USA2024
– 334, ultima chiamata per i rivali di Donald Trump, stasera dibattito
Di Giampiero Gramaglia
Ultima chiamata per i rivali di Donald Trump alla nomination repubblicana, prima dei caucuses nello Iowa del 15 gennaio: questa sera, in Alabama, nel quarto dibattito in diretta televisiva sarà sfida a quattro. Sul palco, in ordine di peso nei sondaggi, il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ec governatrice della South Carolina Nikki Haley, l’imprenditore Vivek Ramaswamy e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie. Assenti il magnate ex presidente, che continua a disertare i dibattiti – sarà a una raccolta di fondi in Florida – ed il governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, che non ha i requisiti per essere ammesso.
L’attenzione è concentrata su Haley, che, in crescita nei sondaggi, punta a superare DeSantis ed a proporsi come principale alternativa a Trump, che resta battistrada con un netto vantaggio e che ieri, parlando nello Iowa, ha detto: “L’entusiasmo attorno a me è più grande che mai, più che nelle elezioni del 2016 e del 2020, dove, comunque, siamo andati benissimo”. L’ex presidente ha anche accusato i democratici di “finanziare” i suoi rivali DeSantis e Haley.
Rispondendo a chi lo accusa che, se tornerà alla Casa Bianca, farà della presidenza una dittatura, Trump ha detto: “Sarò un dittatore solo il primo giorno della mia presidenza: chiuderò i confini e cancellerò le politiche per il clima, ricominciando a trivellare”; e, ancora, “Sono i democratici che abusano del potere, non io”.
Alla grancassa del magnate, fanno eco le gaffes del presidente Joe Biden, che, parlando a Boston a una raccolta di fondi, ha ammesso che, se non ci fosse Trump, non si sarebbe forse ricandidato: “Non possiamo lasciarlo vincere”, ha spiegato dicendo che il magnate costituisce un forte rischio per la democrazia americana. Biden ha comunque mostrato un certo vigore, facendo tre discorsi nella stessa serata; e scherzando sull’eventuale assenza di Trump al suo secondo insediamento – “Non venne al primo e non posso dire che sia stata una delusione. Immagino che non verrà neppure al secondo”.
A margine della grande politica, una curiosità dal Congresso. Il senatore repubblicano dell’Alabama Tommy Tuberville ha finalmente sbloccato centinaia di promozioni di ufficiali delle forze armate – 425, per l’esattezza -, che teneva bloccate da una decina di mesi in polemica con le politiche del Pentagono sull’aborto. L’ex coach di football americano, che s’era attirato, con il suo ostruzionismo, le ire di democratici e repubblicani, continua a bloccare le promozioni di una decina di generali a quattro stelle.