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IA, DeepSeek non ha vita facile. Le ragioni del Garante

31
Gennaio 2025
Di Giampiero Cinelli

Nelle ultime ore le istituzioni hanno dovuto decidere cosa fare con DeepSeek, la piattaforma di intelligenza artificiale cinese, che si è affacciata prepotentemente nella nostra rete. Il Garante della Privacy ha prima chiesto informazioni sulle regole del trattamento dei dati degli utenti, successivamente ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti delle società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, ovvero Hanghzou DeppSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Articial Intelligence. L’atto, ha motivato il Garante, è conseguente alle comunicazioni, giudicate insufficienti, delle due società in virtù della richiesta di chiarimenti.

La situazione ora
Oltretutto, DeepSeek è sparito dagli App Store di Google e Apple. Secondo varie fonti su volontà stessa dell’azienda cinese. Insomma l’IA del Dragone, peraltro una tecnologia open source, non ha la strada spianata e le misure prese finora testimoniano particolare attenzione. La rimozione dagli App Store però non è avvenuta anche in altre importanti nazioni è ciò fa pensare che la mossa abbia fatto da seguito all’intervento del Garante. Ma va segnalato, che molti utenti che avevano già scaricato l’app, stanno riuscendo tuttora a utilizzarla.

C’è un precedente
Ovviamente, alla luce della situazione, molte analisi circolate vanno pure su un versante di tipo geopolitico, del tipo: quali che siano le effettive responsabilità di DeepSeek, è interesse delle nazioni occidentali prevenire l’eventuale acquisizione di dati sensibili da operatori della Cina. E questo sarebbe un elemento neppure troppo controverso. Tuttavia, ricordiamo che una vicenda analoga tra Garante della Privacy italiano e società di intelligenza artificiale è riscontrabile anche quando gli attori erano americani. Il 31 marzo 2023, infatti, Il Garante bloccò temporaneamente ChatGPT, il chatbot di OpenAI, in Italia, per violazioni del Gdpr. Lo stop durò un mese. ChatGPT tornò operativo dopo una serie di modifiche alla piattaforma.

Le ragioni del Garante
Le questioni di sicurezza interna dunque potrebbero essere più pregnanti della semplice ostilità fra blocchi. Confermano questo le dichiarazioni pubbliche di Pasquale Stanzione, Presidente del Garante, il quale ha spiegato l’importanza di sapere quali fonti ha usato DeepSeek, su quale base giuridica, e se non vi sia il pericolo della diffusione di fake news. Le stesse ragioni che avevano mosso il Garante nei confronti di OpenAI.

Cosa si farà adesso
Stanzione, in merito alla richiesta di informazioni fatta a DeepSeek, aveva detto due giorni fa: «Si aprirà l’istruttoria per vedere se queste informazioni sono corrispondenti. Noi abbiamo il parametro di riferimento rappresentato dal Gdpr per vedere se c’è compliance». L’attività di verifica è anche molto legata ai server in cui i dati del chatbot vengono conservati. «Questa è una cosa importantissima ha concluso il Presidente dell’Autorità perché i dati degli italiani poi vengono trasferiti senza alcuna tutela in un Paese che non ha le medesime garanzie europee».