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Usa 2024: – 135, convention repubblicana ‘armata’, Trump avanti in Stati in bilico

22
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

La convention repubblicana di Milwaukee dal 15 al 18 luglio sarà ‘armata’, nel senso che nell’area dell’evento, che sancirà la scelta di Donald Trump come candidato repubblicano alla Casa Bianca, sarà consentito di portare armi. Lo riferiscono i media dopo la diffusione dei piani per la sicurezza predisposti dalla polizia del Wisconsin. I repubblicani, specialmente Trump, sono contrari a limitare la libertà di possesso e di porto d’armi, prevista dal secondo emendamento della Costituzione Usa. La disposizione aumenta i fattori di rischio della convention, in vista della quale oltre 100 gruppi hanno finora chiesto l’autorizzazione a organizzare proteste.

Ieri, la Corte Suprema degli Stati Uniti, con 8 voti a uno, ha avallato una legge del 1994, che esclude dal possesso di un’arma chi si è reso responsabile di violenze familiari.

I preparativi della convention avvengono in un clima di ottimismo, in campo repubblicano, alimentato dai dati sulle donazioni a maggio e da un sondaggio dell’Emerson College per The Hill, da cui risulta che Trump è in vantaggio sul suo rivale Joe Biden in sei Stati chiave di Usa 2024.

L’ex presidente supera l’attuale inquilino della Casa Bianca in Arizona (47% a 43%), Georgia (45% a 41%), Michigan (46% a 45%), Nevada (46% a 43%), Pennsylvania (47% a 45%) e Wisconsin (47% a 44%) e, ovunque, fa meglio ora di un mese fa. In tutti gli Stati, i distacchi sono però inferiori al margine d’errore del rilevamento.

Inoltre, Trump ha raggiunto Biden nel democratico Minnesota (sono 45% pari), uno Stato che solo tre volte dopo la Grande Depressione ha sostenuto un candidato repubblicano.

A maggio, come già accennato, Trump ha fatto meglio di Biden sul fronte della raccolta di fondi: secondo quanto reso noto ieri, la campagna del magnate hanno ricevuto oltre 60 milioni di dollari più di quella del presidente. Biden e il Comitato nazionale democratico insieme hanno raccolto 85 milioni di dollari a maggio; Trump e il Comitato nazionale repubblicano ne hanno raccolti ben 141.

Usa 2024: Bannon fa ricorso alla Corte Suprema e altri sviluppi giudiziari
L’ex consigliere speciale di Donald Trump alla Casa Bianca, e suo guru di Usa 2016, Steve Bannon s’è rivolto alla Corte Suprema: non vuole andare in carcere il primo luglio e chiede di posticipare l’inizio della sua pena. Bannon è stato condannato in via definitiva a quattro mesi per essersi rifiutato di deporre in un’inchiesta del Congresso sugli eventi del 6 gennaio 2021.

L’avvocato di Bannon, David Schoen, sostiene che il caso è “stato politicamente strumentalizzato” e solleva “gravi questioni costituzionali” che chiede siano esaminate dalla Corte Suprema. In passato, il massimo tribunale non ha sospeso il carcere per un altro ex assistente di Trump, Peter Navarro.

In una giornata densa di sviluppi giudiziari minori, in vista di Usa 2024, la procura di Manhattan ha chiesto di estendere la portata delle limitazioni cui Trump è già soggetto nel parlare del processo di New York in cui è stato condannato per aver impedito, con mezzi illeciti, la diffusione di notizie a lui pregiudizievoli durante la campagna per Usa 2016. A sostegno della richiesta, la procura cita minacce rivolte al procuratore capo Alvin Bragg.

Una giudice del Nevada ha archiviato per un vizio di forma le accuse contro i sei repubblicani che avevano falsamente sostenuto che Trump aveva vinto le presidenziali 2020 nello Stato. La giudice distrettuale della contea di Clark Mary Kay Holthus ha detto che il procuratore generale del Nevada ha scelto la sede sbagliata per presentare il caso, annullando così il processo previsto per gennaio.

Il procuratore generale del Nevada, il democratico Aaron Ford, lo ha portato nella contea di Clark, quella di Las Vegas; la difesa sostiene che doveva essere presentato altrove. Il procuratore ha già annunciato appello, in dissenso con la sentenza.

Usa 2024: migranti, Trump fa una giravolta e propone carta verde a tutti i laureati
Donald Trump intende concedere ‘automaticamente’ la carta verde ai cittadini stranieri che si laureano in un’università statunitense: è un’iniziativa totalmente in contrasto – rileva buona parte della stampa Usa – sia con i piani per frenare l’immigrazione lanciati quando era alla Casa Bianca sia con la sua retorica isolazionista in questa campagna elettorale.

“Penso che chi si laurea in un college qui dovrebbe ottenere automaticamente, insieme al diploma, una carta verde per poter rimanere in questo Paese”, ha detto il magnate al “The All-In Podcast”. Una portavoce della sua campagna, Karoline Leavitt, ha poi precisato che i laureati saranno “controllati per escludere tutti i comunisti, i fondamentalisti islamici, i sostenitori di Hamas e tutti quelli che odiano l’America”.