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Usa 2024: + 24, Trump litiga con il Messico, Musk prende di mira l’Ue
Di Giampiero Gramaglia
Il clima di festa – ieri era Thanksgiving, oggi è il Black Friday – dirada le notizie sui media Usa, ma aumenta commenti e analisi. Fra quanti non vivono le feste con particolare intensità, ci sono, però, Donald Trump ed Elon Musk, che anche ieri hanno versato sui loro social dosi di veleno. Su X, Trump ha fatto così gli auguri agli americani: «Buon Ringraziamento a tutti, compresi quei pazzi della sinistra radicale che hanno lavorato duramente per distruggere il nostro Paese, ma hanno miseramente fallito, e falliranno sempre… Le loro idee e loro politiche sono così irrimediabilmente cattive che le grandi persone della nostra Nazione hanno appena concesso una vittoria schiacciante a coloro che vogliono rendere l’America di nuovo grande!». Un messaggio non proprio unificante.
Musk, invece, se l’è presa con la Commissione europea, definendola «antidemocratica» e rivelando una discreta ignoranza delle istituzioni europee. «Questo è antidemocratico. Il Parlamento europeo dovrebbe votare direttamente sulle questioni, non cedere l’autorità alla Commissione europea», afferma il patron di Tesla su X commentando la fiducia dell’Assemblea di Strasburgo all’Esecutivo di Bruxelles. Una formula, quella della fiducia del legislativo all’esecutivo, che negli Usa non esiste ma che non per questo è antidemocratica.
Il tema attira l’attenzione più da noi che negli Usa, dove i media commentano piuttosto lo scambio tra la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum Pardo, e Trump, che su Truth riferisce di una loro conversazione telefonica e scrive di un accordo per fermare il flusso di migranti dal Messico verso gli Usa, «effettivamente chiudendo il confine».
Sheinbaum ribatte di non avere intenzione di chiudere il confine con gli Usa: «Nella conversazione con Trump, ho spiegato la strategia del Messico per affrontare il fenomeno della migrazione, rispettando i diritti umani. Ribadiamo che la posizione del Messico non è di chiudere i confini, ma di costruire un ponte fra i governi e i popoli». Il Washington Post chiosa con ironia: «Trump ha un’eccellente conversazione con la presidente messicana, eccetto che sui dazi e i migranti».
E lo stesso giornale pone una domanda retorica sulla designazione di Pam Bondi alla Giustizia: «Trump sceglie il suo avvocato come ministro della Giustizia. Ci dice qualcosa?».
C’è attenzione anche per l’incontro con invito a cena tra Trump e Mark Zuckerberg a Mar-a-lago. Citando una fonte di Meta, i media Usa scrivono che s’è parlato del Trump 2. La fonte afferma: «È un momento importante per il futuro dell’innovazione americana. Mark è grato per l’invito a cena e per l’opportunità di incontrare i componenti della squadra di Trump e di parlare dell’Amministrazione».
False le minacce al team di Trump
La Nbc spiega, citando fonti della polizia, che le minacce alla bomba ad alcuni dei protagonisti della nuova Amministrazione erano false: erano «casi di swatting», operazioni con cui si diffondono false minacce per provocare una risposta di emergenza pesante e armata. «Le minacce non erano credibili e non sono stati trovati dispositivi esplosivi o tracce di pericoli materiali», hanno precisato le forze dell’ordine.
Tra i bersagli indicati, il capo del Pentagono prescelto Pete Hegseth, l’ex destinato alla Giustizia Matt Gaetz, il futuro segretario al Commercio Howard Lutnick, la prossima ambasciatrice Usa all’Onu Elise Stefanik e Lee Zeldin, candidato a capo dell’Agenzia per l’Ambiente.
Nei libri di Hegseth, l’elogio delle crociate
Stando ad Ansa, il segretario alla Difesa scelto da Trump, Pete Hegseth, che ha il motto dei crociati «deus vult» tatuato sul braccio, ha scritto libri anti-Islam. Lo riferisce The Guardian. Hegseth descrive l’Islam come un «nemico storico e naturale dell’Occidente»; presenta versioni distorte dell’Islam; sostiene che i liberal e i musulmani «sono uniti in un complotto per sovvertire gli Stati Uniti» e idolatra i crociati medievali.
A giudizio di storici sentiti dal giornale, la visione dell’Islam di Hegseth è zeppa di falsità, errori e teorie cospirative di estrema destra. Se la sua nomina sarà confermata, l’ex ufficiale in Afghanistan e in Iraq sarà a capo della maggiore forza militare al mondo in un momento di conflitto e instabilità in Medio Oriente.
In un libro del 2020, American Crusade, Hegseth chiede una «crociata americana», contro i «nemici interni» e quelli di Israele: «Abbiamo nemici interni e alleati internazionali… È tempo di contattare le persone che condividono i nostri stessi principi, imparare da loro e formare legami più forti», scriveva.
In un capitolo intitolato Make the Crusade Great Again, il candidato alla guida del Pentagono affermava: «Nell’XI Secolo, il cristianesimo era così assediato dall’Islam nella regione mediterranea, compresi i luoghi santi di Gerusalemme, che i cristiani dovettero fare una scelta difficile: intraprendere una guerra difensiva oppure continuare a consentire l’espansione dell’Islam e affrontare una guerra esistenziale in Europa». Hegseth chiosava: «La sinistra di oggi avrebbe sostenuto la “diplomazia”. Sappiamo come sarebbe andata a finire».
Giuliani in tribunale, «non riesco a pagare le spese»
Come si apprende dall’Ansa, siparietto in un tribunale di New York tra Rudy Giuliani, ex sindaco della Grande Mela ed ex avvocato personale di Donald Trump, e il giudice che presiede il procedimento per la riscossione dei 146 milioni di dollari dovuti a due scrutatrici della Georgia diffamate nelle contestazioni di Usa 2020.
Processato e riconosciuto colpevole. Giuliani deve risarcire Ruby Freeman e Shaye Moss che sono state vittima di intimidazioni da parte dei sostenitori di Trump dopo che l’avvocato le aveva ingiustamente accusate di frodi nelle presidenziali del 2020.
Quando il magistrato ha contestato all’ex sindaco il mancato rispetto della decisione del tribunale, e cioè il mancato risarcimento, Giuliani ha perso le staffe ed è sbottato: «Non posseggo un’auto, non ho carte di credito, non ho contanti, tutti i miei averi sono bloccati, non riesco a pagare le bollette». Finora l’ex sindaco ha consegnato la sua collezione di orologi e la sua Mercedes, ma non basta.