Economia
Made in Italy: alla Camera, “Oltre un secolo di storia di impresa italiana”
Di Ilaria Donatio
Tre moschettieri dell’impresa italiana. E del Made in Italy amato in tutto il mondo. Così, il vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè, nel proprio saluto introduttivo (il testo completo, in calce al pezzo) alla conferenza stampa di ieri a Montecitorio – “Oltre un secolo di storia di impresa italiana” – ha definito Pina Amarelli, Alessandro Ambrosoli e Maurizio Marinella.
Tre cognomi, tre famiglie che racchiudono secoli di storia e che hanno sempre saputo interpretare e accettare le sfide del presente, nelle varie epoche. Anche attraversando passaggi epocali che – in molti altri casi – hanno visto l’acquisizione di marchi storici da parte di imprese più grandi. E la ragione per cui questo non è accaduto con le tre aziende protagoniste dell’evento – organizzato in collaborazione con l’Intergruppo Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana – secondo Mulè, risiede in quella “resilienza rigenerativa” che poggia su pilastri inossidabili: la “tradizione”, senz’altro. Ma soprattutto la “cultura della famiglia che si fa impresa”.
La tavola rotonda
L’evento di ieri intendeva, dunque, celebrare le aziende simbolo del Made in Italy che da oltre 100 anni si pongono come obiettivo di preservare e promuovere il valore della tradizionale artigianale italiana. Attraverso il loro lavoro queste realtà hanno sempre cercato di promuovere in tutto il mondo l’orgoglio e la bellezza della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.
Alla tavola rotonda – moderata da Piero Tatafiore, direttore di The Watcher Post – sono intervenuti il Presidente dell’Intergruppo Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana, Domenico Furgiuele, il CEO e Amministratore Unico Maurizio Marinella e al General Manager dell’azienda Alessandro Marinella, il presidente di Amarelli Liquirizia Cav. Pina Amarelli e il Presidente di G.B. Ambrosoli S.p.A Alessandro Ambrosoli. Il ministro delle Imprese del Made in Italy Adolfo Urso ha mandato un saluto.
Se si potesse rintracciare un filo conduttore negli interventi dei tre protagonisti – E.Marinella, insieme ad Ambrosoli e Amarelli – sarebbe certamente l’aver rilevato come le loro realtà abbiano sempre cercato di promuovere in tutto il mondo con le loro creazioni quanto di più bello il nostro artigianato Made in Italy ha da offrire e questo traguardo celebra anche la dedizione, la passione e l’impegno che queste aziende ogni giorno mettono in campo. La storia di Marinella, come quelle delle altre aziende che hanno partecipato alla tavola rotonda, Amarelli e Ambrosoli, sono esempi virtuosi dell’imprenditorialità italiana che, quando si lega a tradizione, identità e passione, è in grado di dar vita a vere e proprie eccellenze che contribuiscono a rendere grande il nome del nostro Paese in tutto il mondo.
Furgiuele: “Guai al Paese che dimentica le proprie radici”
L’Onorevole Domenico Furgiuele che ha prosso l’evento è intervenuto in qualità di presidente dell’Intergruppo Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana: “Guai al Paese che dimentica le proprie radici”, ha detto. “Soprattutto quando affondano nella storia. Come il caso dell’Italia. Le nostre radici sono antichissime, ma non solo. Hanno sempre avuto come comune denominatore l’arte e il senso del bello. Quello italiano è anche un popolo di imprenditori e di innovatori. Ed è quello che celebriamo oggi: la storia di aziende che, italiane sino al midollo, hanno attraversato un secolo di storia di questo nostro bel paese, rappresentandone tutti i valori positivi. Aziende che partite da una piccola bottega sono diventate parte integrante dell’italianità. Realtà imprenditoriali che hanno saputo stare al passo con i tempi, unendo l’esperienza dei padri e l’entusiasmo dei figli. Così come la capacità di unire la dimensione artigianale, locale, a quella imprenditoriale, globale. Auguriamo a questi alfieri del vero Made in Italy, altri 100 anni di storia e di successi.”.
Alessandro Marinella e la strategia vincente
Nel settore della moda il Made in Italy è diventato ormai garanzia di eleganza, raffinatezza, ricercatezza e unicità anche grazie allo straordinario lavoro di E.Marinella. Alessandro Marinella, rappresentante della quarta generazione della famiglia e General Manager dell’azienda, ha raccontato che “non esiste una strategia sempre vincente. Nel caso di Marinella la differenza l’ha sempre fatta il rapporto con i clienti che nel tempo è diventato anche testimonianza dei valori a cui noi ci ispiriamo e di quanto l’artigianato sia una risorsa unica e preziosa per il nostro Paese. La nostra è la storia di un’azienda familiare che nel tempo ha imparato a coniugare la sua identità storica e culturale con l’innovazione e le sfide che il nostro tempo ci costringe ad affrontare, come l’apertura dell’e-commerce e delle pagine social e l’attenzione alla sostenibilità su cui abbiamo molto investito in ricerca e sviluppo”.
Maurizio Marinella: fedeli alla nostra identità
Secondo Maurizio Marinella, amministratore delegato dell’azienda che ha portato il Made in Italy in giro per il mondo, “senza dubbio il legame con le istituzioni nazionali e internazionali e con personalità importanti del mondo dello spettacolo ci ha permesso di farci conoscere anche più di quanto mio nonno, Eugenio Marinella, avrebbe mai immaginato quando ha aperto il negozio. Però, sono certo che se siamo qui oggi è perché, pur essendo cresciuti così tanto, abbiamo sempre tenuto fede alla nostra identità e tradizione: conduzione familiare dell’azienda, tessuti di altissima qualità inglese e produzione a Napoli.”
Ambrosoli: la chiave per le sfide future sono innovazione e tradizione
“La nostra azienda si è sempre distinta per l’attenzione alla qualità e per il rispetto delle tradizioni che ci legano al territorio e alla storia italiana. Da oltre un secolo produciamo miele e caramelle con la stessa passione e dedizione con cui mio padre ha avviato l’impresa”, ha commentato Alessandro Ambrosoli, Presidente di G.B. Ambrosoli. “Eppure non ci siamo mai fermati, evolvendo, investendo in innovazione e sostenibilità, senza mai tradire i valori e l’essenza che ci hanno reso un punto di riferimento nel mercato. Proprio l’unione tra tradizione e innovazione penso sia la chiave per affrontare le sfide del futuro e portare avanti l’eredità che ci è stata affidata.”
Pina Amarelli: puntiamo sull’export
“Noi siamo l’altra ‘F’”, ha detto Pina Amarelli, “quella che sta per Food e che, accanto al Fashion, fa conoscere il Made in Italy nel mondo”: l’azienda di liquirizia italiana più famosa al mondo – è già alla 13esima generazione, punta sull’export – fondamentale per i prodotti di nicchia – e confida di restare sul mercato ancora molto a lungo.