Cronache USA

Trump liquida capo Stato Maggiore difesa; luna di miele finita?

22
Febbraio 2025
Di Giampiero Gramaglia

C’è una raffica d’avvicendamenti al Pentagono: Donald Trump liquida il capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Charles Q Brown, un afro-americano, pur ringraziandolo “per i suoi 40 anni di servizio” e definendolo “un gentleman e un leader”; e lo sostituisce con il generale Dan ‘Razin’ Caine. Entrambi sono piloti da combattimento dell’aeronautica.
L’Ap nota che Trump “mette bruscamente da parte un pilota che ha fatto la storia”: la decisione è parte “della campagna per liberarsi di alti ufficiali che sostengono la diversità e l’equità”.
Il New York Times osserva che di solito i capi di Stato Maggiore della Difesa restano al loro posto, all’avvicendarsi delle Amministrazioni, e che il generale Brown era solo il secondo nero nel ruolo.
Il Washington Post ricorda che il neo-segretario alla Difesa Pete Hegseth aveva ventilato di ‘fare fuori’ Brown ancora prima di essere designato, perché – diceva – il generale si preoccupava troppo di diversità e di equità.
Il capo del Pentagono ha anche rimosso l’ammiraglio Lisa Franchetti da numero uno della Navy – prima donna in quel ruolo – e il genarle James Slife da numero due dell’Air Force. Hegseth ha così spiegato le sue decisioni: “Sotto la presidenza Trump, stiamo creando una nuova leadership che concentri le nostre forze armate sulla loro missione principale, che è scoraggiare, combattere e vincere le guerre”.
Gli avvicendamenti al vertice del Pentagono s’accompagnano all’inizio dei licenziamenti di massa: 5.400 dipendenti civili lasciati a casa sono il primo passo verso una riduzione dell’8% del totale della forza lavoro della Difesa. I tagli – si spiega – sono “necessari per migliorare l’efficienza e focalizzare l’attività sulle priorità di sicurezza nazionale del presidente Trump”: “Semplicemente, non è nell’interesse pubblico tenere al lavoro individui il cui contributo non è essenziale a realizzare la missione”.

Trump 2: tagli, nei tribunali ridda di decisioni contraddittorie
Tagli, che siano licenziamenti o esodi, sono attuati in tutti i settori dell’Amministrazione federale. Nei tribunali, in sede di ricorso, le decisioni contraddittorie si susseguono. Un giudice ha dato l’ok ai licenziamenti nell’Agenzia per lo sviluppo, la USAid, che erano stati in un primo tempo bloccati.
Un altro ha sospeso in via preliminare l’attuazione di parte degli ordini di Trump, sui programmi per diversità, equità e inclusione, giudicandoli costituzionalmente vaghi e contrari alla libertà d’espressione, in attesa di pronunciarsi nel merito dei ricorsi presentati.
La Corte suprema ha poi stabilito che il capo dell’agenzia federale che tutela i dipendenti pubblici, in particolare gli informatori, da ritorsioni e punizioni, può restare per ora al suo posto, nonostante Trump voglia licenziarlo. Hampton Dellinger potrà dunque continuare a ricoprire il suo incarico fino al 26 febbraio, mercoledì prossimo, quando un tribunale affronterà il merito della vicenda.
Trump 2: analisi, Trump e Musk, luna di miele con America finita? Più auspicio che realtà
In un’analisi sul Washington Post, Aaron Blake dice che “la luna di miele di Trump” con l’America “è finita”, basandosi sui dati dell’inflazione in crescita e su un sondaggio della Ipsos per il giornale, da cui risulta che molte delle azioni intraprese dal presidente sono impopolari: il 57% degli elettori pensa che Trump abbia abusato della propria autorità, snaturando e riducendo l’apparato federale. Ma, nell’insieme, quello di Blake appare più un auspicio che un dato di fatto.

Il New York Times racconta che molti congressman repubblicani, di ritorno nei loro collegi, hanno dovuto ascoltare lamentele e proteste dei loro elettori, in particolare per i tagli dei posti di lavoro e l’acquisizione di dati sensibili da parte del Dipartimento guidato da Elon Musk per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione.
Il Washington Post analizza gli sforzi di Musk per “trasformare il governo, ridurre la burocrazia … e rovesciare le politiche del Paese”. Il giornale riferisce che responsabili politici di Agenzie federali sono irritati con Musk che agisce senza consultarli: Susie Wiles, capo dello staff della Casa Bianca, gli ha chiesto “un maggiore coordinamento”.
Meno ottimista di Blake, Amber Phillips definisce la settimana appena trascorsa “tumultuosa”: Trump “non si cura delle regole e, talora, neppure della legge e dell’ordine internazionale… “; quanto ai blitz di Musk, “innervosiscono numerosi consiglieri della Casa Bianca”.
L’Ap conta 29 volte in cui, nel giro di un mese, Trump ha fatto quel che vuole il presidente russo Vladimir Putin; e parla di un “allineamento” della Casa Bianca con il Cremlino.
Ma, nonostante tutto, il Senato continua ad avallare le scelte di Trump per il suo gabinetto: ha dato, in settimana, l’ok alla controversa nomina di Kash Patel alla guida dell’Fbi. Patel ha spesso esibito una retorica incendiaria, alimentando i dubbi sull’indipendenza politica dell’Fbi sotto la sua guida: vuole che gli avversari politici del presidente Trump siano perseguiti; mostra simpatia per gli insorti del 6 gennaio 2021; dice che l’Fbi dovrebbe essere “uno strumento di sorveglianza e di repressione dei cittadini americani”.
Resta aperta la vicenda del sindaco di New Tork Eric Adams: il giudice Dale Ho non ha dato l’ok alla revoca delle accuse di corruzione chiesta dal pm su ordine del Dipartimento della Giustizia ed ha rinviato la sua decisione, in attesa di ulteriori approfondimenti. E Kathy Hochul, governatrice dello Stato, ha deciso di non sospendere per ora il sindaco, in attesa degli sviluppi giudiziari.

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