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USA2024: il riassunto della notte e i prossimi passi

06
Novembre 2024
Di Ambrogio Mantegazza

Con il conteggio dei voti delle elezioni presidenziali americane del 2024 che arriva alla conclusione, il clima è più teso che mai. Donald Trump, l’ex presidente repubblicano, è proiettavo verso la Casa Bianca dopo che ha vinto in stati chiave come Georgia, North Carolina e Pennsylvania. Dall’altra parte, la candidata democratica Kamala Harris, attuale vicepresidente, cerca disperatamente di bilanciare la mappa elettorale conquistando voti cruciali nel Midwest e nella Sun Belt. La sfida è serrata e gli stati decisivi si stanno rivelando ancora una volta il cuore del confronto politico americano.

Trump, dal canto suo, ha infiammato l’entusiasmo dei suoi sostenitori dichiarando la vittoria dalla Florida, ormai saldamente roccaforte repubblicana. Con il raggiungimento della soglia magica di 270 grandi elettori necessari per la vittoria, Donald Trump si attesta definitivamente come 47° presidente degli Stati Uniti. Durante un lungo discorso carico di riferimenti alla “rivincita” del popolo americano, ha dichiarato: “Questo giorno sarà ricordato come il giorno in cui gli Americani hanno ripreso il controllo della propria Nazione”. Tra un ringraziamento e l’altro, Trump ha sottolineato che la sua recente sopravvivenza a un attentato sia stata una sorta di segno del destino, un evento provvidenziale che gli avrebbe permesso di completare la sua missione politica.

Nel discorso non sono mancati gli apprezzamenti per alcuni alleati chiave. Trump ha ringraziato in modo particolare Robert F. Kennedy Jr, che sembra destinato ad una delega alla sanità, ed Elon Musk, che probabilmente avrà un incarico importante nell’amministrazione Trump. L’attenzione dei media è rivolta in particolare a Musk, poiché molti ipotizzano che, nei prossimi anni, sarà lui ad agire come un “vicepresidente ombra”, più influente persino del designato ufficiale J.D. Vance.

Inaspettatamente, rispetto alle previsioni dei sondaggi, Trump è riuscito a conquistare il sostegno minoranze. Dai dati emerge che l’ex presidente ha ampliato la sua base di voti all’interno delle comunità afroamericane, tra i Latinos e, in particolare, tra gli immigrati regolari, in particolare per la sua politica di immigrazione più restrittiva, percepita come una promessa di ordine e sicurezza.

Due temi fondamentali sembrano aver guidato le scelte degli elettori in questo ciclo elettorale: la protezione della democrazia e la ripresa economica. Mentre il primo ha acceso il dibattito pubblico, è stato il secondo a influenzare maggiormente gli elettori. L’inflazione, che ha colpito duramente gli Stati Uniti, ha ridotto il potere d’acquisto degli americani, specialmente delle fasce più povere e delle minoranze come i Latinos, spingendo molti di loro verso la promessa di stabilità economica avanzata dal candidato repubblicano.

Sul fronte democratico, la scelta del presidente Joe Biden di ritirarsi dalla corsa elettorale soltanto in una fase avanzata si è rivelata strategica, concentrando l’entusiasmo elettorale intorno a Kamala Harris. Tuttavia, la vicepresidente non è riuscita a mantenere l’entusiasmo necessario. Harris non è riuscita a ricreare l’entusiasmo che aveva caratterizzato la figura di Barack Obama nel 2008. Molti elettori, specie nelle periferie urbane e nelle città, hanno percepito Harris come distante da quel sogno di rinnovamento che aveva caratterizzato l’ascesa di Obama, impedendo alla campagna democratica di capitalizzare appieno l’elettorato progressista.

Ultimo elemento da considerare è che l’inizio di questo secondo mandato coincide anche con l’inizio della fine dell’era Donald Trump. Verosimilmente crescerà l’attenzione sulla gestione del movimento MAGA (Make America Great Again) e sulla sua eredità politica. Trump è stato il volto e il cuore di questo movimento, riuscendo a catalizzare attorno a sé un’ampia base di sostenitori fedeli. Tuttavia, i limiti costituzionali ai mandati presidenziali pongono la necessità di individuare una nuova generazione di leader capaci di mantenere vivo lo spirito del MAGA e di adattarlo alle sfide future.

Uno dei nomi emergenti è proprio quello di J.D. Vance, il giovane senatore e designato vicepresidente. Ma tra le figure di spicco troviamo anche Ron DeSantis, governatore della Florida, e il giovane deputato Matt Gaetz. Tuttavia, sarà la gestione di Trump a segnare questa transizione. La carne sul fuoco per gli americani è tanta. Stiamo a vedere.