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Usa 2024: – 22, Harris – Trump, scontro sui certificati medici
Di Giampiero Gramaglia
E’ scontro sui certificati medici, tra i candidati alla Casa Bianca democratico Kamala Harris e repubblicano Donald Trump: la campagna di Harris, 59 anni, ha pubblicato un rapporto dettagliato sulla storia medica della vice-presidente e tutte le informazioni sulla sua salute per dimostrare che “possiede la resilienza fisica e mentale necessaria per adempiere con successo ai compiti richiesti dalla presidenza”; la campagna di Trump, 78 anni, ha reagito sostenendo che il magnate fornisce spesso aggiornamenti sulla sua salute con i bollettini del suo medico e del dottor Ronny Jackson, che lo ha curato dopo il fallito attentato del 13 luglio.
In realtà, Trump è sempre stato reticente a pubblicare notizie dettagliate sulla sua salute, anche quando era presidente, a parte una lettera del suo medico Bruce Aronwald, che l’anno scorso lo descriveva “in eccellenti condizioni”.
Dal bollettino sulla salute di Harris risultano qualche allergia stagionale curata con antistaminici ed episodi sporadici di orticaria. La candidata democratica “non fuma, beve poco e si allena regolarmente con esercizi aerobici e muscolari”, si legge nella lettera del dottor Joshua Simmons, che precisa precisa che l’ultimo check-up approfondito è stato effettuato ad aprile. Harris, inoltre, effettua regolari esami e screening, come tutte le donne della sua età, per prevenire il cancro al seno e al colon, male che ha ucciso sua madre.
La campagna di Trump replica, in una dichiarazione, che tutti i medici che seguono il magnate o l’hanno avuto in cura “hanno concluso che è in eccellente salute, adeguata per essere presidente”. E, poi, lancia una frecciata: “Trump ha mantenuto un programma elettorale estremamente intenso e attivo, mentre Harris non è stata in grado di stare al passo con le esigenze della campagna elettorale e rivela quotidianamente di non essere del tutto qualificata per essere presidente degli Stati Uniti”.
Harris ha a sua volta replicato di persona, prima di un comizio in North Carolina: “E’ chiaro che Trump e la sua squadra non vogliono che il popolo americano sappia veramente se è idoneo a essere presidente”. Harris ha aggiunto: “Alle sue manifestazioni nomina personaggi di fantasia e si inventa le cose”; e a chi le chiedeva se ritenga che le capacità mentali del suo rivale siano calate ha risposto: “Invito la gente a guardare i suoi comizi e a trarre le conclusioni… La corsa è serrata, ma la scelta è chiara”. In precedenza, parlando in Arizona, Harris aveva definito “debole” la decisione del rivale di non fare altri dibattiti, dopo quello del 10 settembre.
Il periodico rilevamento di New York Times / Philadelphia Inquirer / Siena College confermava, ieri, che la situazione negli Stati in bilico resta incerta e mutevole. In questo sondaggio, Trump è avanti 51 a 46% in Arizona e Harris 50 a 27% in Pennsylvania. Entrambi i candidati stanno cercando, finora senza successo, di allargare la propria base elettorale.
Usa 2024: Trump in California fa l’elogio di Xi
“Xi Jinping è brillante e intelligente, abbiamo un ottimo rapporto”: lo ha detto Trump in un comizio a Coachella, in California, riferendosi al presidente cinese. E ha poi aggiunto: “Non posso dirlo, perché se no i media montano la polemica”.
Protetto sul palco da vetri anti-proiettile, Trump ha scelto Coachella per un comizio in uno Stato largamente schierato con Harris, a partire dal governatore Gavin Newsom. L’ex presidente ha però deciso di farvi tappa per tentare di conquistare il voto dei democratici delusi. “In California oggi ci sono le tasse più alte, il costo della vita più alto, i prezzi della benzina più alti, il numero più alto di senza tetto e migranti – ha detto -… Solo io posso salvarvi dal caos in cui vi hanno gettato: Joe Biden è stato il peggior presidente nella storia del nostro Paese, Harris la peggiore vice-presidente”.
Trump ha confermato l’intenzione di abolire le tasse sulle mance di hotel e ristoranti: una mossa elettorale annunciata in primavera in Nevada, lo Stato in bilico dove è più alta concentrazione di lavoratori nel settore della ristorazione e nell’ospitalità e poi ripresa da Harris. In Nevada, Biden vinse nel 2020, ma ora nei sondaggi è in testa Trump.
Al comizio di Coachella c’era l’attore Dennis Quaid, interprete di Ronald Reagan nel recente film ‘Reagan’. In un’intervista alla Cnn il mese scorso, Quaid, che ha annunciato il suo appoggio a Trump a maggio, ha detto che “i principi di Reagan e quelli di Trump sono molto simili”.
“Non ho voglia di dare ulteriori finanziamenti all’Ucraina e spero che non siano necessari”, ha detto lo speaker della Camera Usa Mike Johnson, repubblicano: lo riferisce l’ANSA, citando a sua volta media statunitensi e ucraini. “Se Trump vince, credo che possa davvero porre fine al conflitto”, ha aggiunto Johnson: chiamerebbe il presidente russo Vladimir Putin e “gli direbbe che basta”. “Penso che tutti nel mondo siano stanchi e vogliano che il conflitto venga risolto. Ma se Harris diventasse presidente non credo che la guerra finirebbe: e questo è uno scenario disperato e pericoloso”
Un think tank conservatore vicino alla campagna di Trump ha subito un attacco hacker. Lo riferisce Politico, citando un comunicato dell’America First Policy Institute. L’ente, che sta preparando la transizione del magnate verso la Casa Bianca in caso di vittoria a novembre, non rivela se e quali dati siano stati rubati, come sia avvenuto l’attacco e chi siano gli autori. Se confermato, sarebbe l’ennesimo tentativo d’infiltrazione hacker nella campagna elettorale per Usa 2024.
Il generale Mark Milley, capo di Stato Maggiore Usa per un anno sotto Donald Trump e poi sotto Joe Biden, ha detto che l’ex presidente è un “fascista fino al midollo” e “la persona più pericolosa per questo Paese”, stando alle anticipazioni dell’ultimo libro di Bob Woodward ‘War’, in uscita martedì. Milley, 66 anni, congedatosi nel settembre 2023 dopo più di 40 anni di servizio nell’esercito, espresse, nel discorso di commiato, timori per un ritorno di Trump alla Casa Bianca: “Noi non prestiamo giuramento a un re, a un tiranno, a un dittatore”, disse allora. Il generale, che è stato una delle fonti di un altro libro di Woodward. ‘Peril’, è stato minacciato di morte da persone secondo lui vicine ad ambienti trumpiani e ha fatto installare vetri anti-proiettile nella sua casa.