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Usa 2024: – 301, shutdown forse sventato, Trump e il negoziato sulla schiavitù

08
Gennaio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Passi avanti verso un accordo bipartisan che sventi la prospettiva di uno shutdown parziale, cioè d’una serrata dei servizi pubblici non essenziali. I leader del Congresso hanno trovato un’intesa sulla spesa pubblica, fissandolo a circa 1660 miliardi di dollari per l’attuale anno fiscale, di cui 886 miliardi per la difesa (+ 3%) e circa 773 per le altre voci (senza alcun incremento).

Il tetto del debito sarebbe sospeso fino al 2025, cioè fin dopo le elezioni presidenziali. Il Congresso ha ora 12 giorni di tempo per finalizzare il testo prima del 19 gennaio, quando l’Amministrazione resterebbe senza soldi in cassa e scatterebbe la chiusura dei servizi.

Restano, però, da sciogliere alcuni nodi, come le richieste dei repubblicani per stringere i controlli sui migranti al confine con il Messico. E non è escluso che gli ‘ultra-trumpiani’, che vogliono tagliare la spesa pubblica, contestino l’intesa.

L’accordo è in linea con quello raggiunto lo scorso ottobre tra il presidente Joe Biden e l’allora speaker della Camera Kevin McCarthy, che fu duramente criticato dall’ala più conservatrice dell’opposizione repubblicana e che condusse alla rimozione dello speaker.

Biden ha espresso compiacimento per la bozza di accordo bipartisan sul tetto alla spesa pubblica, “che riflette i livelli di finanziamento che ho negoziato con entrambi i partiti e che ho convertito in legge la primavera scorsa” e che difende il welfare.

“Il quadro di finanziamento bipartisan delineato dai leader del Congresso – afferma in una nota – ci avvicina di un passo al tentativo di evitare un inutile shutdown e di proteggere importanti priorità nazionali”. L’intesa non prevede “tagli profondi” ai programmi su cui contano le famiglie lavoratrici e “fornisce un percorso per approvare progetti di legge di finanziamento per l’intero anno che siano utili al popolo americano e siano liberi da qualsiasi politica estrema”.

Biden ringrazia i leader democratici al Senato Chuch Schumer e alla Camera Hakeem Jeffries e invita i repubblicani a “fare il loro lavoro, smettere di minacciare di chiudere le attività del governo e adempiere alla loro responsabilità essenziale di finanziare le priorità fondamentali per la sicurezza interna e nazionale”.

Usa 2024: Biden farà il discorso sullo stato dell’Unione il 7 marzo
Lo speaker della Camera Mike Johnson ha invitato Biden a tenere il suo discorso sullo stato dell’Unione al Congresso riunito in sessione plenaria il 7 marzo, la data più tardiva dal 1934, quando il presidente Franklin D. Roosevelt ripristinò la pratica di tenere il discorso di persona. Generalmente, l’appuntamento si tiene a fine gennaio o a inizio febbraio.

L’intervento cadrà due giorni dopo il Super Martedì delle primarie, che potrebbe già dare indicazioni quasi definitive su chi otterrà la nomination repubblicana. Per Biden sarà l’occasione d’illustrate la sua visione del Paese e le sue priorità politiche. Nel 2023, il presidente disse che avrebbe “finito il lavoro” su parti cruciali della sua agenda rimaste incompiute – una promessa parzialmente mantenuta -.

Usa 2024: Trump critica Lincoln, non negoziò sulla schiavitù
Donald Trump suggerisce che la Guerra Civile americana poteva essere evitata tramite il negoziato, sostenendo che la lotta per porre fine alla schiavitù negli Stati Uniti in definitiva non era necessaria e che Abraham Lincoln avrebbe dovuto fare di più per evitare spargimenti di sangue. “Sono stati commessi tanti errori – ha detto durante un comizio nello Iowa -… Penso si sarebbe potuto negoziare… Sono morte così tante persone”.

Il magnate non ha detto come avrebbe evitato il conflitto, che ha anche definito “così orribile, ma così affascinante”. Trump ha anche sostenuto che Lincoln non avrebbe lo stesso prestigio storico “se avesse negoziato”.

L’ex deputata repubblicana Liz Cheney, sua bestia nera, ha criticato l’uscita dell’ex presidente, chiedendosi come i repubblicani possano appoggiarlo. “Quale parte della Guerra Civile poteva essere negoziata?, la parte della schiavitù?, la parte secessionista?…”. Ai repubblicani, Cheney ricorda che Lincoln era repubblicano.

Eppure, Trump potrebbe ottenere più voti afro-americani di qualsiasi altro candidato presidenziale repubblicano nella storia alle prossime elezioni. Secondo sondaggi nazionali e statali presi in esame dalla Bloomberg, il magnate ha tra il 14% e il 30% della quota di voti neri, ben oltre l’8% di quelli che ottenne nel 2020 e più di qualsiasi altro candidato repubblicano prima di lui.

Biden, invece, sta perdendo terreno in quella fascia di elettori, dopo averne conquistato il 92% quattro anni or sono, quando il voto degli afro-americani lo aiutò a vincere Stati in bilico come Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Un sondaggio Bloomberg / Morning Consult indica che il suo consenso tra gli elettori neri in sette Stati in bilico è sceso di 7 punti al 61% tra ottobre e dicembre. Nello stesso periodo, il consenso di Trump è rimasto stabile intorno al 25%.

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