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USA 2024: – 328, sondaggi unanimi pro–Trump, battaglie in aule di giustizia

12
Dicembre 2023
Di Giampiero Gramaglia

I sondaggi delle prossime elezioni USA 2024 continuano a portare buone notizie a Donald Trump e cattive notizie a Joe Biden. Sono, però, giorni che la campagna elettorale si fa più nelle aule di giustizia che nei comizi o sui social.

Un sondaggio del Wall Street Journal nello Iowa, dove fra poco più d’un mese, il 15 gennaio, cominceranno le primarie repubblicane, dà al magnate un vantaggio di 32 punti su Ron DeSantis: sceglie l’ex presidente il 51% degli elettori repubblicani intervistati. Il governatore della Florida sta al 19% tallonato dall’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley al 16%. Vivek Ramaswamy, imprenditore del biotech, è al 5%; l’ex governatore del New Jersey Chris Christie al 4%.

Lo Iowa è, però, uno Stato scarsamente indicativo: fortemente conservatore, essenzialmente rurale, è una roccaforte ‘trumpiana’. Haley, che è in crescita nei sondaggi e che a livello nazionale contende il secondo posto a DeSantis, punta sul New Hampshire, il Nevada e la sua South Carolina, dove si voterà a seguire.

Quanto alla corsa per la Casa Bianca, Trump, secondo un sondaggio della Cnn, ha un buon margine di vantaggio su Biden in due Stati cruciali, Michigan e Georgia. In Georgia, dove nel 2020 Biden vinse di strettissima misura, Trump ha il 49% delle preferenze, Biden il 44%. In Michigan, dove Biden nel 2020 vinse con un margine più ampio, siamo al 50% contro il 40%. In entrambi gli Stati, c’è uno zoccolo di elettori, il 10%, che non intende votare per nessuno dei due.

Intanto, con una mossa inconsueta, il procuratore speciale che ha istruito l’inchiesta contro Trump sulla sommossa del 6 gennaio 2021 per rovesciare l’esito delle elezioni del 2020, Jack Smith, sollecita la Corte Suprema a pronunciarsi “con eccezionale rapidità” sul quesito sollevato dai legali del magnate se l’ex presidente possa o meno essere perseguito o se goda dell’immunità.

La mossa di Smith, che chiama in causa la Corte Suprema prima ancora che la Corte d’Appello si pronunci – un tribunale di primo grado ha già respinto l’istanza di Trump, che avrebbe agito come candidato e non come presidente -, mira a tagliare corto alle procedure dilatorie della difesa, che vuole di fatto impedire che il processo, che deve iniziare il 4 marzo, parta. Se nelle more Trump fosse eletto, godrebbe poi dell’immunità presidenziale.

La Corte Suprema, nella sua attuale composizione, ha un orientamento fortemente conservatore: sei i giudici ‘di destra’ – ben tre designati da Trump – e solo tre ‘di sinistra’. L’effetto s’è già avvertito: dalla sentenza che ha cancellato il diritto all’aborto a livello federale a quelle che hanno avallato misure che complicano l’accesso al voto delle minoranze o contrastano azioni a loro favore.

A proposito di aborto, tema molto presente nelle scelte degli elettori, la Corte Suprema del Texas, composta da tutti giudici repubblicani, ha accolto il ricorso della procura dello Stato e ha negato a una donna, madre di due figli e alla 20° settimana di una gravidanza a rischio, con diagnosi letale per il feto, il diritto a un’eccezione rispetto alla legge dello Stato – no aborto dalla sesta settimana -. Un giudice di primo grado aveva, invece, autorizzato l’eccezione.

La sentenza non avrà, però, impatto, perché la donna, Kate Cox, di Dallas, ha già lasciato lo Stato per sottoporsi altrove alla procedura. Nella sua sentenza, la Corte Suprema scrive: “le difficoltà nella gravidanza, per quanto serie, non pongono gli alti rischi per la madre che giustificherebbero l’eccezione”.

Trump, che doveva ieri deporre nel processo per frode in corso a New York, non s’è fatto vedere. La procura di New York gli reclama 250 milioni di dollari e vuole bandirlo dagli affari nello Stato.

La settimana scorsa, Trump s’era presentato in aula, anche se la sua presenza non era richiesta, e ne aveva profittato per una sorta di comizio di fronte alle telecamere. E’ ormai chiaro che l’ex magnate intende usare i processi come cassa di risonanza: gli elettori devono rieleggerlo perché la giustizia lo perseguita – la lettura alternativa sarebbe che gli elettori non devono rieleggerlo perché lui costella di reati qualunque cosa faccia -.

Usa 2024: giornalista ‘trumpiano’ lancia canale streaming
(ANSA) L’ex anchor della Fox News Tucker Carlson ha lanciato un proprio servizio in streaming – 9 dollari al mese l’abbonamento -, dopo utilizzato per mesi X per i suoi controversi programmi. Il Tucker Carlson Network è attivo da ieri, con interviste, video e monologhi. Alcuni contenuti sono accessibili senza abbonamento.

Dopo essere stato cacciato da Fox News, per avere compromesso la credibilità della rete, avallando scientemente false affermazioni del magnate ex presidente, l’anchor era sbarcato su X con una serie di contenuti, tra cui l’intervista a Trump trasmessa in contemporanea al primo dibattito tra i candidati repubblicani. Il nome di Carlson circola fra quelli dei possibili ‘vice’ in ticket con Trump.

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