Cronache USA
Trump 2: dalla sindrome dei cento giorni a quella delle cento ore
Di Giampiero Gramaglia
Ha proprio ragione Jess Bidgood del New York Times: “Donald Trump è tornato alla Casa Bianca da tre giorni e la cascata di notizie non accenna ad arrestarsi”. Fra quelle delle ultime 24 ore, c’è che il Dipartimento della Giustizia minaccia di perseguire gli Stati, le contee, le città e i funzionari che non si adeguino all’agenda del Trump 2 sull’immigrazione; c’è la revoca di un ordine del 1965 che proibisce di discriminare nelle assunzioni federali; c’è il tentativo di bloccare un organo bipartisan che, dopo gli eccessi conseguenti agli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001, deve sorvegliare il rispetto delle libertà civili.
E c’è pure l’emergere di un’altra bega interna alla nuova Amminisatrazione, sempre con Elon Musk protagonista, dopo il dissidio con Vivek Ramaswami sul Doge. Questa volta, a Musk non piace l’iniziativa d’investire in centri dati per l’intelligenza artificiale 500 miliardi di dollari di fondi privati raccolti da OpenAI, Oracle e Soft Bank. Politico attribuisce importanza alla polemica di Musk, che si contrappone apertamente “all’Amministrazione di cui fa parte”.
Intanto, i rivoltosi del 6 gennaio 2021, che si ritrovano la fedina penale immacolata dopo la grazia di Trump, vogliono ora rivalersi sulla giustizia che li aveva perseguiti. Stewart Rhodes il capoccia degli Oath Keepers, s’è preso lo sfizio di una sorta di giro turistico del Campidoglio riconquistato, quattro anni dopo, dal suo eroe.
Un bel servizio della Cnn spiega che i presidenti degli Stati Uniti, a partire da Franklyn Roosevelt, entrato in carica nel 1933, nel pieno della Grande Depressione, hanno sempre avuto fretta di fare quanto più potevano nei primi cento giorni, quelli della luna di miele con gli elettori, quando anche gli oppositori stanno a vedere che cosa il leader combina. Trump ha però trasformato la sindrome dei cento giorni in sindrome delle cento ore, anche a rischio di fare durare di meno la luna di miele, ad esempio sui migranti, dove i sondaggi dicono che l’opinione pubblica è dalla sua parte, ma fino ad un certo punto. Quando vedi cacciare la tua colf da un sacco di anni, magari cambi idea.
Senza contare, osserva sempre la Cnn, che quello che Trump ha finora fatto con un tratto di penna, firmando ordini esecutivi, potrà essere disfatto da un suo successore, con un analogo tratto di penna. Come fece Biden nel 2021, azzerando in un giorno buona parte del Trump 1. La cosa più difficile è incardinare i cambiamenti in leggi o addirittura in modifiche della Costituzione, come sarebbe necessario per abolire lo ius soli – al momento sospeso, e vedremo se ai giudici starà bene -. “E’ chiaro – scrive la Cnn – che Trump pensa di avere un incontrastato potere politico e di non dovere stare a preoccuparsi di quel che altri pensano. Ma deve invece stare attento alla forza che prima o pio tradisce ogni leader politico: la hubris, l’eccesso di presunzione che offende gli dei”.
Specie quando sei circondato – e, all’inizio, capita sovente – da amici più o meno sinceri e soprattutto da smaccati adulatori che fanno di tutto per compiacerti. Come il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman, che, alla prima telefonata con il nuovo presidente, gli prospetta investimenti sauditi negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari – lo dice l’agenzia di stampa saudita, mentre la Casa Bianca in proposito tace – e lo solletica con l’idea di scegliere l’Arabia Saudita come meta della prima missione all’estero del nuovo mandato, come già fece nel primo, danzando a Riad la danza delle spade con i maggiorenti sauditi.
I media sfogliano la margherita dei nemici di Trump, che temono ritorsioni del potere e di perdere le loro pensioni, o di dovere rispondere delle loro azioni solo perché in dissenso con il presidente, o di finire in bancarotta per le spese legali – fra quelli a rischio, c’è John Bolton, che fu un consigliere per la Sicurezza nazionale del Trump 1 ed è poi divenuto un critico del magnate -.
Il Congresso a trazione repubblicana si affretta a varare provvedimenti in linea con le priorità dell’Amministrazione, specie sull’immigrazione, per facilitare l’arresto e la deportazione di migranti senza i documenti in regola.
Anche il Pentagono s’allinea, in attesa che il Senato si pronunci sulla designazione di Pete Hegseth alla Difesa. Almeno mille militari, forse più, andranno a rafforzare la sorveglianza lungo il confine con il Messico, cui già partecipano 2.5000 uomini schierati dall’Amministrazione Biden: è il primo di una prevedibile serie di ulteriori dislocamenti. Mentre in Europa c’è chi prevede che 20 mila soldati Usa saranno richiamati in patria.
Tutti i voli previsti per i rifugiati che avrebbero dovuto recarsi negli Stati Uniti, dopo aver ottenuto permessi attraverso percorsi burocratici spesso estenuanti, sono stati cancellati. Volantini razzisti del Ku Klux Klan invitano agli immigrati ad “andarsene subito”: sono stati distribuiti nel Kentucky il giorno del giuramento di Trump. I ciclostilati, su cui è in atto un’indagine, mostrano una vignetta dello Zio Sam che prende a calci una famiglia di cinque persone, con un neonato e due bimbi.