Alle 23:10 di oggi si concluderà la storia infinita di Alitalia. Atterrerà infatti a Fiumicino l’ultimo volo della compagnia di bandiera che da tempo ci tiene con il fiato sospeso. Le cordate private, le passerelle di Commissari e le varie trattative si sono rivelate finora dei vuoti d’aria. E così, dopo 4 anni e mezzo di amministrazione straordinaria e quasi 2 miliardi di euro di soldi pubblici, stasera il Comandante Andrea Gioia – con il volo AZ 1586 da Cagliari e diretto a Roma – metterà la parola fine a una storia lunga 75 anni e segnata da cambi societari e buchi in bilancio.
Una storia fatta di scelte aziendali sbagliate e tutt’altro che economiche (come i contratti di leasing per gli aerei più cari rispetto alla concorrenza) ed escamotage – ancora più costosi – per far credere che “l’Italia con le ali” sarebbe tornata a risplendere, anche grazie alla nuova divisa da 20 milioni o al restyling della livrea.
Per queste e altre ragioni, da domani Alitalia (con i suoi 10.500 dipendenti) resterà a terra per lasciare spazio alla nuova Italia Trasporto Aereo; che di nuovo al momento ha solo il nome. Divise, aerei (52 per iniziare) e livrea per ora non cambieranno. D’altro canto, c’è poco da sperperare se la compagnia guidata da Altavilla vuole davvero dimostrarsi all’altezza delle parole di Mario Draghi, ossia “più piccola ma più efficiente”.
Sebbene il primo volo di Ita sia programmato per venerdì 15 ottobre alle 6:20, i nodi da sciogliere sono ancora molti, primo fra tutti l’acquisizione del brand Alitalia per ottenere la sigla AZ da apporre sui biglietti che – proprio per l’attenzione massima legata ai costi – i vertici della neonata compagnia non hanno intenzione di pagare 290 milioni. Altro tema caldo riguarda gli iscritti al club MilleMiglia (ben 6 milioni con 45 miliardi di miglia accantonate), che non possono essere trasferiti a Ita; almeno per il momento. E poi tutt’altro che trascurabile la concorrenza con le low cost, in primis Ryanair, per contendersi gli slot lasciati liberi da Alitalia a Fiumicino e a Linate ma anche a Malpensa.
Insomma, la saga continua ma le intenzioni – dopo tanto tempo – sembrano concrete e fanno sperare in un lieto fine. Peccato solo per il periodo poco felice per decollare. Con l’inverno alle porte, infatti, le partenze si riducono e le compagnie aeree registrano spesso un consistente calo dei volumi.