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Usa 2024: + 29, se la giustizia è un optional, Trump a Parigi con Jill, Biden in Africa

04
Dicembre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Negli Stati Uniti, la giustizia è ormai un optional. Viene da pensarlo, dopo che il presidente Joe Biden ha graziato il figlio Hunter e ora che il presidente eletto Donald Trump chiede l’archiviazione del processo in cui è già stato riconosciuto colpevole di tutti i 34 capi d’accusa ascrittigli. In un’istanza al giudice del processo, Juan M. Merchan, gli avvocati del magnate partono dalla grazia di Biden al figlio per sostenere che la condanna di Trump va archiviata. Ne parlano tutti i media Usa.

“Concedendo la grazia a Hunter, il presidente ha affermato che suo figlio è stato ‘selettivamente e ingiustamente perseguito’ e ‘trattato diversamente'”, scrivono gli avvocati Todd Blanche ed Emil Bove in una mozione ieri depositata in tribunale a New York.
Le parole di Biden – affermano – sono una delegittimazione del Dipartimento della Giustizia e il
procuratore di New York Alvin Bragg, che persegue Trump, è autore di un analogo ‘teatrino politico’.

Gli avvocati Blanche e Bove sostengono, inoltre, che tenere aperto il caso rappresenterebbe “una
incostituzionale turbativa dell’istituzione della presidenza”, considerate “le straordinarie
circostanze” dell’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Nel processo di New York, Trump è stato riconosciuto colpevole di avere comprato in nero, nel
2016, poco prima delle elezioni presidenziali, che poi vinse, il silenzio di una pornostar su una loro
presunta relazione sessuale risalente al 2006.

Dalla Corea del Sud l’ombra della legge marziale sulla Trump 2
Nella scia di quanto sta accadendo in Corea del Sud e delle tendenze autoritarie manifestate in campagna elettorale dal presidente eletto Donald Trump, con la volontà espressa di essere “dittatore nel primo giorno” e di ricorrere all’esercito contro i nemici interni, il Washington Post si interroga se la legge marziale potrebbe essere introdotta negli Stati Uniti.
Intervistata da Christiane Amanpour sulla Cnn, l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che sta
pubblicizzando le sue memorie, ricorda che “Trump ha sempre avuto una fascinazione per i dittatori”: “L’ho capito da come parlava di Vladimir Putin e di Kim Jong-un… Ammirava il loro potere assoluto…”.

I presidenti viaggiano, Biden in Africa, Trump a Parigi
Se Trump sente il fascino dei dittatori, sempre la Cnn, in un altro servizio, azzarda l’ipotesi che il presidente francese Emmanuel Macron avverta il fascino di Trump: nel 2017, all’inizio dei loro rispettivi mandati, ci fu una sorta di flirt fra i due, presto spentosi; e adesso Macron è stato lesto ad accaparrarsi la prima sortita internazionale del presidente eletto, che sabato assisterà a Parigi alla riapertura di Notre Dame dopo l’incendio del 2019.

A Parigi ci sarà pure Jill Biden, la first lady ‘in esercizio’, che ha intrapreso la sua ultima missione internazionale ‘in solitaria’, è giunta stamane in Sicilia, dove oggi visitera Gesso, frazione di Messina, località da cui partirono i nonni. Jill sarà poi negli Emirati e in Qatar, sulla via un po’ tortuosa per Parigi. Invece, il marito Joe, il presidente, è impegnato da lunedì in una missione in Africa, la prima del suo mandato nel Continente Nero, in una regione cruciale – osserva il New York Times – per la rivalità tra Usa e Cina.

A proposito della quale rivalità, la Cnn osserva che Pechino s’è portata avanti nelle ritorsioni a Washington per l’aumento dei dazi sull’import cinese annunciato da Trump e ha bloccato le esportazioni verso gli Usa di gallio, germanio, antimonio e altri materiali molto importanti per l’industria high-tech con potenziali applicazioni militari. L’iniziativa cinese può mettere in difficoltà l’industria statunitensi nel campo dei semi-conduttori.

Infine, in California, è stato finalmente assegnato, a un mese esatto dal voto del 5 novembre, l’ultimo seggio rimasto in sospeso della Camera: il democratico Adam Gray l’ha strappato al repubblicano in carica John Duarte. A conti fatti, i repubblicani alla Camera saranno 220, contro 215 democratici: una maggioranza risicatissima, a rischio raffreddore.