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USA 2024: – 127, pressioni su Biden per ritiro, democratici alle prese con dilemma

30
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

L’onda lunga del disastroso, per Joe Biden, dibattito di giovedì notte con Donald Trump in diretta televisiva continua ad agitare la politica statunitense. Come il New York Times, anche il Washington Post, in un commento del suo ‘editorial board’, invita il presidente a farsi da parte: con un richiamo classico, lo sollecita a comportarsi come “un Cincinnato del XXI Secolo”, anche se riconosce che la mossa è comunque rischiosa per i democratici.

Secondo un sondaggio di Morning Consult per Axios, il 60%  dei potenziali elettori democratici dice che Biden dovrebbe “sicuramente” o “probabilmente” essere sostituito come candidato democratico. Il presidente, però, conserva un margine di vantaggio sul rivale nelle intenzioni di voto, 45% a 44%, nonostante il 57% di quanti hanno assistito al dibattito televisivo assegni la vittoria al magnate – un democratico su cinque e tre indipendenti su cinque, oltre a nove repubblicani su 10 -.

Ed è vivace il dibattito su modi e tempi di una eventuale sostituzione del presidente Biden, che, per prima cosa, deve decidere se ritirarsi o meno: la situazione non è senza precedenti, ma ne ha pochi – e nessuno di successo -. In tutto questo fermento, il presidente, parlando a New York, ha ammesso di non aver avuto “una grande serata”, ma ha aggiunto che neppure Trump l’ha avuta, con tutte le bugie che ha raccontato (e che i media confutano l’una dopo l’altra).

Indiscrezioni di stampa indicano che Trump, se tornerà alla Casa Bianca, denuncerà di nuovo gli accordi di Parigi sul clima, come aveva già fatto nel 2017, e svincolerà gli Usa anche da quelli dell’Onu del 1992, con una mossa più radicale di quelle attuate nel primo mandato.

Resta da valutare l’impatto che le incertezze democratiche avranno sulla candidatura ‘alternativa’ di Robert F. Kennedy jr, che, giovedì notte, in parallelo al dibattito da Atlanta, ha trasmesso in streaming su X un suo monologo alternativo, rispondendo alle stesse domande poste a Biden e a Trump.

Con l’emozione suscitata dal dibattito Biden – Trump, contrasta l’atteggiamento che Politico, citando fonti russe, attribuisce al presidente russo Vladimir Putin, che non si sarebbe svegliato per vederlo: il Cremlino esibisce indifferenza, ma in realtà gongolerebbe di fronte agli imbarazzi dell’Amministrazione statunitense.

USA 2024: ritiro Biden?, i fantasmi del passato

Meno perentorio del New York Times nell’invito a Biden a farsi da parte , il Washington Post sottolinea i rischi dell’operazione. “La disastrosa esibizione di Biden nel dibattito – si legge nel fondo – solleva legittimi interrogativi sulla possibilità che possa continuare a svolgere per altri quattro anni il lavoro più duro del mondo. Spetta  a lui decidere, conversando con la famiglia e i consiglieri, se continuare a brigare la rielezione è nel migliore interesse del Paese”.

Per il Washington Post, il dibattito “ha anche dimostrato con enfasi perché prevenire un’altra presidenza Trump è la questione principale. Biden deve affrontare una decisione personale ma anche presidenziale: che cos’è meglio per il Paese, al di là dei suoi sentimenti personali”. Il giornale ammette che la scelta “non e’ facile”, ma ipotizza uno scenario in caso di ritiro del presidente: il partito dovrebbe invitare gli interessati a valutare se candidarsi e chiedere loro d’impegnarsi nelle prossime sette settimane, prima, cioè, della convention democratica, in una serie di dibattiti. Si arriverebbe, così, a una convention aperta, dove “a decidere sarebbero i delegati e non gli elettori delle primarie. Ma il processo sarebbe trasparente”.

Secondo il giornale, la vice a USA 2024 di Biden, Kamala Harris, dovrebbe essere disposta a partecipare a una corsa aperta. “Se Biden resiste e perde in autunno, rischia un’eredità simile a quella della scomparsa giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, il cui rifiuto di ritirarsi mentre Barack Obama era presidente è sfociato come conseguenza nel ribaltamento della sentenza Roe v. Wade”.

Ma, avvisa il Wp, “il ritiro di Biden non garantirebbe una vittoria democratica a novembre. La storia non fornisce precedenti precisi, ma è degno di nota il fatto che gli sfidanti repubblicani prevalsero nel 1952 e nel 1968, dopo che i presidenti Harry S. Truman e Lyndon B. Johnson decisero entrambi di non brigare la rielezione. Nel ’68, la convention democratica (anch’essa tenutasi a Chicago quell’anno) precipitò nel caos, tra le proteste per la guerra in Vietnam. Il partito finì per nominare il vice di Johnson, Hubert H. Humphrey”, che ne uscì però “politicamente ferito” e fu battuto nelle elezionin presidenziali da Richard Nixon. Quest’anno, il rischio è che alla convention riesplodano “le divisioni tra le varie anime del partito democratico che Biden é riuscito a sintetizzare”.

USA 2024: preoccupazioni diplomatiche e segnali precedenti

Nella scia del dibattito, pullulano, sulle condizioni del presidente, articoli nella serie “lo sapevano tutti”, o “noi l’avevamo già detto”. In un lungo articolo, il Wall Street Journal scrive che “il Mondo aveva visto Biden deteriorarsi. I democratici hanno ignorato gli avvertimenti. Ma esponenti europei avevano già espresso preoccupazione per la concentrazione e la resistenza del presidente prima del dibattito” di giovedì con Trump, il primo nella corsa a USA 2024.

Il giornale ricostruisce, citando varie fonti e diversi episodi, tra cui l’ultimo G7 in Puglia, fasi del deterioramento delle facoltà psico-fisiche del presidente, ancora prima del rapporto del procuratore speciale Robert Hur, che aveva lanciato l’allarme sull’acuità mentale.

Dirigenti europei avevano espresso preoccupazione in privato e avevano notato un notevole deterioramento delle facoltà del presidente nelle riunioni sin dalla scorsa estate, un anno fa. C’erano seri dubbi su come Biden avrebbe potuto gestire con successo un secondo mandato, ma un alto diplomatico europeo riferisce che fonti dell’Amministrazione statunitense negavano in discussioni private che ci fossero problemi.

La Casa Bianca, in effetti, nega che Biden abbia avuto difficolta’ sulla scena mondiale. Ma alcuni diplomatici descrivono la performance di Biden al G7 in Italia a metà giugno come contraddittoria: il presidente è apparso fisicamente più fragile che in passato, pur se vigile in molte delle discussioni più importanti. Tra gli episodi citati, l’avere disertato – unico dei leader – la cena d’onore del Vertice.

Sotto la lente di ingrandimento anche il Vertice Usa-Ue in ottobre a Washington, dove secondo due alti esponenti europei Biden avrebbe faticato a seguire la discussione. La ricostruzione è però smentita dal rappresentante Usa presso l’Ue Mark Gitsenstein. E ancora: al bilaterale a Parigi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la voce di Biden quasi non si sentiva. E al concerto del Juneteenth sul South Lawn della Casa Bianca, il presidente applaudiva fuori tempo e  ha avuto bisogno dell’aiuto della persona seduta accanto a lui per alzarsi. Preoccupati anche i donatori agli eventi di raccolta fondi: aneddoti raccontati due volte, frasi confuse, uso del gobbo e domande pre-selezionate.

USA 2024: Corte Suprema, attesa per verdetto su immunità

Cresce l’attesa per il verdetto della Corte Suprema sulle pretese d’immunità di Trump nei processi che lo vedono imputato per reati federali, fra cui quello relativo alla sommossa del 6 gennaio 2021. Ma le decisioni già prese dai giudici supremi, critiche sul ricorso a una legge del 2002 cosiddetta ‘anti-ostruzione’, nei  procedimenti sui fatti del 6 gennaio, possono avere conseguenze sui capi d’accusa di Trump e anche su quelli di 330 facinorosi protagonisti dell’insurrezione e già condannati o sotto processo.