Cronache USA

Dazi: a tutta Cina, pressioni sull’Ue perché isoli Pechino

16
Aprile 2025
Di Giampiero Gramaglia

Gli Stati Uniti prestano grande attenzione agli sviluppi, più conflittuali che negoziali, della ‘guerra dei dazi’, oltre che agli altri ‘temi caldi’ dell’Amministrazione Trump 2, come i migranti e i ‘fronti di guerra’ interni – gli scontri con i giudici e le pressioni sulle università -.

Il round di apertura, ieri, della trattativa commerciale fra Usa e Ue attira relativamente poco i media americani, anche perché gli europei si sono presentati con una proposta già respinta da Washington – un’area transatlantica a dazi zero -. Inoltre, si trattava dell’inizio di un negoziato probabilmente destinato a durare almeno per tutti i 90 giorni della tregua decisa dal presidente Trump.

Molto più d’impatto, invece, gli sviluppi turbolenti sul fronte cinese, dove i dazi sono in vigore – rispettivamente del 145% e del 125% sull’export cinese e americano -, salvo eccezioni settoriali.

Il Wall Street Journal, citando sue fonti, scrive che l’Amministrazione Trump 2 intende usare le trattative sui dazi per fare pressione sui partner commerciali degli Stati Uniti perché limitino i loro rapporti con la Cina. L’idea, che riguarda pure gli europei, tentati, invece, di volgersi verso Pechino per trovare sbocchi ai propri prodotti, sarebbe quella di isolare la Cina, offrendo, in cambio, riduzioni delle barriere doganali Usa. 

In un’intervista a Fox Noticias, la rete in spagnolo della Fox, il presidente ha ventilato di potere volere che alcuni Paesi scelgano tra gli Stati Uniti e la Cina. Insieme all’idea dell’area transatlantica a dazi zero, questo potrebbe essere uno dei temi dell’incontro, domani, nello Studio Ovale, fra Trump e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Trump 2: dazi, passi ostili cinesi, “cercano di fregarci”
Sul suo social Truth, Trump ha segnalato che i cinesi hanno ieri denunciato l’accordo con la Boeing, annunciando che “non prenderanno possesso di aerei sul cui acquisto s’erano completamente impegnati” e chiedendo alla loro compagnie di “sospendere qualsiasi acquisto di attrezzature e componenti aeronautiche da aziende statunitensi”.

Trump è convinto che la Cina e il Vietnam, dove ieri il presidente cinese Xi Jinping era in visita, stiano cercando “di capire come fregarci”. Alla portavoce Karoline Leavitt, Trump ha fatto leggere una nota che recita: “La palla è nel campo della Cina: sono loro che devono fare un accordo con noi. non il contrario … Non c’è differenza tra la Cina e gli altri Paesi, solo le sue dimensioni…”.

Dalla Cina, nelle ultime ore sono venute notizie che possono ulteriormente accrescere le tensioni. Le Poste di Hong Kong hanno annunciato che “non riscuoteranno nel modo più assoluto alcun dazio per conto degli Stati Uniti e sospenderanno l’accettazione d’invii postali di merci destinate agli Usa”: la posta ordinaria con effetto immediato; quella aerea a partire dal 27 aprile.

La decisione è conseguente all’ordine esecutivo del presidente Trump sullo stop all’esenzione doganale per i piccoli pacchi provenienti dalla Cina, di valore pari o inferiore a 800 dollari.

Sul fronte macro-economico, la Cina ha registrato nel primo trimestre 2025 un aumento del Pil su base annua del 5,4%, migliore del 5,1% stimato dagli analisti, e ha mantenuto lo stesso passo dell’ultimo trimestre 2024.

Contemporaneamente, nota il Washington Post, il dollaro è scivolato al punto più basso da tre anni in qua, una discesa brusca specie nell’ultimo mese, dopo una fase di crescita tra le elezioni del 5 novembre e l’insediamento di Trump il 20 gennaio.

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