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Usa 2024: + 22, tregua tra Israele e Hezbollah nella transizione Trump-Biden

27
Novembre 2024
Di Giampiero Gramaglia

L’annuncio dell’accordo per una tregua in Libano, dato in parallelo dal presidente Usa Joe Biden e dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, viene letto dai media negli Stati Uniti nella chiave della transizione dei poteri dal presidente uscente al presidente eletto Donald Trump.

Il cessate-il-fuoco, che pone termine alle ostilità tra Israele e il gruppo armato libanese Hezbollah filo-iraniano, che per oltre un anno hanno fatto da contrappunto, nel Nord, alla guerra nella Striscia di Gaza, a Sud, tra Israele e l’organizzazione terroristica palestinese Hamas, appare un successo, sia pure tardivo, dell’Amministrazione Biden, e alimenta l’ipotesi che il cambio della guardia tra Biden e Trump possa coincidere con la cessazione delle ostilità nella Striscia, avendo Israele ottenuto – o dichiarando di averlo fatto – i suoi obiettivi.

Nelle analisi dei media, c’è cautela sulla tenuta dell’intesa. In attesa di commenti da parte di Trump, che non sono finora venuti, i giornali riferiscono che il team per la transizione del presidente eletto ha ricevuto «ampie informazioni» sull’intesa dal negoziatore di Biden. Amos Hochstein ha avuto due incontri in merito con la squadra per la sicurezza nazionale di Trump, specie sugli impegni degli Usa per la supervisione della tregua: uno si è svolto poco dopo le elezioni e l’altro nell’imminenza della conclusione delle trattative, quando l’intesa era vicina.

I dazi di Trump fanno discutere
L’attenzione dei media Usa resta alta sulle conseguenze dell’applicazione dei dazi del 25% contro Messico e Canada e del 10% supplementare contro la Cina in funzione di contrasto rispettivamente all’immigrazione illegale e al traffico di droga, in particolare di fentanyl. I media liberal criticano sia il modo dell’annuncio, con un post su Truth, che i contenuti. La CNN scrive: «Il caos globale provocato via social»; il Washington Post nota che il presidente eletto non s’è ancora insediato, ma che «il suo bullismo da ‘America first’ è già tornato». Sempre per il Washington Post, «il Messico si prepara a reagire, in caso di dazi».

Che quella dei dazi possa essere la via maestra del Trump 2 in materia di relazioni commerciali lo conferma la scelta dell’avvocato Jamieson Greer come inviato per il commercio, una figura chiave nell’attuazione dell’agenda economica e commerciale della nuova Amministrazione. Jamieson ha già avuto un ruolo chiave nel Trump 1, «imponendo tariffe alla Cina e ad altri Paesi per combattere pratiche commerciali sleali» e rinegoziando l’accordo commerciale con Messico e Canada, il Nafta, ha sottolineato il magnate stesso annunciandone la nomina.

Greer era stato capo dello staff del rappresentante Usa per il commercio Robert Lighthizer. Secondo la Bloomberg, Trump dovrebbe presto nominare Kevin Hasset alla guida del Consiglio economico nazionale. Nel Trump 1, Hasset ha presieduto il consiglio dei consiglieri economici del presidente, ruolo in cui difese a spada tratta le politiche di spesa e fiscali dell’Amministrazione.

Migranti, l’incubo delle deportazioni
Dazi e deportazioni sono i marchi che Trump intende stampigliare sul suo ritorno alla Casa Bianca. Parlando ieri a Eagle Pass, la ‘porta del Messico’, in Texas, Tom Homan, lo ‘zar del confine’ della nuova Amministrazione, ha detto: «Metteremo questa nazione al sicuro come mai nel passato», ed ha ammonito governatori e sindaci democratici che intendono ostacolare le deportazioni di massa: «Non metteteci alla prova». Homan, che era insieme al governatore del Texas Greg Abbott, parlava a forze dell’ordine e ad amministratori locali.

Trump ha infine scelto Jim O’Neill, socio dell’investitore miliardario e suo sostenitore Peter Thiel, come sottosegretario alla Sanità. O’Neill ha ricoperto diversi ruoli nel Dipartimento della Sanità, che Trump ha affidato a Robert F. Kennedy jr, durante l’Amministrazione di George W. Bush, ma non ha una formazione medica.

  • Della Florida, la Corte d’Appello federale ha accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di archiviare il caso contro Donald Trump per la gestione dei documenti riservati della Casa Bianca nella sua residenza di Mar-a-Lago. Lo riporta la CNN. Il processo va invece avanti per gli altri due coimputati, l’assistente del magnate Walt Nauta e il manager della tenuta Carlos de Oliveira.
  • Il team per la transizione di Trump ha firmato il memorandum d’intesa con la Casa Bianca. Lo ha detto il capo dello staff del presidente eletto Susie Wiles. La mossa, che arriva più tardi del consueto, apre la strada al coordinamento con le agenzie federali con cui finora l’Amministrazione entrante non ha interagito.