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Usa 2024: – 21, Trump sfugge in California a un terzo attentato

14
Ottobre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Sventato a Coachella in California un attentato a Donald Trump, il terzo in tre mesi. Un uomo, che fa capo a un’organizzazione di estrema destra, è stato arrestato sabato pomeriggio, ora locale, poco prima che l’ex presidente giungesse sul luogo del comizio che ha poi regolarmente tenuto. Nessuno, nell’entourage dell’ex presidente o fra il pubblico, ha percepito lo scampato pericolo.

“Probabilmente abbiamo evitato il terzo tentativo di assassinio a Donald Trump“, ha detto ieri, facendo
una conferenza stampa, Chad Bianco, sceriffo della contea di Riverside. L’uomo arrestato, Vem Miller, 49 anni, di Las Vegas, era armato di un fucile e di una pistola carica ed era già entrato nel perimetro dell’evento, quando è stato arrestato dagli agenti dello sceriffo, impiegati a supporto di quelli del Secret
Service e dell’Fbi.

Miller, arrivato nei pressi del comizio a bordo di un Suv nero, è stato arrestato per possesso illegale di
un’arma da fuoco e di un caricatore ad alta capacità. Per ora, non sono state formulate altre accuse nei suoi confronti. “L’episodio non ha avuto alcun impatto sulla sicurezza di Trump o dei presenti all’evento”, ha assicurato lo sceriffo Bianco. L’uomo è stato rilasciato su cauzione: dovrà presentarsi in tribunale il 2 novembre. Aveva su di sé una tessera di un gruppo chiamato ‘Cittadini sovrani’, un gruppo “di estrema destra”, già coinvolto nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Per lo sceriffo, è “gente ai margini, che non crede nel governo… Ma non è questo il punto: Miller è un pazzo, non conta di quale partito sia…”. Il presunto attentatore “si è presentato come un giornalista, la targa del suo veicolo era falsa e aveva sul Suv passaporti e patenti false”. Quando è stato fermato, Trump non era ancora arrivato sul luogo del comizio. Non è chiaro, per ora, perché Miller abbia agito così e se davvero intendesse uccidere l’ex presidente.

Trump è sfuggito a un attentato sabato 13 luglio a Butler in California – un giovane di 21 anni lo ferì di striscio a un orecchio e uccise un astante, prima di essere a sua volta ucciso dalla risposta degli agenti del Secret Service – e domenica 15 settembre a Palm Beach, in Florida – un uomo armato si avvicinò al limite del campo da golf dove l’ex presidente stava giocando -. Sabato 5 ottobre, Trump ha voluto tornare a Butler: sul palco, con lui, Elon Musk.

Nel frattempo, le misure di sicurezza agli eventi del magnate sono state rafforzate: a Coachella, c’erano vetri anti-proiettile a proteggerlo. La campagna di Trump ne ha chieste di ulteriori, dopo che l’intelligence statunitense ha rilevato minacce alla sua vita di matrice iraniana.
Il candidato repubblicano era ieri in Arizona, dove ha proseguito la sua campagna sul tema a lui più congeniale dei migranti. Trump si è impegnato a chiedere al Congresso, se sarà eletto, di aumentare gli stipendi degli agenti di frontiera del 10% e un bonus da 10 mila dollari per ciascuno di loro: “Se lo meritano… Sono stati trattati incredibilmente male: salveranno il nostro Paese”, ha detto, dopo avere fatto salire sul palco una decina di agenti.

In un’intervista alla Fox andata in onda ieri, Trump ha difeso il suo piano economico per aumentare significativamente i dazi soprattutto sulle auto prodotte all’estero, dal 200 al 500%. Il piano è stato fortemente criticato da diversi analisti e dal Wall Street Journal perché avrebbe effetti negativi. Ma il magnate insiste che i dazi “riporteranno la produzione automobilistica negli Stati Uniti e proteggeranno
le case automobilistiche statunitensi”: “Non lasceremo vendere qui auto prodotte in una fabbrica di
proprietà della Cina in Messico”. Nella stessa intervista, Trump ha detto di avere parlato col premier israeliano Benjamin Netanyahu “due giorni fa” e ha deplorato quella che ha definito una mancanza di comunicazione “patetica” tra il presidente Usa Joe Biden e il premier: “Bibi è molto forte e non sta ascoltando Biden”, ha detto Trump, con cui Netanyahu ha un rapporto particolarmente stretto.

Nel week-end appena trascorso, la preponderanza mediatica di Trump sulla sua rivale Kamala Harris è
stata fortissima. Nell’analisi del New York Times, Harris, oltre che fra i maschi neri, non riesce a fare
breccia in quella quota di elettori ispanici che nel 2020 avevano sostenuto Trump e che, per oltre i due terzi, continuano a sostenerlo. Questi elettori “non pensano che Trump stia parlando di loro” quando l’ex presidente definisce i migranti “criminali” e minaccia deportazioni di massa; e sono pure favorevoli alla
costruzione del muro lungo il confine con il Messico.