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Usa 2024: – 203, si apre il processo a Trump a New York

15
Aprile 2024
Di Giampiero Gramaglia

E venne il giorno. No, non quello delle elezioni USA 2024: per quello ne mancano ancora 203. E neppure quello – almeno, speriamo – del Giudizio Universale. Semplicemente, quello in cui Donald Trump comparirà in un’aula di tribunale come imputato in un processo penale: non era mai successo, prima di oggi, che un ex presidente degli Stati Uniti rischiasse di finire in prigione per reati comuni.

Il processo a Manhattan, a New York, per avere comprato in nero, durante la campagna elettorale Usa 2016, il silenzio di una pornostar, Stormy Daniels, all’anagrafe Stephany Clifford, su una loro asserita relazione di dieci anni prima, inizia oggi con la selezione della giuria. I legali del magnate hanno inutilmente cercato, con pretesti e cavilli di ogni sorta, di posporlo, trasferirlo, cassarlo.

Dei quattro procedimenti in cui l’ex presidente è accusato, questo – a giudizio di esperti giuristi – è quello meno solido e dove gli addebiti sono meno evidenti e, comunque, meno gravi. Ma è anche l’unico che può andare a sentenza prima dell’Election Day di USA 2024, il 5 novembre.

Trump, che è attualmente il candidato repubblicano ‘in pectore’ alla Casa Bianca, dovrà essere presente in aula per le prossime da sei a otto settimane – tale si stima la durata del processo – e non potrà saltare nessuna udienza. Il magnate deve rispondere di 34 capi d’accusa.

In vista dell’apertura del processo e del suo svolgimento, la polizia di New York ha rafforzato, intorno al tribunale di Manhattan, i dispositivi di sicurezza e creerà un perimetro di protezione, ricorrendo a rinforzi, transenne e droni: ci si aspettano, infatti, fuori dal tribunale, dimostrazioni pro e contro il magnate.

E, a proposito del processo di selezione della giuria, per il quale il giudice Juan M. Merchan ha già fissato le regole, i media s’interrogano sulla possibilità di trovare 12 giurati imparziali a New York, visto l’impatto mediatico che il caso, l’inchiesta, il rinvio a giudizio, per non parlare dei personaggi di questa vicenda, hanno avuto.

I principali protagonisti, oltre a Trump e al suo staff legale, sono il giudice Merchan, Alvin Bragg, procuratore distrettuale, e i due testimoni chiave, che Trump definisce “due sacchi di spazzatura”: cioè, il suo ex avvocato a faccendiere Michael Cohen, già condannato e detenuto per reati commessi al suo servizio e pure radiato dall’albo, e Stormy Daniels, sulla cui vita è appena uscito un docufilm, ‘Stormy’.

Nonostante il ‘bavaglio’ impostogli dal giudice Merchan, Trump non pare disposto a limitare il suo linguaggio offensivo e minaccioso verso giudice, inquirenti, giurati e testimoni: la sua intenzione è di trasformare il processo in uno spettacolo di cui lui sia l’attore principale e che gli offra una sorta di tribuna elettorale.

Nessun ex presidente degli Stati Uniti ha mai affrontato un procedimento penale. E questo potrà fare scalpore non solo per quanto diranno l’ex avvocato e la pornostar, ma anche per “la verità”, o, almeno, la “sua” verità, che Trump promette dal banco dei testimoni. “Deporrò e dirò la verità: che io non ho commesso alcun reato”, mentre Daniels e Cohen “sono due bugiardi” e la giustizia lo “perseguita”.

Trump è accusato, in particolare, di avere falsificato documenti aziendali per celare un pagamento di 130.000 dollari all’attrice e regista hard nel 2016 perché non parlasse della loro relazione. Cohen staccò materialmente gli assegni per la pornostar e per una coniglietta di Playboy Karen McDougal e poi, secondo Bragg, venne rimborsato sotto forma di “spese legali”.

Gli altri procedimenti avviati contro l’ex presidente riguardano l’istigazione dell’insurrezione del 6 gennaio 2021 per sovvertire il risultato del voto 2020 – a Washington –, il tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni in Georgia –ad Atlanta – e il rifiuto di consegnare agli Archivi Nazionali centinaia di documenti riservati portati via dalla Casa Bianca e custoditi a Mar-a-lago – in Florida -.

Nessuno di questi processi ha, però, una data d’avvio certa, soprattutto a causa delle azioni dilatorie dei legali di Trump: la Corte Suprema deve pronunciarsi, e lo farà probabilmente a inizio estate, sulla pretesa d’immunità dell’ex presidente.

A New York, gli avvocati del magnate sperano nell’assoluzione. Se, però, dovesse essere giudicato colpevole, ogni capo di imputazione comporta una pena massima di quattro anni di carcere – ma pene detentive in casi del genere per un non pregiudicato non sono frequenti -. Tuttavia, anche se fosse condannato, Trump potrebbe comunque correre per la Casa Bianca e, stando alla Costituzione, potrebbe persino vincere le elezioni dal carcere. Ipotesi, al momento, del tutto teoriche.

L’immagine di copertina è stata realizzata con il supporto dell’IA

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