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Usa 2024: – 108, Trump accetta nomination, Biden sull’orlo del ritiro

19
Luglio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Sentendosi salvato da Dio, e pericoloso come tutti quelli che credono di essere l’unto del Signore, Donald Trump ha accettato la nomination repubblicana alla Casa Bianca, facendo un discorso che ha chiuso la convention del partito e ha galvanizzato i suoi sostenitori con toni muscolari.

In contemporanea, crescevano le pressioni dei democratici sul presidente Joe Biden perché rinunci alla sua candidatura. Sui media Usa, è diffusa l’attesa che il ritiro avvenga nel fine settimana, dopo gli ultimi sondaggi: come prevedibile, il vantaggio di Trump è aumentato causa il fallito attentato e la coincidenza della convention.

Un rilevamento CBS News / YouGov dà all’ex presidente il 52% delle preferenze, contro il 47% per il presidente. Se il confronto è con la vice-presidente Kamala Harris, il rapporto è 51% a 48%. Anche se i sondaggi nazionali sono poco significativi, considerato il sistema elettorale statunitense, essi normalmente sono più favorevoli ai democratici che ai repubblicani.

Nelle more delle indagini sull’attentato a Trump, che non hanno ancora accertato né il movente dello sparatore né le cause delle lacune nella sicurezza, lo speaker della Camera Mike Johnson chiede che la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, venga licenziata.

Usa 2024: convention repubblicana, il discorso di Trump
Il discorso di Trump ha chiuso una convention repubblicana che, nel giudizio di molti commentatori europei, “allinea il partito del ticket Trump – Vance all’estrema destra europea”, come del resto confermano i commenti, ad esempio, del premier ungherese Viktor Orban.

Nell’accettare la nomination, Trump, che ha parlato per un’ora e mezza, ha iniziato con un appello all’unità e con una ricostruzione dell’attentato di sabato scorso, di cui la benda all’orecchio destro era visibile testimonianza. Ma l’ex presidente ha poi ripreso i toni rancorosi e gli attacchi divisori che hanno sempre segnato le sue campagne, nel 2016 e nel 2020.

“Non avrei dovuto essere qui questa sera”, è stato il suo esordio, accompagnato dall’impegno a non tornare mai più in futuro sul tema dell’attentato perché “troppo doloroso da rivivere”. E, certamente, senza quell’episodio, il discorso sarebbe stato ancora più divisivo. Tutta la convention è stata improntata al tentativo, riuscito, di mostrare un partito unito dietro il ticket presidenziale.

Unico neo, la discrezione della presenza della ex first lady Melania, che, diversamente dal 2016 e dal 2020, non ha voluto prendere la parola. Quando, però, è comparsa, vestita di rosso, è stata salutata da un’ovazione; ed era dietro al marito al momento dell’accettazione della candidatura.

La forza è stato un segno distintivo della presenza sul palco di Trump, nonostante i suoi 78 anni, e del suo vice JD Vance, che di anni de ne ha 39. Una forza simbolizzata dal fatto che, a introdurre Trump, sono stati Kid Rock, Hulk Hogan e il responsabile dell’Ultimate Fighting Championship, lottatori e muscolari: “It is less a display of political lineage than an unapologetic show of masculine kitsch”, “Non è tanto una dimostrazione di allineamento politico quanto un’esibizione senza pentimenti di kitsch maschile”, scrive sul New York Times Jess Bidgood.

Il discorso finale e tutta la convention confermano l’inerzia positiva della candidatura d’un uomo che, meno di quattro anni or sono, lasciava di soppiatto la Casa Bianca come un paria politico, senza assistere all’insediamento del suo successore, oggetto per due volte di un procedimento d’impeachment, dopo avere cercato di rovesciare con una sommossa il risultato delle elezioni; e che, meno di due anni or sono, veniva largamente indicato come il responsabile della sconfitta dei repubblicani nelle elezioni di midterm del 2022.

Usa 2024: democratici, crescono le pressioni su Biden perché si ritiri
All’immagine di forza anche fisica di Trump, si contrappone quella di debolezza, soprattutto fisica, ma anche politica, del presidente Biden, che si cura dal Covid nella sua casa al mare in Delaware, mentre gli inviti a lasciare la corsa si succedono e si intensificano, dopo una pausa in coincidenza con l’attentato a Trump.

L’ultimo a esprimersi pubblicamente è stato il senatore del Montana Jon tester. “Credo che Biden non debba brigare un secondo mandato”. L’appello di Tester coincide con un tam tam mediatico insistente e crescente secondo cui il presidente presta sempre più orecchio agli inviti che riceve e potrebbe annunciare una sua decisione nel fine settimana.

L’ex presidente Barack Obama e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi hanno privatamente espresso preoccupazioni sulla candidatura di Biden, che potrebbe anche compromettere gli sforzi dei democratici di ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato – un timore già manifestato anche dai capigruppo democratici Hakeem Jeffries e Chuck Schumer -. C’è il rischio di avere un’Amministrazione totalmente controllata da Trump e dai ‘trumpiani’, con conseguenze negative sulla democrazia e sulle alleanze degli Stati Uniti.

Obama, che ha parlato una sola volta con Biden dopo il dibattito con Trump del 27 giugno, condivide che il presidente debba riflettere sulle possibilità di vittoria e sul rischio di compromettere il suo lascito politico insistendo nel restare in corsa.

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