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USA 2024, -181: processo a Trump, nuova multa, alla prossima in galera

07
Maggio 2024
Di Giampiero Gramaglia

La corsa a USA 2024 continua ancora tra i tribunali. Il giudice Juan M. Merchan, infatti, ha imposto una nuova multa da 1.000 dollari a Donald Trump per avere ancora violato l’ordine di non commentare il processo e lo ha avvertito che rischia la galera se continua a disattendere le indicazioni della Corte ed a insultare o minacciare giudici e inquirenti, giurati e testi e i loro familiari.

“E’ la decima volta che la trovo in violazione del mio ordine… L’ultima cosa che voglio fare è mandarla in carcere, ma sarò costretto a prenderlo in considerazione”, ha detto Merchan, rivolgendosi all’ex presidente, che una settimana aveva già subito una multa per 9.000 dollari.

Questa volta, la contestazione riguardava un’intervista del magnate al programma ‘Just the News No Noise’ del 22 aprile, dove l’ex presidente aveva detto: “Il giudice sta accelerando sul processo come un matto. Nessuno ha mai visto una cosa così. La giuria è stata scelta troppo in fretta e il 95% sono democratici”. Secondo Merchan, l’atteggiamento dell’ex presidente costituisce “un attacco diretto alle norme di legge”.

Ieri, il processo per i pagamenti in nero con cui Trump comprò il silenzio di una pornostar su una loro vecchia relazione, per non compromettere la corsa alla Casa Bianca di Usa 2016, è proseguito con nuove testimonianze. Jeffrey McConney, ex manager di lunga data della Trump Organization, la holding di famiglia, già co-imputato col magnate nel processo per i beni gonfiati e bandito a vita da qualsiasi incarico finanziario nella Grande Mela, ha dichiarato che forniva rapporti settimanali sul flusso di contanti al magnate, che una volta finse di licenziarlo per come gestiva le sue finanze.

Un’altra testimonianza critica per l’ex presidente è stata quella di Deborah Tarasoff, ex contabile della Trump Organization, secondo cui il magnate firmò personalmente alcuni degli assegni, che sono stati mostrati alla giuria, con cui rimborsò il suo ‘tuttofare’ Michael Cohen, che aveva pagato di tasca sua la pornostar. La deposizione incrina la tesi della difesa, secondo cui Trump non era coinvolto nelle transazioni.

USA 2024: Università in ebollizione, Columbia cancella cerimonia lauree
La guerra nella Striscia di Gaza infiamma le Università statunitensi e la Columbia di New York decide di cancellare la cerimonia di laurea principale in seguito alle proteste che da settimane agitano il campus e che hanno anche condotto all’intervento della polizia. Vi saranno comunque erimonie minori, in ciascuna delle 19 facoltà.

La decisione della Columbia, non isolata – altri Atenei hanno fatto scelte analoghe – aumenta l’imbarazzo dell’Amministrazione Biden di fronte alle manifestazioni degli studenti e quindi l’urgenza di giungere a una tregua tra Israele e Hamas.

Per Bernie Sanders, senatore del Vermont che contese la nomination democratica a Hillary Clinton nel 2016 e a Joe Biden nel 2020, le proteste contro Israele nei campus rischiano d’essere il Vietnam di Biden, con riferimento alle manifestazioni contro la guerra negli Anni 60. “Lyndon Johnson è stato un presidente molto, molto bravo. A livello nazionale ha portato avanti alcuni importanti leggi – fra cui quelle contro la segregazione razziale, ndr -. ma alla fine scelse di non candidarsi nel ’68 proprio a causa dell’opposizione sul Vietnam – ha dichiarato il senatore alla Cnn -. Mi preoccupa molto che Biden si sia messo in una posizione in cui si sta alienando non solo i giovani, ma pure gran parte della base democratica”.

USA 2024: fermenti repubblicani
Lo speaker repubblicano della Camera Usa Mike Johnson potrebbe dover affrontare in settimana una mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalla deputata ‘trumpiana’ della Georgia Marjorie Taylor Green. Johnson è reo, agli occhi della fronda Maga del suo partito, di avere fatto approvare gli aiuti all’Ucraina, oltre che a Israele e a Taiwan, con il determinante sostegno democratico.

La mozione di sfiducia sembra destinata a naufragare, perché i leader democratici hanno indicato che voteranno per rinviare o cancellare la mozione, sostenendo che, “una volta completato il lavoro sulla sicurezza nazionale, è giunto il momento di voltare pagina sul capitolo dell’ostruzionismo repubblicano pro-Putin”.

Ma l’iniziativa anti-Johnson, dovesse anche fallire, allargherebbe, comunque, le divisioni all’interno del gruppo repubblicano, la cui maggioranza alla Camera è estremamente sottile: due soli voti.

  • Nel fine settimana, la campagna di Trump ha annunciato di avere raccolto più di 76 milioni di dollari ad aprile, in aumento rispetto ai 65,6 milioni di dollari raccolti a marzo. I dati sono stati presentati all’evento per donatori organizzato a Mar-a-lago, in Florida, dai manager della campagna Susie Wiles, Chris LaCivita e Tony Fabrizio. Secondo loro, l’ex presidente è “saldamente” in vantaggio in tre Stati chiave di Usa 2024, Georgia, Nevada e Arizona, mentre Pennsylvania, Michigan e Wisconsin restano in bilico.
  • Dopo essersi attirata critiche e indignazione per avere raccontato to nella sua biografia d’avere ucciso il suo cane perché aggressivo e inadatto alla caccia, Kristi Noem, governatrice del South Dakota, uno dei tanti potenziali vice di Donald Trump, vuole riservare analoga sorte al pastore tedesco del presidente Joe Biden, Commander, già noto per avere morso o graffiato 24 agenti del Secret Service della Casa Bianca, motivo per cui è stato trasferito in una località sconosciuta. In un’intervista alla Cbs, Noem dice: “Cosa farei se fossi presidente nel primo giorno in carica, nel 2025? Ho una lista, ma la prima cosa che farei è assicurarmi che il cane di Biden non ci sia”.

Immagine di copertina realizzata con il supporto dell’IA

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