti della vita a Langley, sede della Cia. La carica di vice-direttore non richiede la conferma del Senato.
Usa 2024: WP su migranti e Corte Suprema
Il Washington Post ha due analisi rilevanti. La prima sulla deportazione dei migranti: Aaron Blake affronta il problema, rimasto irrisolto nel primo mandato di Trump, della separazione delle famiglie in cui i componenti della coppia hanno situazioni diverse o in cui i genitori sono immigranti illegali, ma i figli sono nati negli Stati Uniti e sono quindi cittadini americani.
Nella seconda, Amber Phillips si chiede se, nel Trump 2, la magistratura agirà da calmiere, com’era avvenuto nel primo mandato, e risponde che non ci si può attendere un simile atteggiamento critico dalla Corte Suprema, che nel frattempo Trump ha avuto modo di modellare a sua immagine e somiglianza, nominando ben tre giudici supremi su nove e dandole un orientamento decisamente conservatore, che è emerso con molta chiarezza in campagna elettorale.
Citando un parere di minoranza della giudice progressista Sonia Sotomayor, Phillips osserva che,riconoscendo al presidente una parziale immunità, “la persona che deve fare attuare la legge è ora autorizzato a violarla”.
Il premier ungherese Viktor Orban è andato a Mar-a-Lago, in Florida, per incontrare Trump. Orban è accompagnato dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto. Nel quartier generale di Trump ha visto anche Elon Musk. Fino a fine anno, l’Ungheria ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue.
Infine, un siparietto sul Canada, preso dalla Cnn. Il premier canadese Justin Trudeau invita “a non farsi prendere dal panico”, di fronte alla prospettiva dei dazi imposti dagli Usa al suo Paese. Nell’incontro con Trump a Mar-a-lago, a fine novembre, il presidente eletto, tra il serio e il faceto, avrebbe suggerito al Canada di diventare il 51° Stato dell’Unione e avrebbe contestualmente ‘retrocesso’ Trudeau da premier a governatore.