Cronache USA

Ucraina: Trump a Roma, vicini a un accordo; contro-proposta di Kiev a Mosca

26
Aprile 2025
Di Giampiero Gramaglia

C’è una contro-proposta di Kiev al piano di pace degli Usa per porre fine alla guerra in Ucraina. Ne dà notizia il New York Times, secondo cui la controfferta ucraina non riflette molte delle attese del presidente statunitensi Donald Trump e/o delle pretese del presidente russo Vladimir Putin, ma crea anche spazi perpossibili compromessi su questioni che sembravano din qui difficili da risolvere.

Nel piano ottenuto dal New York Times, vi sono punti che la Russia probabilmente non accetterà ‘in toto’, come nessuna restrizione alle future dimensioni delle forze armate ucraine, o la presenza sul territorio ucraino, per garantirne la sicurezza, di “un contingente europeo” sostenuto dagli Usa, o l’uso dei beni russi congelati in Europa e in America per riparare i danni di guerra subiti dall’Ucraina.

Ma altre parti del piano ucraino suggeriscono – nota il NYT – la disponibilità a un compromesso: non si fa menzione, ad esempio, del completo recupero dei territori conquistati dalla Russia o dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, due questioni che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha a lungo dichiarato non negoziabili.

Questi sviluppi possono spiegare quanto postato da Trump sul suo social Truth intorno alle 24.00, subito dopo essere sbarcato a Roma, dove ha trascorso la notte a Villa Taverna. Trump ha scritto: “Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un’intesa e le due parti dovrebbero ora incontrarsi ad altissimo livello per ‘chiuderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”.

Trump non ha però confermato l’ipotesi di un incontro a Roma con Zelensky, che è giunto stamane per presenziare ai funerali di Papa Francesco. Il presidente Usa ha però annunciato l’intenzione d’avere, a margine delle esequie, numerosi contatti. E uno potrebbe proprio essere con Zelensky.

Prima di partire da Washington, Trump aveva anche risposto a una domanda sui negoziati Usa – Iran sul nucleare, il cui terzo round si svolge oggi a Mascate. “Penso che stiano andando molto bene”, aveva detto. In un’intervista a Time, pubblicata ieri, Trump si è detto fiducioso in un accordo con Teheran sul nucleare, ma ha ammonito che gli Usa “guideranno il gruppo” nell’attacco all’Iran se i colloqui falliranno.

Interrogato dal Time sulla notizia secondo cui avrebbe impedito a Israele di condurre un attacco, unilaterale e preventivo, contro l’Iran, Trump ha precisato: “Non è corretto. Non li ho fermati. Ma non ho reso la situazione confortevole per loro, perché penso che possiamo raggiungere un accordo senza l’attacco … Alla fine,lasciavo a loro la scelta, ma ho detto che avrei preferito di gran lunga un accordo piuttosto che un bombardamento”.

Trump ha negato di essere preoccupato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu possa trascinare gli Stati Uniti in una guerra con l’Iran. “Potrebbe entrare in guerra. Ma noi non ci faremo coinvolgere”, ha spiegato. E ha aggiunto che, se non ci sarà un accordo, “guiderò io il gruppo”.

A bordo dell’AirForceOne che lo portava in Italia, Trump ha parlato con i giornalisti a ruota libera: ha fatto l’elogio della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni – “un ottimo premier” -; ha difeso dalle polemiche il segretario alla Difesa Pete Hegseth, ha commentato l’arresto ad opera dell’Fbi di una giudice della contea di Milwaukee nel Wisconsin, Hannah Dugan, che avrebbe cercato di sottrarre alla deportazione un migrante venezuelano accusato di appartenere a una gang malavitosa – una notizia che ha ieri fatto molto scalpore negli Stati Uniti -.

La partenza di Trump per Roma è stata preceduta dalla pubblicazione di alcuni sondaggi, concordi nell’indicare un forte calo nell’apprezzamento del magnate presidente nell’opinione pubblica.

Per il New York Times, il consenso di Trump è sceso al 42% – il 54% lo disapprova –: solo il 36% del campione pensa che l’Unione stia andando nella direzione giusta e ben il 66% giudica caotico l’inizio del secondo mandato, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante. Anche un sondaggio della Fox, la rete amica, è negativo per Trump. Per il Washington Post, il 53% boccia Trump sull’immigrazione. E una maggioranza degli ebrei americani non condide la stretta sulle Università in nome di un presunto anti-semitismo diffuso nei campus.

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