Cronache USA

Meloni da Trump per accelerare il negoziato Ue-Usa

17
Aprile 2025
Di Giampiero Gramaglia

È il giorno dell’incontro alla Casa Bianca, nello Studio Ovale, tra il presidente Usa Donald Trump e la premier italiana Giorgia Meloni, alle 12.00 ora locale, le 18.00 italiane. Se ne parla sui media Usa e internazionali, fra i molti sviluppi della ‘guerra dei dazi’ e delle cronache dal Trump 2.

Politico.com svela “il piano di Meloni per scambiare parole dolci con Trump sui dazi”: “I leader dell’Ue sperano che la premier italiana possa trasmettere al presidente Usa le loro preoccupazioni sul commercio internazionale durante la sua missione a Washington”. Il Financial Times, in prima, titola: “Meloni cerca di dare un’accelerata ai negoziati commerciali Usa-Ue”. 

Giorgia Meloni è la prima leader di un Paese Ue a incontrare Trump dopo la dichiarazione di guerra planetaria sui dazi fatta dal presidente Usa il 2 aprile e la successiva tregua di 90 giorni proclamata il 9 aprile. Ieri, Trump ha partecipato a negoziati commerciali con una delegazione giapponese.

“La leader italiana – scrive Politico.eu – condivide l’ideologia di destra di Trump: è stata l’unica leader Ue invitata all’inaugurazione di Trump in gennaio e ha fatto un intervento alla conferenza dell’ala ultra-conservatrice del partito repubblicano… Anche gli interlocutori europei più diffidenti accettano l’idea che Meloni possa essere il leader europeo più importante cui Trump voglia prestare ascolto, nonostante ì segnali d’allarme scattati a Parigi”.

Euronews titola: “Meloni verso gli Usa in coordinamento con von der Leyen, Trump rifiuta proposta Ue ‘zero dazi’”. Il sito della tv scrive: “Prima di partire per Washington Meloni ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della Commissione europea, per coordinare le posizioni. La speranza è di allentare le tensioni con Trump, dopo che il presidente Usa ha rigettato l’idea dell’Ue di ‘zero dazi’ per auto e ben industriali”.

Sul quadro più ampio della guerra commerciale, e in particolare delle forti tensioni tra Usa e Cina, Le Monde scrive che, sui dazi, Washington e Pechino “si rimandano la palla”: “Mentre Trump si dice ‘aperto a un accordo’, la Cina prende di mira la Boeing e gli agricoltori americani”. 

Washington Post e Financial Times puntano, invece, sulle preoccupazioni espresse dal presidente della Federal Reserve Jerome Powell, secondo cui c’è un’alta probabilità che i dazi aumentino l’inflazione a breve termine, con rischi di danni a lungo termine. Parlando allo Economic Club di Chicago, Powell è stato più netto che mai sui potenziali “effetti persistenti dei dazi sull’inflazione”. In aperto contrasto con quanto affermato dal presidente Trump.

Trump 2: si inasprisce la ‘guerra delle Università’
Wall Street Journal e New York Times aprono con l’inasprimento della ‘guerra delle Università’ condotta dall’Amministrazione Trump: l’ultimo sviluppo è la richiesta all’Agenzia delle Entrate, che sta valutando il da farsi, di revocare i privilegi fiscali fin qui concessi a Harvard, perché l’ateneo, ritenuto il più ricco d’America e fra i più prestigiosi, non accetta i diktat dell’Amministrazione contro i programmi di diversità, equità e inclusione e per un giro di vite contro le proteste nei campus, specie quelle pro-palestinesi.

Fronte media, da segnalare che, nonostante ordini precisi dell’autorità giudiziaria, la Casa Bianca ha di nuovo vietato l’accesso a un evento a un reporter e a un fotografo della Ap, che, martedì, sono stati esclusi dallo Studio Ovale, dove il presidente Trump riceveva il presidente di El Salvador Nayib Bukele.

Fronte giudiziario, un giudice federale sta valutando se denunciare per oltraggio alla corte l’Amministrazione Trump 2 che, nonostante un’ingiunzione venuta dalla Corte Suprema, non si dà da fare per ottenere da El Salvador la restituzione di un cittadino salvadoregno con asilo politico negli Stati Uniti, deportato per errore in El Salvador il mese scorso. Pur ammettendo l’errore fatto, il Dipartimento della Giustizia sostiene di non avere strumenti per ottenere la restituzione agli Usa di Kilmar Abrego García, sposato con una cittadina statunitense e ora detenuto in una tristemente famosa prigione del suo Paese.

Fronte migranti, i responsabili dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice) e del Dipartimento per l’efficienza dell’Amministrazione pubblica (Doge) le provano tutte per scovare migranti senza documenti, illegalmente negli Stati Uniti. Dopo avere indotto l’Agenzia delle Entrate a dichiararne migliaia “deceduti”, per farli uscire allo scoperto, ora ne chiedono i dati ai centri per l’assistenza medica e sanitaria: una mossa che, a giudizio di esperti, potrebbe non essere legale.

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