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Usa 2024: – 317, assist Corte Suprema a Donald Trump, non si pronuncia su immunità

24
Dicembre 2023
Di Giampiero Gramaglia

Assist della Corte Suprema degli Stati Uniti a Donald Trump: non stringerà i tempi del giudizio sulle pretese d’immunità dell’ex presidente, accusato di vari reati di fronte a tribunali federali, statali e locali. La Corte preferisce attendere di pronunciarsi che l’iter delle corti di primo grado e d’appello sia espletato. L’effetto è quello di allungare i tempi dei processi, che, a questo punto, difficilmente potranno concludersi prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre. Esattamente quel che vuole il magnate ex presidente.
Il procuratore speciale Jack Smith, che ha istruito il caso della sommossa del 6 gennaio 2021, quando migliaia di sostenitori di Trump, sobillati dal presidente, diedero l’assalto al Campidoglio per indurre il Congresso, riunito in sessione plenaria, a rovesciare l’esito delle elezioni, chiedeva alla Corte Suprema di pronunciarsi in tempi stretti sul nodo dell’immunità presidenziale rivendicata dal magnate, cortocircuitando l’iter delle corti di appello.

Il rifiuto della Corte Suprema rappresenta una vittoria per l’ex presidente. Senza fornire spiegazioni e senza dissensi pubblici, la Corte Suprema ha indicato che lascerà alle corti di appello valutare prima la questione. Smith, nella sua richiesta, aveva fatto un collegamento tra il caso Trump e quello di Richard Nixon del 1974, quando una decisione dei saggi costrinse il presidente a fornire informazioni della Casa Bianca utili nell’inchiesta sullo scandalo Watergate.
Secondo alcuni osservatori, la Corte Suprema ha voluto evitare di apparire eccessivamente politicizzata su un tema delicato che riguarda un ex presidente candidato alla Casa Bianca. Però, l’effetto è quello di favorire il magnate. Nella sua attuale composizione, la Corte Suprema è fortemente orientata su posizioni conservatrici – sei giudici, di cui tre designati da Trump, a tre -.
“Ovviamente, ho diritto all’immunità presidenziale. Ero presidente ed era mio diritto e dovere indagare e parlare delle elezioni truccate e rubate del 2020”: questa la reazione di Trump. “La Corte ha rigettato all’unanimità il tentativo disperato del pazzo Jack Smith”.
La bocciatura è una boccata d’ossigeno per la campagna del magnate, messa alle strette da nuove e imbarazzanti rivelazioni su tentativi di interferenza sul voto del 2020 da parte dello stesso Trump che fece pressioni su due funzionari del Michigan perché non certificassero l’esito delle elezioniNe scrive il Detroit News, precisando che alla telefonata di pressioni era presente anche la presidente del Republican National Committee Ronna McDaniel. “Dobbiamo batterci per il nostro Paese. Non possiamo permettere che ce lo strappino”, disse Trump nel colloquio telefonico, per convincere Monica Palmer e William Hartman a non certificare il voto.
La telefonata, durata quattro minuti, risale al 17 novembre 2020. “Non firmate, vi troveremo noi degli avvocati”, disse McDaniel per rassicurare i due funzionari. “Ce ne occuperemo noi”, affermò Trump. Dopo il colloquio Palmer e Hartmann cercarono di alterare la certificazione elettorale, senza successo. La campagna presidenziale del magnate replica alle nuove accuse con la solita solfa: “Era suo dovere come presidente”.
E’ un colloquio simile a quello avuto da Trump con le autorità della Georgia, cui chiese di ‘trovare’ i voti per capovolgere il risultato nello Stato, ma a un livello più basso. In Michigan, l’ex presidente parlò a due funzionari elettorali; in Georgia, si rivolse al segretario di Stato Brad Raffensperger. Tutto ciò, dicono i suoi detrattori, mostra che Trump era disposto a tutto pur di restare presidente.
In un’intervista radiofonica con un conduttore conservatore, Hugh Hewitt, Trump ha intanto rinnovato l’accusa agli immigrati di “avvelenare il sangue del Paese”: “Volevo dire esattamente quello che ho detto… Stanno invadendo le classi con bambini che non parlano la nostra lingua… Arrivano dall’Asia, dall’Africa, dal Sud America… Arrivano da tutto il mondo. Stanno avvelenando il nostro Paese, stanno avvelenando il sangue del nostro Paese”, ha ripetuto.
Trump domina le notizie, ma c’è un dato positivo per il presidente Joe Biden: l’indice della fiducia dei consumatori è salito a dicembre a 69,7 da 61,3, più delle attese.

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