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USA 2024: – 171, processo a Trump, Cohen sotto torchio, Camera contro Biden
Di Giampiero Gramaglia
Quella di ieri è stata una giornata difficile per Michael Cohen, l’ex avvocato tuttofare, e pure un po’ paraninfo, dell’ex presidente Donald Trump, a giudizio per avere cercato, con successo, ma usando mezzi illeciti, d’impedire agli elettori l’accesso a informazioni per lui pregiudizievoli, all’epoca della campagna di USA 2016, ora che siamo nel pieno della campagna elettorale per USA 2024.
Teste cardine dell’accusa, Cohen ha subito un serrato contro-interrogatori da parte della difesa, che ha più volte messo in dubbio la credibilità della sua deposizione. Cohen, che ha già riconosciuto d’avere mentito in passato per difendere Trump, che è stato radiato dall’albo e condannato e che ha scontato una pena detentiva, ha però tenuto il punto.
Su un altro fronte di contenzioso giudiziario, la Camera, dove i repubblicani sono maggioranza, porta avanti un’azione contro il segretario alla Giustizia Merrick Garland – l’ipotesi d’accusa è oltraggio al Congresso -, dopo che il presidente Joe Biden, invocando i privilegi di cui gode l’Esecutivo, s’è rifiutato di consegnare i nastri delle sue conversazioni con il procuratore speciale che indagava sulla sua gestione di documenti riservati trovati impropriamente in suo possesso. L’inchiesta si è conclusa mesi or sono e Biden non è stato rinviato a giudizio.
Infine, il New York Times rivela, con molto risalto, che un giudice della Corte Suprema, l’italo – americano Samuel Alito, conservatore, teneva a casa sua un simbolo della campagna di Trump ‘Stop the Steal’, ‘Basta con il furto’, sulle elezioni del 2020 che sarebbero state ‘rubate’ – una tesi mai avallata da nessuna corte negli Stati Uniti -.
Per il giornale, il giudice aveva un simbolo della campagna ben in vista a casa sua il 17 gennaio 2021, solo pochi giorni dopo che migliaia di facinorosi, aizzati dall’allora presidente Trump, avevano preso d’assalto il Campidoglio, brandendo quelle insegne, per costringere il Congresso, riunito in sessione plenaria, a rovesciare l’esito delle elezioni. Il giudice Alito è uno di quelli che deve pronunciarsi sulla pretesa d’immunità di Trump per i fatti di quel 6 gennaio 2021.
USA 2024: processo a Trump, difesa a Cohen, “sono bugie”
In una fase del confronto con i legali della difesa, Cohen ha ammesso di non ricordare tutti i dettagli di una telefonata di 96 secondi che implica Trump nel pagamento della pornostar Stormy Daniels, perché tacesse su una asserita relazione con il magnate risalente al 2006. Incalzato durante il contro-interrogatorio, l’ex tuttofare del magnate ha mostrato qualche incertezza, mentre gli avvocati ripetevano “Questa è una bugia” e confutavano le sue parole, mettendo in dubbio che la telefonata sia mai avvenuta.
Cohen ha pure detto: “Non ho mai chiesto la grazia a Trump, però ne ho parlato con i miei legali”; e s’è assunto la responsabilità dei fatti per cui à già stato condannato. L’ex avvocato s’è per lo più rivolto alla giuria, mentre Trump, dal banco degli imputati, lo ha più volte guardato.
Al termine dell’udienza, Trump ha detto: “E’ stata una giornata interessante”; e ha ripetuto: “Non ho violato alcuna legge… Questo processo è una truffa…”. Poi ha notato: “I presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping sono insieme a fare piani, a preparare danni – Putin è in visita in Cina in questi giorni, ndr -…. E io sono qui in questa aula gelida di tribunale. Vogliono farmi perdere tempo e spendere soldi”.
Secondo i sondaggi, cresce negli Usa la percentuale di quanti credono che Trump abbia falsificato la sua contabilità per nascondere il pagamento all’attrice hard. Un rilevamento di Yahoo News / YouGov mostra che la maggioranza degli intervistati, il 52%, pensa che l’accusa sia corretta: finora tale percentuale non aveva mai superato il 50%: a marzo era il 45%, ad aprile il 48%. Sono in calo, invece, quanti pensano che Trump non abbia fatto nulla di male: dal 45% di marzo al 41% di oggi.
USA 2024: Barron Trump rivede la scelta dell’Università, per le proteste nei campus
Il processo a Trump osserva oggi una battura d’arresto, per consentire al magnate d’essere presente alla cerimonia di maturità del figlio più piccolo, Barron, 18 anni. Secondo Newsweek, Barron sta cambiando idea su quale università scegliere dopo il liceo alla luce delle contestazioni dell’ultimo mese nei campus americani scossi da proteste pro-palestinesi.
“Presto andrà al college. Stiamo guardando atenei diversi dalla lista che aveva due mesi fa, per via di tutto quel che ha visto nell’ultimo mese”, ha recentemente detto Trump a un gruppo di sostenitori a Mar-a-lago. Secondo il Daily Beast, Barron aveva messo in testa alle sue scelte la New York University, uno degli atenei teatro di proteste sfociate in arresti di studenti da parte della polizia.
Barron consegue oggi la maturità alla Oxbridge Academy, un liceo privato di West Palm Beach, dove la retta annuale supera i 41mila dollari. La cerimonia è “privata e su invito”, segnala la scuola, notando “l’accresciuta attenzione per l’evento di quest’anno”.