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Usa 2024: – 13, Harris e Trump non si scollano negli Stati in bilico

22
Ottobre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Meno di due settimane al voto Usa e l’incertezza “si taglia con il coltello”, come si diceva un tempo della nebbia in Val Padana. Un sondaggio del Washington Post con la Schar School lo conferma: Kamala Harris, candidata democratica, e Donald Trump, candidato repubblicano, sono testa a testa negli Stati in bilico, sette, dove la corsa si deciderà.

I guru Usa continuano ad attribuire 226 Grandi Elettori sicuri, o quasi, a Harris e 219 a Trump, lasciandone però fluttuanti 93: per esserne eletti, bisogna averne 270 su 538. Gli Stati incerti sono Pennsylvania (19 Grandi Elettori), Michigan 15 e Wisconsin 10 nella Rust Belt; North Carolina 16 e Georgia 16 nel Sud; Arizona 11 e Nevada 6 all’Ovest.

Un’analisi della Cnn, intitolata «quel che molti stranieri non possono capire», spiega bene quel che è appunto incomprensibile a molti europei, cioè che tanti americani possano votare Trump nonostante le sue fanfaronate, le sue menzogne, le sue volgarità.

E il New York Times spiega perché gli sforzi di Harris di intercettare i voti repubblicani moderati, ad esempio facendo campagna con Liz Cheney, che pure è un falco in politica estera, non stiano finora avendo successo. Perché, forse, gli elettori repubblicani moderati non ci sono, in questa fase di forte polarizzazione.

Ma torniamo al sondaggio, che mostra Trump avanti in Arizona e Harris ben piazzata in Georgia, ma con posizioni reciprocamente volatili e con un buon numero di elettori, specie sotto i 25 anni, tuttora indecisi e potenzialmente decisivi, visto che queste corse si giocano al fotofinish.

Nel sondaggio del WP, condotto solo negli Stati in bilico, Harris e Trump sono entrambi al 47% delle preferenze, con Trump un punto indietro rispetto all’ultimo analogo rilevamento e Harris ben sei punti avanti rispetto all’allora candidato democratico Joe Biden. Harris sta dunque mostrando una competitività che Biden non aveva, non ancora sufficiente però a garantirle la vittoria.

Nelle ultime ore, Harris è stata in Michigan con Cheney. ‘Intervistata’ sul palco da Maria Shriver, giornalista, nipote di John e Robert Kennedy – è figlia di una loro sorella, Eunice – e moglie separata di Arnold Schwarzenegger, Harris ha detto che le elezioni la tengono sveglia di notte e che lei cerca di difendersi dallo stress parlandone in famiglia ogni giorno.

Cheney, invece, ha invitato i repubblicani moderati a votare «secondo coscienza».

Usa 2024: la lotteria di Musk (illegale?), il ritorno di Bannon (dal carcere)
Fa molto discutere sui media la lotteria lanciata da Elon Musk a sostegno di Trump, con un milione di dollari al giorno in palio fra quanti si registrano al voto e sottoscrivono una petizione a favore dell’ex presidente in Pennsylvania. I primi premi sono già stati estratti e assegnati, mentre i media, specie quelli liberal, s’interrogano sulla legittimità dell’iniziativa, contestata in particolare dalla Nbc.

Sempre sui media liberal, economisti avvertono che le proposte fiscali di Trump possono «svuotare» in sei anni la previdenza sociale e sociologi individuano tracce di razzismo e di sessismo nel modo in cui Trump tratta Harris. Ma, dal punto di vista elettorale, tutti questi articoli dicono l’ovvio a chi ne è già convinto, perché nessun sostenitore di Trump legge o segue i media ‘mainstream’. Anzi, che i ‘giornaloni’ americani critichino l’ex presidente ne rafforza l’immagine presso i suoi sostenitori.

Secondo Politico, che ha intervistato diplomatici e funzionari dell’Unione europea, l’Ue si attrezza per rispondere «colpo su colpo» a una eventuale guerra commerciale transatlantica scatenata dalla rielezione di Trump: «Risponderemo in fretta e risponderemo duro», è l’atteggiamento prevalente. Da verificare, naturalmente, alla prova dei fatti.

Infine, Trump s’appresta a recuperare un sostenitore di peso: il suo ex consigliere e tuttora sodale Steve Bannon, oggi podcaster di destra, sarà infatti scarcerato la prossima settimana, martedì 29, dopo avere trascorso quattro mesi in prigione per una condanna del 2022.

L’ex braccio destro del magnate è detenuto nella prigione di Danbury, in Connecticut, dove sconta la condanna per non avere rispettato un mandato di comparizione dell’allora Commissione speciale della Camera che indagava sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.

Bannon, il cui popolare podcast War Room ha continuato ad andare in onda senza di lui, tornerà probabilmente al microfono per dare un contributo alla campagna dell’ex presidente.