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Usa 2024: – 271, volano schiaffoni, ne prende due Trump e uno Haley

07
Febbraio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Volano schiaffoni, nella campagna elettorale per Usa 2024, specie in campo repubblicano. Se ne prende due Donald Trump, uno in tribunale e uno – doppio – in Congresso; e se ne prende uno Nikky Haley, nelle primarie repubblicane in Nevada, dove corre da sola e riesce a non vincere. Invece, il presidente democratico Joe Biden se la cava con un buffetto: esce indenne dal rapporto che chiude l’inchiesta sui documenti riservati da lui conservati: non gli è contestato nessun reato.

Andiamo con ordine e mettiamo in fila i fatti.

Usa 2024: Corte d’Appello Washington boccia richiesta immunità Trump
La Corte d’Appello federale di Washington sancisce che Donald Trump non ha diritto all’immunità nel giudizio per i tentativi di ribaltare l’esito del voto del 2020 culminati nell’assalto al Campidoglio condotto da migliaia di facinorosi suoi sostenitori il 6 gennaio 2021. La Corte d’Appello ha così confermato all’unanimità il giudizio del tribunale di primo grado.

Il magnate ex presidente ha subito annunciato che farà appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti, cui spetta in merito la parola decisiva. Trump porta così avanti la sua tattica dilatoria: vuole fare slittare i procedimenti contro di lui a quando – spera – sarà già stato rieletto presidente e godrà, quindi, di nuovo dell’immunità presidenziale. Il processo di Washington doveva iniziare il 4 marzo, ma è già stato aggiornato a data da destinarsi.

Secondo i giudici della Corte d’Appello federale di Washington, qualsiasi immunità possa Trump avere goduto quand’era presidente non può più essere invocata ora nel procedimento giudiziario avviato dal procuratore speciale Jack Smith per i tentativi di sovvertire l’esito delle elezioni 2020, vinte da Joe Biden.

Il magnate ha solo “tutti i mezzi di difesa di qualsiasi altro imputato” in un processo penale: verdetto salutato con favore dalla stampa liberal, perché afferma il principio che il presidente “non è un re, ma un cittadino” – scrive in sintesi la Cnn -. I legali di Trump sostenevano invece che un ex presidente è immune da qualsiasi procedura, se non è stato prima ‘impeached’ dal Congresso: tesi che suscita diffuse perplessità in ambienti giudiziari.

La Corte Suprema federale, che è attualmente composta da sei giudici conservatori – tre dei quali scelti da Trump – e tre progressisti, farà comunque giurisprudenza in merito. Domani, la Corte dovrà iniziare a esaminerà il ricorso dell’ex presidente contro l’esclusione dalle primarie in Colorado in base alla sezione 3 del 14o emendamento della Costituzione, che esclude da cariche pubbliche funzionari coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione su cui hanno giurato.

La decisione della Corte sulla eleggibilità di Trump farà da paradigma per tutte le analoghe cause pendenti in vari Stati, che sono giunte a diversi stadi di giudizio e che hanno dato esiti diversi.

Usa 2024: Camera non avvia procedura impeachment ministro Amministrazione Biden
La Camera non ha avviato la procedura d’impeachment del segretario alla Sicurezza nazionale, Alejandro Mayorkas, accusato di non avere applicato la legge e di avere violato la fiducia del pubblico nella gestione delle ondate di migranti al confine tra Usa e Messico, fra i temi più caldi della campagna elettorale.

La settimana scorsa, la commissione sicurezza della Camera aveva invece dato il suo ok all’avvio della procedura su base partitica. Nella plenaria, dove repubblicani hanno una risicata maggioranza, alcuni di essi hanno votato contro l’avvio della procedura, ritenuta una forzatura da molti esperti legali. In ogni caso, l’impeachment non sarebbe stato avallato dal Senato, cui spetta l’ultima parola e dove i democratici sono in maggioranza.

Se la Camera avesse approvato la messa sotto accusa, Mayorkas sarebbe divenuto il primo ministro messo sotto impeachment in quasi 150 anni, dal segretario alla Guerra William Belknap nel 1876.

L’incriminazione di Mayorkas era parte del disegno dei repubblicani, specialmente dei ‘trumpiani’, di mettere in difficoltà l’Amministrazione Biden sul tema dell’immigrazione, che l’ex presidente pone al centro della sua campagna. Il fallimento dell’operazione è un boomerang politico-elettorale per il magnate.

Alla sconfitta sull’impeachment a Mayorkas s’è poi sommata, poco dopo, la bocciatura, da parte della Camera di un disegno di legge, proposto dai ‘trumpiani’, per scindere gli aiuti ad Israele da quelli all’Ucraina e a Taiwan: il pacchetto presentato del presidente Biden li accomuna.

Il disegno di legge prevedeva 17,6 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele. Biden aveva già detto che avrebbe posto il suo veto. Al no dei democratici, s’è unito quello di 13 repubblicani, contrari perché la misura non conteneva le compensazioni di bilancio da loro ritenute necessarie.

I repubblicani collegano alla soluzione del problema dei migranti l’ok agli aiuti a Ucraina e Taiwan, sostenendo che la sicurezza dell’Unione si gioca ai confini con il Messico. Ma non volevano tenere così bloccati gli aiuti a Israele.

Usa 2024: primarie in Nevada, Biden trionfa, Haley inciampa
Primarie in Nevada: una passeggiata per Biden fra i democratici – il presidente, che quasi non ha avversari, prende oltre il 90% dei voti -; un pasticcio fra i repubblicani e, soprattutto, uno smacco per Nikki Haley, unica rivale di Trump rimasta in lizza.

Le primarie repubblicane non contano, perché non assegnano delegati, che saranno assegnati domani dai caucuses, dove Trump s’è candidato – e la Haley no -: un pasticcio che ricorda quello dei democratici in New Hampshire.

Contrariamente a Trump, Haley s’era candidata alle primarie, dove ha ottenuto un terzo dei voti, più di tutti – in lista, erano rimasti i nomi di alcuni candidati nel frattempo ritiratisi -. Ma lo smacco è che c’è più gente che ha preferito barrare la casella “nessuno di questi” piuttosto che votarla.

Usa 2024: documenti riservati, Biden ‘rimproverato’, ma non accusato
(ANSA) – Joe Biden e il suo staff non hanno gestito bene i documenti classificati della Casa Bianca di quando lui era vice-presidente rimasti in suo possesso, ma non hanno commesso reati. Lo scrive il procuratore speciale Robert K. Hur nel suo rapporto conclusivo che sarà presto pubblicato, ma che il Washington Post ha già visto.

Nelle ultime settimane, il rapporto è stato esaminato da funzionari dell’intelligence per valutare quanto rivelare delle carte classificate trovate nel 2022 nel garage della casa di Biden a Wilmington nel Delaware e in un suo ex ufficio a Washington, prima di inviarlo al Congresso e quindi renderlo pubblico.

I documenti classificati erano stati trovati a Biden dopo che ricerche erano state condotte presso tutti i presidenti e i vice-presidenti viventi, in seguito al rinvenimento di centinaia di incartamenti nella residenza in Florida di Donald Trump e in altre sue proprietà.

Nel gennaio 2023, il procuratore generale Merrick Garland aveva affidato a Robert K. Hur l’indagine sulla vicenda Biden, pochi mesi dopo aver incaricato Jack Smith di condurre l’inchiesta sul caso Trump. Le situazioni sono molto diverse tra loro, sia per il numero dei documenti che perché il magnate aveva consapevolmente sottratto i file agli Archivi Nazionali, che glieli avevano insistentemente richiesti. L’ex presidente è stato accusato di 40 crimini federali, inclusa l’ostruzione alla giustizia.

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