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USA 2024: – 206, repubblicani alla Camera in ebollizione, Johnson da Trump

12
Aprile 2024
Di Giampiero Gramaglia

USA 2024: mentre i repubblicani “fuggono dal fetore di un Congresso in putrefazione” – scrive sul New York Times Frank Bruni -, lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson va a Mar-a-Lago e incontra Donald Trump, candidato ‘in pectore’ del partito per la Casa Bianca. La frase di Bruni fa riferimento al fatto che 21 deputati repubblicani, circa uno su dieci, hanno già annunciato che intendono abbandonare la politica e lasciare vacante il loro seggio: in vista del voto di USA 2024 del 5 novembre, ciò mette a repentaglio la risicatissima maggioranza repubblicana alla Camera, ormai ridotta a due seggi.

Per Johnson, l’incontro con Trump e l’apparizione pubblica per una conferenza stampa congiunta sull’integrità delle elezioni, un tema cui il magnate tiene molto, sono opportunità da sfruttare, perché la sua ancora fresca leadership alla Camera già vacilla. Johnson deve capire se e come può navigare nelle acque perigliose del suo partito senza naufragare.

La trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene, deputata della Georgia, punta infatti a rimuoverlo perché colpevole di aver tradito le promesse, dopo averlo di nuovo messo in minoranza affondando un voto procedurale sulla discussione in aula della proroga del Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), una controversa legge che consente la sorveglianza senza mandato di persone all’interno e all’esterno degli Stati Uniti per proteggere la sicurezza nazionale.

“Kill Fisa”, aveva scritto su Truth alla vigilia del voto Trump, che si sente vittima del ‘deep state’ e della comunità d’intelligence. Così è stato, con 228 no e 193 sì. Fra i no, 19 repubblicani trumpiani, che si sono uniti ai democratici nel sostenere che la legge, in scadenza il 19 aprile, dà troppo potere alle forze di sicurezza per spiare sui cittadini.

E’ la quarta volta che lo speaker della Camera vede fallire un voto procedurale da lui voluto a causa del suo partito. Rovesci imbarazzanti, tanto più che Johnson intende mettere ai voti gli aiuti all’Ucraina bloccati da novembre, dove può contare sul sostegno dei democratici, ma dove l’ostilità dei repubblicani è diffusa. Se lo facesse, Taylor-Greene ha già annunciato una mozione di sfiducia.

Per lo speaker, i dossier complicati sono numerosi: gli aiuti all’Ucraina s’intrecciano con quelli pure controversi a Israele; resta aperto lo scontro sull’impeachment del segretario alla Sicurezza interna Alejandro Mayorkas; e ci sono da stanziare fondi per il ponte di Baltimora, il Francis Scott Key Bridge, collassato dopo una collisione con un’imbarcazione nelle scorse settimane.

USA 2024: Trump risponde picche a Zelensky e ha nuove idee per Nato e Ucraina

Vedremo che cosa uscirà dal suo incontro con Trump, che ha finalmente risposto picche all’invito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a recarsi a Kiev, perché – ha detto la sua campagna – “non sarebbe appropriato per lui andare in Ucraina ora poiché non è ancora il comandante-in-capo”.

Secondo fonti della Cnn, Trump sta pensando a una Nato a due livelli, senza garantire la protezione dell’articolo 5 – la mutua solidarietà, in caso di attacco – ai Paesi che non spendono per la difesa almeno il 2% del Pil (tra questui, c’è l’Italia). La Cnn attribuisce l’illazione ai diplomatici europei che si stanno affrettando ad organizzare incontri con l’entourage dell’ex presidente in club privati, hotel e ambasciate di Washington, in vista di un suo possibile ritorno alla Casa Bianca.

Un altro scenario emerso da questi contatti è che probabilmente Trump, in caso di vittoria, il giorno dopo l’insediamento, contatterebbe Zelensky e Vladimir Putin per promuovere colloqui di pace, usando gli aiuti degli Usa a Kiev come leva su entrambi. “Se l’Ucraina vuole continuare ad avere aiuti, deve sedersi e negoziare; e se la Russia non vuole che diamo all’Ucraina enormi quantità d’ulteriore sostegno, deve sedersi e negoziare”, ha detto una fonte. Che ha aggiunto: “Ciò non significa dare agli uni o agli altri tutto ciò che vogliono”.

USA 2024: Trump s’avvicina al processo, DeSantis gli viene in aiuto

Per l’ex presidente, si avvicina il momento in cui deve comparire in aula come imputato: lunedì 15 aprile, a New York, sarà la prima volta per un ex inquilino della Casa Bianca. Il magnate ha ieri ‘testato’ i limiti del ‘bavaglio’ impostogli dal giudice Juan M. Merchan perché non attacchi inquirenti, giurati, testimoni e loro parenti, dando del bugiardo a due testi chiave.

Il processo riguarda i pagamenti in nero fatti nella campagna elettorale di Usa 2016 a due donne, una pornostar e una ex coniglietta di Playboy, perché tacessero su relazioni avute con il magnate anni addietro.

Secondo voci raccolte dalla Nbc News, il governatore della Florida Ron DeSantis, un ex aspirante alla nomination repubblicana, ha detto ai donatori repubblicani, durante un incontro privato, che raccoglierà fondi per Trump, nonostante fino a poco fa i due si scambiassero attacchi reciproci.

L’incontro è avvenuto in un hotel e casinò nel sud della Florida. Lasciando la corsa alla nomination, a gennaio, De Santis aveva dato il suo endorsement a Trump. L’uomo d’affari del Texas Roy Bailey, che era co-presidente del comitato consultivo finanziario nazionale di DeSantis, intende ora aiutare Trump a raccogliere fondi: “Seguirò l’esempio del governatore e farò tutto ciò che lui o Trump mi chiederanno di fare per aiutarlo a vincere queste elezioni”, ha detto.

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