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Usa 2024: – 162, libertari contestano Trump, Biden a West Point

26
Maggio 2024
Di Giampiero Gramaglia

La convention del partito libertario a Washington accoglie Trump con pochi applausi e molti fischi, dopo una contestazione prima dell’inizio dell’evento – una chiara indicazione da parte dei libertari in vista di USA 2024. Anche l’ex rivale ed ora alleato del magnate Vivek Ramaswamy è stato fischiato, quando lo ha nominato nel suo intervento. Quasi in parallelo, Biden sfidava la cabala e una pedana notoriamente scivolosa e interveniva alla cerimonia di laurea dell’accademia militare di West Point, la più antica e la più prestigiosa degli Stati Uniti.

USA 2024: Trump ai libertari, fermerò la guerra in Ucraina e non votate RFK jr
Nonostante l’accoglienza non entusiastica, l’ex presidente ha comunque chiesto ai libertari di votare per lui, perché “queste non sono elezioni normali: è in gioco la nostra libertà” – Biden, invece, dice che è in gioco la democrazia -. Essendo i libertari tendenzialmente pacifisti, Trump ha loro garantito che, una volta alla Casa Bianca, sistemerà “l’orribile guerra tra Russia e Ucraina che sta per divenire la terza guerra mondiale”. Come? “Io la fermerò”; e tanto basta.

Prima di comparire alla convention, Trump aveva attaccato sul suo social Truth il candidato forse preferito dai libertari, Robert F. Kennedy jr, anch’egli atteso all’evento. RFK jr gli contende i voti ‘no vax’ e critica la risposta alla pandemia quand’era alla Casa Bianca: lo accusa di avere violato i diritti garantiti dal Primo Emendamento con alcune linee guida sanitarie anti-Covid.

Trump replica: “Non sprecate nessun voto repubblicano o conservatore per Junior … È uno dei liberal più pazzi che si siano mai candidati a una carica … E’ un bluff della sinistra radicale e ha numeri nei sondaggi terribili … La sua campagna è a pezzi”.

USA 2024: Biden ai cadetti di West Point, “siate guardiani della democrazia”
Ai cadetti di West Point, il presidente Joe Biden ha detto: “Siete i guardiani della democrazia”; e ha soprattutto parlato per una ventina di minuti delle sfide della politica estera e del ruolo dell’America nel mondo, ma anche delle difficoltà interne. A proposito dell’invasione dell’Ucraina, ha affermato: “Putin era certo che la Nato si sarebbe frantumata… Ma la più grande alleanza di difesa nella storia del mondo è più forte che mai…”.

Biden ha anche parlato degli sforzi degli Usa per aiutare i palestinesi a Gaza con consegne di viveri e medicinali e con la costruzione di un molo temporaneo e, nel contempo, della volontà di sostenere Israele a difendersi.

Il presidente ha esortato i cadetti a essere fedeli “non a un partito politico, non a un presidente, ma alla Costituzione degli Stati Uniti, contro tutti i nemici esterni e interni”: “La libertà non è gratis – ha ammonito -: richiede una vigilanza costante… Fin dalle sue origini nulla era garantito riguardo alla nostra democrazia. Ogni generazione ha l’obbligo di difenderla, di tutelarla, di preservarla”.

Biden continua ad alternare in agenda gli impegni da presidente e quelli da candidato. In settimana, ha ricevuto come ospite di Stato alla Casa Bianca il presidente del Kenya William Ruto – dal 2008, nessun leader africano aveva avuto tale onore: l’ultimo era stato il presidente del Ghana, ricevuto dall’allora presidente George W. Bush; con Barack Obama e Trump non c’erano state visite di stato africane -.

Biden sta cercando di contrastare in Africa le influenze economico-commerciale della Cina e politico-militare della Russia e, forse, strizza pure l’occhio al voto dei neri, che paiono più riluttanti ad appoggiarlo che nel 2020.

USA 2024: processo a Trump, verso ripresa e conclusione
Il processo a New York a Donald Trump riprenderà martedì, con le requisitorie e le arringhe, e potrebbe concludersi in settimana, dopo che la giuria si sarà riunita per deliberare. Si continua, però, ad analizzare sui media la decisione del magnate di non deporre, dopo avere più volte detto che lo avrebbe fatto.

La maggior parte degli esperti interpellati dalla stampa Usa condividono, come tecnica processuale, la decisione dei legali del magnate, perché i rischi di una deposizione dell’imputato apparivano maggiori dei vantaggi.

Intanto, continua a crescere il numero dei repubblicani che, dopo essere stati critici verso Trump, salgono ora sul carro del candidato ‘in pectore’. Si allunga, ad esempio, la lista di quanti rimettono in discussione la legittimità della elezione di Biden nel 2020 e non s’impegnano a riconoscere l’esito del 2024: l’ultimo a farlo è stato il senatore del Texas Ted Cruz, intervistato dalla Cnn.