Politica
Ucraina, Draghi informa le camere. La risoluzione e il discorso (integrali)
Di Alessandro Caruso
Il presidente del consiglio Mario Draghi alle Camere stamattina è stato accolto da un lungo applauso. Nel suo discorso ha citato Alcide De Gasperi: «Il cuore del popolo italiano è pronto ad associare la propria opera a quella di altri Paesi, per costruire un mondo più giusto e più umano». La reputazione dello statista si rafforza in modo trasversale, come dimostra la totale approvazione della posizione del governo da parte delle forze politiche sulla crisi in Ucraina. La comunicazione di Draghi alle Camere, iniziando dal Senato questa mattina, ha soddisfatto tutti i punti della risoluzione bipartisan che i partiti avevano presentato nella giornata di ieri. Dall’emergenza energetica fino alla gestione dei flussi migratori l’Italia per il momento sembra andare avanti compatta.
«Il governo – ha detto Draghi – ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico». La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obbiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato e Draghi alle Camere ha chiarito che «non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Il governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia». Le opzioni al vaglio riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altri fornitori, come l’Algeria o l’Azerbaijan; e poi un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti.
Altro tema caldo è quello riguardante i movimenti migratori che la guerra sta già generando. Tutti flussi che ovviamente si muoveranno verso ovest, cioé nei paesi dell’Unione europea. Draghi alle Camere ha spiegato che domenica, nel corso del Consiglio straordinario dei ministri dell’Interno dell’Unione europea, è stata valutata la possibilità, che l’Italia sostiene, di applicare per la prima volta la direttiva sulla protezione temporanea prevista in caso di afflusso massiccio di sfollati. Questa direttiva garantirebbe agli ucraini in fuga di soggiornare nell’Unione europea per un periodo di un anno, rinnovabile, ed eviterebbe di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto. Tale direttiva porterebbe inoltre gli stati membri a indicare la propria capacità di accoglienza e a cooperare tra loro per il trasferimento della residenza delle persone da uno stato all’altro. Per quanto riguarda il piano nazionale «il Ministero dell’Interno sta lavorando alla predisposizione di apposite norme sull’accoglienza degli sfollati ucraini nelle strutture nazionali . ha detto Draghi -faremo la nostra parte, senza riserve, per garantire la massima solidarietà. Abbiamo già instaurato un dialogo con le agenzie delle Nazioni Unite competenti per individuare le priorità di intervento e procedere con l’elaborazione di progetti d’assistenza ai rifugiati nei Paesi vicini all’Ucraina Intendiamo rendere più facile, l’esame delle domande di protezione internazionale che verranno presentate».
La risoluzione bipartisan con le richieste del Parlamento al governo.
Il discorso di Draghi al Senato