Mancano appena due settimane per conoscere il destino di Alitalia. La compagnia aerea di bandiera è commissariata da due anni, e i nodi del futuro stanno venendo al pettine in questi giorni, visto che le offerte devono arrivare sul tavolo dei Commissari entro il 30 aprile. Fatica e non poco Ferrovie dello Stato a presentare il “Progetto AZ” per il rilancio: un’offerta vincolante che prevede una newco a quanto riporta “Il Sole 24 Ore” con un capitale “attorno agli 800 milioni di euro” (meno di quanto i proprietari del Milan valutano la società calcistica) di cui FS è disponibile a partecipare massimo al 30%. Ad oggi l’unica manifestazione d’interesse per il Progetto AZ resa nota dai mezzi d’informazione è arrivata dall’americana Delta Airlines, disponibile a entrare nella nuova società con una quota di minoranza tra il 10 e il 15% (leggi circa 100 milioni di euro di investimento). Manca dunque all’appello un socio (preferibilmente italiano) solido e forte, in grado di rilevare una quota importante della newco e andare così anche incontro alla posizione del governo Conte che non vorrebbe semplicemente effettuare l’ennesimo salvataggio, ma rilanciare uno dei brand italiani più conosciuti al mondo.

Il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha sottolineato oggi che “il dossier Alitalia è complicato”. E aggiunto: “Spero che per la fine di aprile ci sia una decisione importante. non vogliamo trovarci ogni tre-cinque anni a dover versare soldi pubblici per sanare per qualche anno la situazione e poi ritrovarci punto e a capo”. Come dargli torto. Non vorremmo più leggere studi che quantificano la spesa pro capite degli italiani per salvare la compagnia aerea nazionale. Abbiamo già dato abbastanza.
