USA2024
Usa 2024: + 35, migranti, Trump vuole abolire il diritto del suolo
Di Giampiero Gramaglia
Gli echi delle interviste date da Donald Trump nel fine settimana alla Nbc e al New York Post, dove il presidente eletto tratteggiava – sintetizza la Cnn – “un’ampia agenda per il secondo mandato”, continuano a rimbalzare sui media Usa. C’è attenzione ai temi internazionali: dalla Siria, che Trump in sostanza dice “non è affar nostro”, all’Ucraina, dove il magnate sostiene che la Russia ha perso e deve negoziare e, soprattutto, che ci vuole un cessate-il-fuoco immediato, mentre gli aiuti all’Ucraina diminuiranno.
Ma c’è più attenzione ai temi interni, specie il 6 gennaio 2021 e i migranti. Fra i propositi di Trump che suscitano dibattito, c’è quello che i criminali da perseguire per l’insurrezione per rovesciare l’esito del voto del 2020 sono gli inquirenti e non i condannati, che il magnate vuole anzi graziare.
Politico rivela che uno degli insorti del 6 gennaio, Pete Marocco, un ex dirigente del Trump 1, ripreso dalle telecamere all’interno del Campidoglio quel giorno, sta lavorando col transition team su questioni relative al personale della sicurezza nazionale. Marocco, che ha attirato diverse critiche quando lavorava nell’amministrazione Trump, è poi stato un attivista conservatore a Dallas.
Migranti, Trump e l’ostacolo della Costituzione
Fronte migranti, Trump ha rinnovato la priorità delle deportazioni di massa e la volontà di abrogare il diritto del suolo, in base al quale chiunque nasca sul territorio statunitense è cittadino statunitense. I media s’interrogano se il presidente possa farlo, visto che il diritto è sancito da un emendamento alla Costituzione, il 14°.
Trump ipotizza di ricorrere a provvedimenti esecutivi: “Dobbiamo farla finire. Siamo il solo Paese che lo fa”. La Cnn contesta l’affermazione, spiegando che una quarantina di Paesi al Mondo praticano il diritto del suolo. Creano anche incertezza le contraddittorie affermazioni del magnate sui Dreamers, cioè sui figli di immigrati illegali portati dai genitori negli Stati Uniti quando erano bambini e qui cresciuti.
New York Times e Washington Post raccontano la corsa dei dipendenti federali a cercare di mettersi al sicuro dalle “purghe” – questo il termine utilizzato – annunciate dal presidente eletto, verso quella che, per i media liberal’, s’annuncia come “la presidenza della rivalsa” – e delle punizioni -.
La nuora di Trump Lara verso il Senato
Fronte nomine, ve n’è stata un’altra manciata di minori. Il NYT nota che Trump esita a impegnarsi in prima persona per le sue scelte messe in discussione, in particolare per la nomina di Pete Hegseth a segretario alla Difesa, mentre i media conservatori, come il Daily Signal, considerano Hegseth “l’ossessione” dei liberals. Scrive Victor Davis Hanson: “La Sinistra diventa matta… Sgonfiata dalla sonora sconfitta di novembre, la Sinistra ora pensa di potere magicamente risorgere distruggendo le scelte dal presidente eletto Trump per il suo nuovo gabinetto”.
Una ridda di ipotesi accompagna la decisione della nuora di Trump, Lara, la moglie del figlio Eric, di dimettersi dalla co-presidenza del Comitato nazionale repubblicano – posto che aveva occupato in campagna elettorale -. Una delle voci raccolte dalla Ap, è che Lara intenda candidarsi a senattrice della Florida, per prendere il seggio che sarà lasciato vacante da Marco Rubio, che diventerà segretario di Stato.
Il NYT cita un’iniziativa, purtroppo destinata probabilmente a non avere successo, degli attivisti anti-pena di morte, che sollecitano il presidente uscente Joe Biden a svuotare, con atto di clemenza, i bracci della morte delle prigioni statunitensi prima di lasciare la Casa Bianca.