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Usa 2024: – 242, Haley lascia senza sostenere Trump; Biden fa discorso stato Unione

07
Marzo 2024
Di Giampiero Gramaglia

Fuori i secondi, cioè fuori quelli che sono arrivati ultimi nel Super Martedì. Nikki Haley, protagonista di una bella prova, lascia la corsa alla nomination repubblicana a Usa 2024, dopo essersi imposta in solo due nelle oltre venti competizioni elettorali fin qui svoltesi per raccogliere delegati alla convention repubblicana che, a luglio, a Milwaukee, proclamerà il candidato.

Fra i democratici, lascia il deputato del Minnesota Dean Philips, di cui però pochi si erano accorti che fosse in lizza – generalmente, otteneva briciole di consenso -.

L’uscita di scena di Haley significa che gli americani devono ancora attendere il momento in cui avranno un presidente donna, dopo esserci andati vicini con Hillary Clinton nel 2016 e avere poi avuto nel 2020 la prima vice-presidente donna, Kamala Harris. Deludendo molte attese, Haley decide di non correre da indipendente: l’ex governatrice della South Carolina vuole così preservare le sue chances di diventare, nel 2028, la candidata del partito, anche se, teoricamente, Trump, se non fosse rieletto quest’anno, potrebbe ancora correre per la nomination (ma avrà 82 anni, sarà, cioè, più vecchio di Biden ora).

Parlando dalla South Carolina, il suo Stato, Haley non ha dato il suo endorsement a Trump e non ha invitato i suoi elettori a votarlo. L’ex governatrice ed ex rappresentante degli Usa all’Onu ha basato la sua campagna sulla sua esperienza di amministratrice e di esteri; e ha sottolineato la necessità d’un ricambio generazionale. Ma non è riuscita a scalfire lo zoccolo duro dell’elettorato trumpiano.

Anche Phillips, 55 anni, uno dei deputati più ricchi, offriva agli elettori una leadership democratica di nuova generazione e spendeva del suo per fare campagna. Non è però riuscito a catturare attenzione e consensi. Anche nel suo Stato, il Minnesota, i democratici critici di Biden hanno votato più “uncommitted” che lui.

Dopo il Super Martedì, dunque, il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump sono ormai soli in corsa per la nomination e la presidenza – in realtà, fra i democratici resta in lizza la scrittrice Marianne Williamson, altra candidata invisibile all’opinione pubblica –. Il 19 marzo, quando si vota in cinque stati – Florida, Ohio, Illinois, Arizona e Kansas –, Biden e Trump dovrebbero raggiungere la soglia di delegati necessaria alla garanzia aritmetica della nomination dei rispettivi partiti.

Da lì, potrebbe cominciare una fase di relativa stasi della campagna elettorale, fino alle convention. Dopo il Labour Day, la festa del lavoro americana, che quest’anno cade il 2 settembre, comincerà, invece, la campagna elettorale vera e propria fino all’Election Day del 5 novembre.

Usa 2024: Biden e Trump, gli elettori di Haley nel mirino
Biden e Trump hanno già cominciato a muoversi alla conquista dell’elettorato di Haley, tendenzialmente conservatore – e, quindi, terreno di caccia del magnate -, ma anche radicalmente anti – Trump – e, quindi, catturabile da Biden -. Ma è possibile che molti dei sostenitori di Haley non vadano a votare il 5 novembre.

E, comunque, la strada è ancora lunga otto mesi, oltre 240 giorni, e molte cose possono ancora accadere per orientare la campagna e influenzare le scelte degli elettori, in economia, negli esteri e pure, per quanto riguarda Trump, nelle aule dei tribunali. Il primo impegno giudiziario del magnate è il 25 marzo a New York, dove inizia un procedimento per fatti che risalgono alla campagna 2016, quando, per nascondere al pubblico vecchie storie con una pornostar e una coniglietta di PlayBoy, ne pagò in nero il silenzio usando fondi degli elettori.

Dopo il Super Martedì, vengono già segnali di coagulo dei repubblicani intorno a Trump: il leader del partito al Senato Mitch McConnell, che per il 6 gennaio 2021 aveva criticato il comportamento del magnate, gli ridà ora l’appoggio, constatando che ha “il sostegno” degli elettori repubblicani – l’ennesimo esempio di un esponente repubblicano ‘quaquaraquà’ di fronte al fenomeno Trump: principi zero, solo potere -.

Un sondaggio per conto dell’Ap conferma che pochi americani auspicano un ruolo più attivo dell’Unione nelle guerre in atto in Ucraina e nel Medio Oriente e, in generale, nei problemi dell’umanità. Il presidente Biden si appresta a fare, questa sera, il discorso sullo stato dell’Unione, che potrebbe essere il suo ultimo esercizio di questo genere: cercherà di convincere gli americani d’avere ottenuto buoni risultati in economia e nel sociale; cercherà di convincere i repubblicani a dargli i mezzi per affrontare il problema dei migranti e per aiutare l’Ucraina; e, infine, cercherà di dare di sé un’immagine responsabile e rassicurante. Tres ‘missions’ quasi ‘impossible’ nell’attuale contesto politico e sociale.

Le campagne di Biden e Trump fanno la conta dei delegati fi nora conquistati: il presidente ne ha 1.556 e gliene servono 1.968; l’ex presidente ne ha 1.053 e gliene servono 1.215. Prima del ritiro Haley ne aveva conquistati 87, Ron DeSantis 9 e Vivek Rasmaswamy 3.

In California, le primarie del Super Martedì delineano una sfida a novembre per il seggio al Senato lasciato vacante da Dianne Feinstein fra il deputato democratico Adam Schiff e il repubblicano Steve Garvey, un ex giocatore di baseball dei Los Angeles Dodgers.

Usa 2024: il rebus dell’elettore no-Trump’, un’analisi di Marcello Campo
(ANSA) Marcello Campo, ex corrispondente dagli Stati Uniti, scrive sull’ANSA: Non solo gli elettori di Haley sono incerti sul da farsi – tra loro, c’è pure chi è tentato di votare Biden -. ma anche tantissimi ex sostenitori di Trump sembrano aver abbandonato il magnate. E’ la tesi del Financial Times, secondo cui “il vero protagonista” di questa importantissima tornata elettorale è stato “l’elettore segreto no-Trump”.

Per Peter Spiegel, firma di spicco del quotidiano della City, la prestazione di Trump alle urne è stata “inferiore alle previsioni dei sondaggisti”. Se otto anni fa, infatti, le rilevazioni tendevano a sottostimare i consensi all’ex presidente, quest’anno i rilievi statistici “continuano a sbagliare, ma nella direzione opposta”. Stavolta, spiega il giornale, Trump è andato peggio rispetto ai sondaggi “in ogni grande primaria”, dal New Hampshire alla South Carolina al Michigan. Un caso per tutti, quello clamoroso del Vermont: ‘Qui l’ultimo grande sondaggio pubblicato prima del voto – nota FT – dava Trump in vantaggio per 61-31. Invece alla fine ha vinto Haley”.

Insomma, per il giornale la grande differenza tra oggi e otto anni fa è che, se allora emerse “l’elettore segreto di Trump”, ora sembra esserci “un elettore segreto no-Trump”. Chissà se dietro questa ritrosia elettorale ci sia l’indignazione nei confronti dell’attacco al Campidoglio e la campagna contro il diritto di interrompere volontariamente la gravidanza. Molti di loro, segnala FT, vivono nelle “ricche periferie tradizionalmente terreno di caccia privilegiato per i candidati repubblicani”. Ma anche qui pare che “il comportamento irregolare di Trump e il disprezzo per le regole democratiche abbiano prodotto un notevole cambiamento nei modelli di quel voto”. Inoltre, conclude FT, Trump potrebbe avere perso appeal nell’elettorato femminile: “Ci sono prove crescenti che le donne repubblicane che vivono in queste periferie si siano rivoltate contro Trump in numero ancora maggiore a causa della decisione della Corte Suprema del 2022 di annullare il diritto all’aborto”.

L’allarme è stato lanciato anche dallo stratega elettorale conservatore Karl Rove. Il consulente preferito da George W. Bush – lo definiva ‘the Genius’ – ha confermato a Fox News, cifre alla mano, che il vero compito di Trump da qui al voto di novembre è recuperare il voto conservatore: “Il team Trump dovrebbe preoccuparsi di unificare il Partito repubblicano. Per Haley – ha osservato Rove – ha votato un terzo degli elettori in Virginia, il 43% in Massachusetts, il 23% nel Nord Carolina, il 31% nel Maine e il 48% del Vermont”. Non a caso Rufus Gifford, capo finanziario della campagna di Biden 2024, ha subito lanciato su X un appello a questa fetta di elettori: “Cari sostenitori di Haley, potremmo non essere d’accordo su ogni questione, ma la campagna di Biden è aperta a tutti coloro che desiderano far avanzare il nostro Paese”.

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