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Usa 2024: -109, Biden col Covid strappa la scena a Vance nella convention repubblicana

18
Luglio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Il presidente Joe Biden e i democratici strappano la scena e i titoli alla convention repubblicana, dove il protagonista della terza giornata è il candidato vice-presidente JD Vance, con un discorso dai toni populisti e divisori. Questa sera, il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump chiuderà la convention.

Biden, che era a Las Vegas per un evento elettorale, l’annale conferenza degli immigrati ispanici UnidosUs, è risultato positivo al Covid e, su consiglio dei medici, è subito tornato alla casa al mare di Rehoboth Beach, nel Delaware, dove resterà in isolamento e – assicura la Casa Bianca – «continuerà a svolgere il suo lavoro a distanza», come avveniva durante la pandemia.

Il presidente ha solo «lieve sintomi» e le misure sarebbero state prese a titolo precauzionale. Biden ha ricevuto una prima dose d Paxlovid: accusa il naso che cola, la tosse e «un malessere generale».

Il contagio da Covid esplode mentre il presidente, pur senza fornire segnali di un possibile ritiro dalla corsa alla Casa Bianca, si starebbe mostrando più incline ad ascoltare quanti gli suggeriscono di farsi da parte e ad informarsi sui sondaggi. Biden avrebbe anche fatto domande sulle possibilità di vittoria della sua vice Kamala Harris.

Un rilevamento del Norc della Ap, il Center for Public Affairs Reseach, indica che quasi due terzi degli elettori democratici vogliono che il presidente si faccia da parte: un dato che confuta una tesi di Biden secondo cui gli elettori democratici sono ancora con lui, nonostante il flop nel dibattito con Trump il 27 giugno, e solo «alcuni pezzi grossi» gli stanno voltando le spalle.

Alla lista di chi lo aveva già fatto, si sono aggiunti nelle ultime ore, secondo indicazioni mediatiche, due ‘pesi massimi’: i capi-gruppo dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries e al Senato Charles E. Schumer hanno riferito al presidente che la sua candidatura riduce le possibilità dei democratici di ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato.

Incontrando separatamente Biden, i due leader del Congresso hanno esposto le preoccupazioni loro e dei loro colleghi per il voto di novembre. Se i repubblicani dovessero conquistare la presidenza e il Congresso, potrebbero fare avanzare molto più facilmente i provvedimenti legislativi cui tengono.

Questo argomento avrebbe reso Biden più ricettivo nei confronti delle pressioni che sta ricevendo. E ieri sera il deputato della California Adam Schiff, che punta a un seggio del Senato, ha sollecitato il presidente a farsi da parte, mettendo in dubbio che possa battere Trump. «È il momento che Biden passi la fiaccola», ha detto Schiff, che, tra il 2019 e il ‘21, fu protagonista dei due falliti tentativi di ’impeach’ l’allora presidente Trump.

La sua sortita rilancia il dibattito dentro il partito, che il fallito attentato a Trump di sabato scorso aveva messo in pausa per qualche giorno.

Resta da vedere in che misura le indiscrezioni di stampa rappresentano esse stesse delle pressioni e sono l’espressione di un auspicio più che di una realtà. In isolamento a Rehoboth Beach, Biden potrà riflettere. I suoi collaboratori riferiscono che il presidente tende a fidarsi più della famiglia che dei consiglieri e sente più volte al giorno il figlio Hunter.

Il dibattito sul ritiro, o meno, del presidente dalla corsa s’intreccia con questioni procedurali, che sono anche politiche. C’è chi vorrebbe anticipare, rispetto alla convention, la ‘nomination’ di Biden, ‘blindandola’, con il pretesto che i termini per essere sulle schede in Ohio chiudono prima. Ma altri considerano la questione pretestuosa, perché il problema sarebbe facilmente aggirabile.

Convention repubblicana giorno 3, il discordo di Vance
La terza giornata della convention repubblicana è ruotata tutta intorno al discorso del senatore dell’Ohio JD Vance. Da segnalare gli interventi della moglie di Vance, Usha, e del figlio maggiore di Trump, Donald jr. oltre che dell’ex consigliere economico di Trump Peter Navarro, salutato con un’ovazione perché appena uscito di prigione dopo avere scontato una pena per essersi rifiutato di testimoniare contro l’ex presidente di fronte al Congresso.

Vance, candidato vice-presidente, un tempo critico di Trump, ora divenutone uno dei più ferventi sostenitori, ha parlato di una notte di speranza per l’America che «s’è alzata tutta con Trump», dopo gli spari di sabato che l’hanno lievemente ferito. Il senatore ha raccontato la sua vita come esempio dell’“American dream” e ha additato al pubblico sua madre, «sobria da 10 anni».

Il senatore ha parlato dei migranti, che devono arrivare «alle nostre condizioni», ha attaccato la Cina e ha detto che gli alleati degli Usa dovranno «condividere l’onere della pace nel Mondo». Senza tema del ridicolo, il vice di un candidato miliardario, che ha l’avallo dell’uomo più ricco al Mondo, Elon Musk e che di lavoro ha fatto il promotore finanziario, ha promesso: «Basta con Wall Street, ci occuperemo dei lavoratori».

Attentato a Trump, indagini e polemiche
Nubi sempre più scure sul Secret Service, dopo il fallito attentato all’ex presidente Trump, avvenuto sabato, in Pennsylvania. Lo speaker della Camera a maggioranza repubblicana Mike Johnson crea una ‘task force speciale’ per indagare e dice: «Andremo a fondo della questione e faremo in fretta». Il presidente di una commissione della Camera convoca lunedì 22 luglio, a riferire sull’accaduto, Kimberly Cheatle, direttrice del corpo che si occupa della sicurezza dei presidenti e dei candidati alla Casa Bianca.

Anche l’ispettore generale del Dipartimento della Sicurezza interna fa un’inchiesta sulla gestione della sicurezza in occasione dell’evento. Il Secret Service avrebbe fatto presente, prima dell’evento, di non disporre delle risorse per tenere sotto controllo tutte le postazioni potenzialmente pericolose.

E mentre il movente dello sparatore, Thomas Matthew Crooks, 20 anni, resta misterioso, l’Fbi teme che si manifestino ‘copycats’ o individui che vogliano vendicare Trump e ha diramato un allarme citando messaggi online che incitano alla violenza.