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Usa 2024: – 25, per Trump, uragani votano Harris; sondaggi e early voting
Di Giampiero Gramaglia
L’uragano Milton, la tempesta del secolo – la definizione della Cnn –, è arrivato, prima del previsto, sulle coste della Florida all’altezza di Sarasota. Una volta toccata terra, come spesso accade, è sceso d’intensità, ma continua a essere seguito minuto per minuto dai media Usa, specie dalle televisioni: è il quinto, in questa stagione, a investire la Florida dal Golfo del Messico.
Milton, dopo Helene, è già divenuto elemento della campagna elettorale, fra affermazioni false o addirittura paradossali e palesemente complottiste. L’ex presidente Donald Trump, un negazionista del cambiamento climatico, accusa l’Amministrazione federale di lesinare gli aiuti alle aree colpite perché prevalentemente repubblicane e d’avere trasferito ai migranti fondi per le catastrofi naturali. E sui social complottisti diffondono mappe per dimostrare che Helene, nel suo percorso, ha insistito sulle circoscrizioni elettorali repubblicane e risparmiato quelle democratiche, come se l’uragano fosse stato così ‘programmato’.
Il presidente Joe Biden, parlando ieri sera dalla Casa Bianca, ha ammonito sull’impatto distruttivo di Milton, ha esortato la popolazione interessata a trovare un rifugio sicuro e ha condannato le bugie e la disinformazione, definite “antiamericane”. Alla domanda sul perché pensa che Trump stia diffondendo disinformazione, Biden ha risposto: “Non lo so. Semplicemente non lo so. Puoi fare delle ipotesi, ma trovo che sia antiamericano. Non rispecchia chi siamo”.
Usa 2024: sondaggi, Harris in perdita di velocità nella Rust Bell
A 25 giorni dall’Election Day, merita attenzione l’ultimo sondaggio della Quinnipiac University: negli Stati chiave della Rust Belt, che una volta era il Blue Wall, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, c’è un testa a testa serrato tra Harris e Trump. La democratica è avanti in Pennsylvania (49% a 46%), il magnate guida in Michigan (50% a 47%) e in Wisconsin (48% a 46%).
Nel sondaggio della Quinnipiac di settembre, Harris era in testa nella Pennsylvania e di poco avanti nel Michigan, mentre la corsa era sostanzialmente pari nel Wisconsin.
Ovviamente, Trump a Harris insistono a fare campagna negli Stati in bilico. L’ex presidente era ieri a Scranton, la città natale del presidente Biden, in Pennsylvania, dove ha insistito sull’importanza dell’estrazione del gas e del petrolio, sostituendo lo slogan “Frack! Frack! Frach!” al già famoso, e letale per l’ambiente: “Drill!, Baby. Drill!”.
Usa 2024: Stati in bilico e voto anticipato
La vice-presidente sarà oggi a Phoenix, in Arizona e Trump sarà domenica a Prescott Valley, roccaforte repubblicana circa 150 chilometri a nord di Phoenix. Nel 2020, Biden in Arizona sconfisse Trump per soli 10.457 voti: un margine risicato, che ha favorito il nascere e il diffondersi di teorie del complotto e di disinformazione tra quanti non hanno accettato il risultato conseguito.
In Arizona, Kari Lake, una giornalista ‘trumpiana’, candidata al Senato, è indietro nei sondaggi e nella raccolta di fonda rispetto al rivale democratico, il deputato Ruben Gallego: i due si affrontano questa sera nel loro unico dibattito televisivo. La corsa al seggio lasciato libero da Kirsten Synema, senatrice indipendente, ma vicina ai democratici, è una di quelle cruciali per determinare i rapporti di forza tra democratici e repubblicani nel nuovo Senato.
Proprio l’Arizona diventa oggi il primo degli Stati in bilico con seggi aperti per il voto anticipato. Pratica su cui, nota il New York Times, i repubblicani danno messaggi contraddittori: in Wisconsin, Trump ha parlato con alle spalle un grande striscione che inneggiava all’early voting; ma gli oratori sul palco hanno poi fatto risaltare che lo Stato scoraggia a farlo. Voto anticipato e voto per posta, tranne quello dei militari in missione all’estero, sono tradizionali ‘serbatoi’ democratici.
Usa 2024: Trump, basta dibattiti; Walz, basta Gradi Elettori
Sul suo social Truth, Trump chiude di nuovo la porta a un ‘dibattito rivincita’ con Harris e sfrutta uno ‘scivolone’ della rivale nell’intervista a 60’ sulla Cbs, quando s’è troppo ‘appiattita’ sull’Amministrazione Biden. “Ho già vinto il primo dibattito con Kamala la bugiarda. Siamo molto avanti nel processo elettorale, il voto è già iniziato: non ci sarà nessuna rivincita! Inoltre, Kamala ha chiaramente detto ieri che non farebbe nulla di diverso da Joe Biden, non c’è nulla da dibattere”.
Trump prosegue: “Ho vinto gli ultimi due dibattiti, con Joe il corrotto e con Kamala la bugiarda… JD Vance ha facilmente vinto il suo con ‘tampone’ Tim Walz, che si è definito una testa dura! Sono in testa nei sondaggi, con un vantaggio che cresce ogni giorno, e sono in testa negli Stati in bilico… La prima cosa che fa un pugile quando perde un incontro è dire che ‘chiede una rivincita’…, ma non ci sarà nessuna rivincita!”.
Parlando a una raccolta di fondi in California, il candidato vice democratico Walz rompe un tabù e propone che il sistema del collegio elettorale per eleggere i presidenti degli Stati Uniti sia abolito e sostituito con il principio del voto popolare, come avviene nella maggior parte delle democrazie.
I commenti di Walz sono in sintonia con i sentimenti della maggioranza degli elettori statunitensi, ma la campagna di Harris non ha finora preso posizione in merito, nonostante la vice-presidente abbia espresso in precedenza opinioni simili.
“Penso che tutti noi sappiamo che il collegio elettorale deve scomparire. Ci vuole un voto popolare nazionale”, ha detto Walz, che era nella residenza del governatore della California Gavin Newsom. Walz aveva già fatto osservazioni simili in un altro evento a Seattle, nello Stato di Washington, pur ammettendo che “non è il mondo in cui viviamo”.
L’abolizione del collegio elettorale mira a correggere l’anomalia democratica per cui può diventare un candidato che ottiene meno suffragi del rivale, come avvenuto a Trump nel 2016 e a George W. Bush nel 2020.
- Mitt Romney, ex candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2012 e senatore uscente, non dà l’endorsement a Kamala Harris perché farlo metterebbe a rischio un suo possibile ruolo nell’aiutare a ricostruire il partito repubblicano. “Ho detto chiaramente che non voglio che Donald Trump sia presidente”, spiega. “Ma voglio continuare ad avere una voce nel partito dopo questa elezione e penso che ci siano buone possibilità che debba essere ricostruito”.
- Il movimento nazionale pro-palestinese degli ‘Uncommitted’, che critica l’Amministrazione Biden per l’appoggio a Israele, incoraggia i suoi membri a sostenere Kamala Harris, se non altro perché Donald Trump sarebbe peggio. “Il premier israeliano Benjamin Netanyahu farà tutto il possibile per far eleggere Trump. Quindi, noi dobbiamo fare tutto il possibile per fermarlo”, dice Lexi Zeidan, co-fondatore del movimento. “Come americana-palestinese trovo demoralizzante come l’attuale amministrazione sta gestendo il genocidio, ma il fatto è che potrebbe essere peggio”.