Cronache USA
Trump 2: presidente Corte Suprema rimbecca Trump, sale il livello di scontro con i giudici
Di Giampiero Gramaglia
Nel giorno della telefonata per la pace in Ucraina con il presidente russo Vladimir Putin, che non è proprio un successo, Donald Trump alza il livello dello scontro con i giudici e riceve un’inconsueta pubblica reprimenda dal presidente della Corte Suprema John Roberts, oltre che subire una sequela di smacchi giudiziari sulla chiusura dell’Agenzia per lo Sviluppo internazionale, la USAid, e sull’esclusione dei transgender dalle Forze Armate.
Il presidente Roberts, uno dei sei giudici (su nove) della Corte Suprema di tendenza conservatrice, esce allo scoperto con una dichiarazione apparentemente sollecitata dai media e critica la richiesta di impeachment, fatta sui social da Trump, del giudice che ha ordinato nel fine settimana il blocco delle deportazioni di immigrati venezuelani attuate in base all’Alien Enemies Act del 1798.
Il presidente Roberts critica la retorica di Trump contro un giudice federale: «Da più di due secoli – dice –, è stato convenuto che l’impeachment non è una risposta appropriata al disaccordo su una decisione giudiziaria». Roberts si riferisce all’attacco del presidente al giudice James Boasberg, che ha sospeso le deportazioni dei membri della gang venezuelana Tren De Aragua, considerata un’organizzazione terroristica.
Poco prima, sul suo social Truth, Trump aveva scritto: «Questo giudice pazzo della sinistra radicale, un piantagrane e agitatore che è stato purtroppo nominato da Barack Hussein Obama, non è stato eletto presidente – non ha vinto il voto popolare (di molto!), non ha vinto tutti e sette gli Stati in bilico, non ha vinto 2.750 contee contro 525, non ha vinto niente!».
«Io – proseguiva Trump – ho vinto per molte ragioni, con un mandato travolgente, ma combattere l’immigrazione illegale potrebbe essere stata la ragione numero uno di questa vittoria storica. Sto solo facendo quello che gli elettori volevano che facessi. Questo giudice, come molti dei giudici corrotti davanti ai quali sono costretto a comparire, dovrebbe essere messo sotto impeachment!!! Non vogliamo nel nostro Paese criminali feroci, violenti e squilibrati, molti dei quali assassini fuori di testa. Rendiamo l’America di nuovo grande!!!».
Ieri, in un’udienza, il giudice Boasberg ha chiesto risposte più chiare ai legali della Casa Bianca, dopo che il suo ordine, domenica, era stato disatteso, completando la deportazione a El Salvador di 137 venezuelani, trasferimento che sarebbe stato già in atto al momento dell’ordinanza.
Poco dopo la sortita del presidente, un deputato del Texas, Brandon Gill, solerte ultra-trumpiano, ha annunciato l’intenzione di deporre in settimana documenti per l’impeachment del giudice. Gill si unisce ad altri repubblicani che cercano di rimuovere i giudici che hanno espresso pareri contrari alle mosse dell’Amministrazione Trump. Elon Musk ha recentemente invocato una «ondata d’impeachment» contro i giudici che ostacolano l’agenda governativa.
Trump 2: giudici, incostituzionali chiusura USAid ed esclusione transgender da Forze armate
Nelle ore successive, una giudice federale di Washington DC, Ana Reyes, ha dichiarato che l’ordine di Trump di escludere dal servizio militare i transgender è una probabile violazione dei loro diritti costituzionali, ma ha posposto di tre giorni l’esecutività del suo verdetto per dare tempo all’Amministrazione di interporre appello.
Un altro giudice federale nel Maryland, Theodore Chuang, ha sentenziato che lo smantellamento della USAid è una probabile violazione della Costituzione e ha ordinato il ripristino dei posti di lavoro soppressi e la riapertura degli uffici nel Ronald Reagan Building a Washington, bloccando ulteriori tagli da parte del Dipartimento per l’efficienza dell’Amministrazione Pubblica, il Doge, guidato da Musk, che ha così subito la sua più cocente sconfitta giudiziaria finora. La tesi è che l’USAid è stato creato per legge e che ci vuole una legge per sopprimerlo.
Sul fronte dei tagli all’apparato federale, una fonte del Pentagono ha rivelato che il Dipartimento della Difesa calcola di ridurre i dipendenti civili tra le 50 e le 60 mila unità. Di questi, oltre un terzo, 21 mila, hanno scelto di lasciare il lavoro volontariamente.
Resta alta l’attenzione sull’insieme dei tagli ai dipendenti federali. Il New York Times cerca «di darvi un senso»; il Washington Post si concentra sulle conseguenze per i contribuenti della riduzione del 25% del personale dell’Agenzia delle Entrate destinato ad aiutarli nella compilazione della dichiarazione dei redditi. C’è anche preoccupazione diffusa, specie fra gli anziani, per l’effetto dei tagli del personale e dei fondi sulla spesa sanitaria.
