Cronache USA
Trump 2: i dazi al 25% in vigore su acciaio e alluminio. Dureranno?
Di Giampiero Gramaglia
Alle 05.00 del mattino, la Ap ha dato notizia dell’entrata in vigore dei nuovi dazi del 25% su tutto l’import degli Stati Uniti di acciaio e di alluminio, da ovunque esso provenga. Nonostante Trump assicuri che i nuovi dazi contribuiranno a creare posti di lavoro negli Usa e migliorare l’andamento dell’economia, le sue altalenanti decisioni stanno mettendo in confusione i mercati finanziari e stanno facendo crescere i timori di un rallentamento dell’economia. Le misure ora entrate in vigore eliminano tutte le esenzioni previste sui dazi già imposti dal 2018 e alzano i dazi sull’alluminio, che erano al 10%.
La vicenda dei dazi ha catalizzato l’attenzione dei media Usa per tutta la giornata di ieri, nel corso della quale Trump ha inanellato annunci e marce indietro: ha minacciato di alzare al 50% i dazi al Canada dopo che il premier dell’Ontario Doug Ford aveva a sua volta minacciato di aumentare del 25% i costi dell’energia per i clienti statunitensi, specie negli Stati di New York, del Michigan e del Minnesota; poi ha cambiato idea, dopo che Ford aveva fatto a sua volta marcia indietro, senza però rinunciare alla prospettiva di fare del Canada il 51° Stato dell’Unione. Alla fine, s’è tornati al punto di partenza, con il via ai dazi universali al 25% su acciaio e alluminio.
L’interrogativo, adesso, è quanto dureranno, visti gli ‘stop & go’ delle ultime settimane. Ad aprile, dovrebbero scattare dazi nei confronti dei Paesi dell’Ue. I mercati finanziari continuano a reagire male all’altalena di annunci, decisioni e marce indietro.
Trump 2: esodi forzati dal Ministero dell’Istruzione e da altri settori
Le cronache del Trump 2 sono dense di sussulti anche su altri fronti. Il Dipartimento dell’Istruzione, che Trump intende chiudere, ha licenziato 1.300 dei suoi dipendenti. Tenuto conto di tagli già fatti, il Dipartimento ha ora circa la metà dei dipendenti che aveva quando Trump s’insediò, più o meno 4000. I dipendenti licenziati si occupavano principalmente dei finanziamenti federali alle scuole, oltre che di monitorare il rendimento degli studenti e di fare rispettare i diritti civili nelle scuole. Circa 600 dei 1300 dipendenti ‘eliminati’ hanno accettato di andarsene su base volontari.
C’è attenzione e preoccupazione, negli ambienti liberal, anche per lo smantellamento della divisione dell’Amministrazione pubblica che si occupa della tutela e della valorizzazione di oltre 26 mila opere d’arte statunitensi, costituita prima della Guerra Civile, quindi quasi 170 anni or sono. Gran parte dei dipendenti sono stati licenziati.
Intanto, un giudice federale ha sentenziato che il magnate presidente ha abusato della sua autorità costituzionale congelando quasi tutta la spesa degli Stati Uniti per aiuti umanitari e allo sviluppo e, così facendo, bloccando anche stanziamenti già approvati dal Congresso. Il giudice ha sancito che l’Amministrazione non può ignorare le decisioni del Congresso o cancellarle con un tratto di penna.
Trump 2: shutdown dietro l’angolo, Camera vota provvedimento
La Camera ha approvato una legge che sventa la prospettiva di uno shutdown di primavera, cioè d’una parziale serrata dei servizi pubblici. La legge passa ora al Senato, dove, però, i repubblicani hanno bisogno dell’appoggio di almeno alcuni democratici – sette – per sventare l’ostruzionismo dell’opposizione e farla approvare: la deadline è la mezzanotte di venerdì, le cinque del mattino di sabato in Italia. Il provvedimento garantisce copertura alla spesa pubblica fino a settembre.
